Roma, manifestazione di Forza Nuova: chiesto giudizio immediato per Roberto Fiore e Giuliano Castellino

Ci sono altri 11 indagati: parteciparono alle violenze dentro la sede del sindacato a Roma

Mercoledì 22 Dicembre 2021
Assalto alla Cgil, chiesto giudizio immediato per Fiore e Castellino

Un'irruzione nella sede storica della Cgil, a Roma. Un blitz avvenuto nel corso di una manifestazione indetta il 9 ottobre scorso per protestare contro l'obbligo del Green pass. Per quella vicenda, che portò alla devastazione dell'ingresso della sede, rischiano di finire sotto processo 13 persone. Tra loro anche i leader di Forza NuovaRoberto Fiore e Giuliano Castellino.

La Procura capitolina ha chiesto per loro il rito immediato che, in caso di via libera da parte del gip, porta il procedimento direttamente in aula, davanti al tribunale collegiale. Pesanti i reati contestati, a seconda delle posizioni, dai magistrati di piazzale Clodio: istigazione a delinquere, devastazione e resistenza a pubblico ufficiale.

Oltre a Fiore e Castellino, attualmente detenuti nel carcere napoletano di Poggioreale, i pm hanno sollecitato il giudizio anche per l'ex Nar, Luigi Aronica e tra gli altri di Fabio Corradetti, figlio della compagna di Castellino e di Pamela Testa, militante di Fn. Stralciata, invece, la posizione di Biagio Passaro, capo del movimento di 'Io aprò, tornato in libertà alcune settimane fa su disposizione del tribunale del Riesame. Per questi fatti si è proceduto anche all'oscuramento del sito web del movimento di estrema destra. In una nota diffusa oggi la Procura scrive che i «fatti oggetto dell'imputazione riguardano gravi episodi». Gli arresti di Fiore, Castellino, Aronica e Testa arrivarono in «flagranza differita». Per le altre misure determinante fu il lavoro della Digos e della Scientifica nell'analisi dei filmati, finiti anche su internet, che immortalarono tutte le fasi dell'irruzione nella sede del sindacato. La richiesta del rito immediato è il risultato di una attività di indagine serrata che ha portato a solidi elementi probatori, già delineati dal gip nelle motivazioni con cui ha respinto la richiesta di scarcerazione di Castellino e Fiore.

 

Quest'ultimo ha avuto un ruolo di leader nell'azione. «Fiore non si espone nei comizi - scrive il giudice - non collabora alla devastazione dei locali del sindacato, ma organizza la manifestazione, dirige i cortei, ne stabilisce i percorsi, tratta e parla con le forze dell'ordine e decide finanche quando l'azione criminosa deve cessare». Agli atti dell'indagine anche una serie di testimonianze tra cui quella di alcuni operatori di polizia a cui Castellino si rivolge affermando: «Portateci da Landini o lo andiamo a prendere noi». Nella richiesta di convalida del fermo i pm ricostruiscono quanto avvenuto quel pomeriggio tra la zona di piazza del Popolo e Corso d'Italia.

«Nonostante i tentativi di mediazione posti in essere dalla polizia con le tre persone - scrivono i pubblici ministeri - che si erano poste alla testa del corteo, Aronica, Fiore e lo stesso Castellino, i manifestanti proseguivano la marcia opponendo una violenta resistenza nei confronti degli operanti che avevano attivato una carica di alleggerimento». I magistrati poi aggiungono che «giunti presso la sede della Cgil, Castellino si rivolgeva ad un funzionario di polizia posto a protezione della sede, dicendogli: 'lasciatece passà, dovemo entrà'. Nonostante i tentativi degli agenti di fare desistere il gruppo, Castellino si rivolgeva alla folla incitandola con gesti inequivocabili a dirigersi verso la sede sindacale. Al fine di raggiungere lo scopo i manifestanti ponevano in essere atti di violenza e aggressione nei confronti degli agenti di polizia»

 

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