Rom, rischio infrazione Ue: Raggi tratta con Bruxelles

Giovedì 16 Maggio 2019 di Lorenzo De Cicco
Rom, rischio infrazione Ue: Raggi tratta con Bruxelles

Mentre in Italia la politica si arrovellava su una procedura Ue per le case popolari ai rom, la delegata ai Nomadi della sindaca Virginia Raggi, Monica Rossi, ieri era a Bruxelles. A spiegare agli alti funzionari della Commissione - in particolare alla direzione generale Justice and Consumers - come la giunta grillina della Capitale stia affrontando lo smantellamento delle baraccopoli, operazione macchinosa degenerata con le proteste degli ultimi giorni, da Torre Maura a Casal Bruciato. La delegata di Raggi non è lì solo per parlare. Sta anche trattando sui fondi europei, fondamentali per finanziare un piano di rimpatri che vada oltre i numeri, molto modesti, raggiunti sin qui dalla terza via del M5S, «né ruspe, né buonismo», è lo slogan.

I risultati: meno di 40 romeni rientrati volontariamente nella cittadina di Craiova. Tra chi sceglie di restare, invece, pochissimi riescono a trovare una casa in affitto, mentre chi ottiene l'alloggio comunale, rispettando le graduatorie, rischia di ritrovarsi in mezzo a polveriere e proteste.
Il Campidoglio, in questi giorni turbolenti, sta negoziando con Bosnia, Montenegro e Kosovo protocolli dedicati per accelerare sui trasferimenti. «Sempre volontari e non forzati», spiega Rossi, raggiunta al telefono subito dopo una riunione informale con la Commissione, ieri sera. Alla Ue, Roma chiede di sfruttare i fondi già stanziati per aiutare i paesi dell'ex Jugoslavia, dirottandone una parte sui rimpatri dei rom. I nomadi che lasciano i campi dell'Urbe, difatti, ricevono un sussidio da 3mila euro l'anno, per massimo due anni. A patto che non tornino più dalle parti del Grande raccordo anulare.

IL PROCEDIMENTO
Nelle prossime settimane, saranno i funzionari europei a venire nella Capitale. Per testare le misure del Campidoglio e di altre realtà italiane. «E io sono qui per presentare le nostre strategie, difficili da attuare con il fiato sul collo di Salvini...», è lo sfogo della delegata di Raggi, classe 1965, esperta senior di Politiche di coesione accreditata proprio a Bruxelles. «Stiamo rispettando tutte le regole. Non faremo nulla che non vada bene alla Commissione», dice Rossi.

Dopo lo scompiglio delle rivolte in periferia, ieri la questione rom è tornata al centro del dibattito politico. Perché l'assessore al Bilancio della Regione Lazio di Nicola Zingaretti, Alessandra Sartore, ha ricordato durante una relazione sulle inchieste europee, una procedura di pre-infrazione sulle case popolari ai nomadi. La Commissione ha indagato sulla legge regionale, votata vent'anni fa, che prevede per l'assegnazione degli alloggi criteri come la residenza ed eventuali sfratti. Condizioni che i rom, «per la loro situazione di fatto, non sono in grado di dimostrare». Per questo quella vecchia normativa, tutt'oggi in vigore, sarebbe «discriminatoria». Parole su cui è intervenuto il vicepremier Matteo Salvini, in chiave elettorale: il fatto che la Commissione «insista» per l'assegnazione delle case ai rom, ha detto il leader del Carroccio, è «una follia: l'ennesima ragione per votare Lega il 26». Sulla stessa lunghezza d'onda Giorgia Meloni: «Siamo alla follia, prima gli italiani». Segue anche qui l'invito a votare Fdi.

«NESSUN AVANZAMENTO»
In realtà il rischio di un intervento della Ue c'è, ma sembra molto remoto. Il procedimento, avviato nel 2012, si era chiuso «negativamente» nel 2016, anche se la Commissione si era «riservata di avviare la procedura di infrazione». Da tre anni e mezzo, spiega una fonte della Commissione europea, «non c'è stato alcun avanzamento, né sono imminenti altre mosse».

Stessa cosa che dicono alla Pisana. Dopo la ridda di polemiche, l'assessore Sartore ha precisato che «dal 2016 la Commissione non ha espresso pareri nel senso di un'apertura formale della procedura di infrazione». E se ciò accadesse? «Nell'eventualità - ha detto l'assessore di Zingaretti - la Regione si troverebbe nelle condizioni di dover valutare la compatibilità della legge regionale con la direttiva Ue». E quindi, forse, cambiarla.
 

Ultimo aggiornamento: 14:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA