Draghi, parole chiave e citazioni: «Unità», «ricostruzione», «scuola», «Cavour»

Mercoledì 17 Febbraio 2021 di Francesco Malfetano
Draghi, parole chiave e citazioni: «Unità», «ricostruzione», «scuola», «Cavour»

«Oggi l’unità non è un’opzione, è un dovere. Ma è un dovere guidato da ciò che sono certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia». Così il neo-premier Mario Draghi ha appena chiuso il suo discorso programmatico al Senato, in cui, in apertura ha rimarcato la sua emozione («Non vi è mai stato, nella mia lunga vita professionale, un momento di emozione così intensa e di responsabilità così ampia») e ringraziato Giuseppe Conte.
Un’arringa densa di inviti a «responsabilità nazionale» e «unità», che l’ex numero uno della Bce ha chiarito essere lo spirito che anima il suo «governo repubblicano» destinato non solo al «combattere con ogni mezzo la pandemia e salvaguardare le vite dei nostri concittadini» ma anche di «avviare una nuova ricostruzione».

Un progetto ad ampio respiro che rilanci la Penisola, con orizzonti non solo al 2026 (soglia minima imposta dall’Ue per accedere ai fondi del Recovery) ma guardi al 2030 e al 2050. Tant'è che le parole più ricorrenti, oltre all'immancabile «pandemia», sono «donne», «giovani». Ma anche «programma» e «investimenti».

CITTADINI, SCUOLA E VACCINI
Rispetto alla pandemia e all’emergenza sanitaria, il primo punto cruciale toccato dal premier è stato - sull’onda lunga delle polemiche sugli impianti da sci - la necessità di informare i cittadini «nel più breve tempo possibile».«Ci impegniamo a informare i cittadini con sufficiente anticipo - ha detto - per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole».
Rispetto al piano di vaccinazione, indicata come prima priorità, il premier ha chiarito che il suo “whatever it takes” si abbatterà sulle primule di Arcuri, indicando che «abbiamo bisogno di mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare, ricorrendo alla protezione civile, alle forze armate, ai tanti volontari. Non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, spesso non ancora pronti: abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private».
La scuola è stata invece la seconda priorità indicata: tornare «rapidamente a un orario scolastico normale, anche distribuendo su diverse fasce orarie» e «fare il possibile per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno».

RICOSTRUZIONE E EUROPA
È il concetto chiave che avviluppa l’intero programma: «Oggi noi abbiamo come accadde ai governi dell’immediato Dopoguerra la possibilità, o meglio la responsabilità, di avviare una Nuova Ricostruzione. L’Italia si risollevò dal disastro della Seconda Guerra Mondiale con orgoglio e determinazione, e mise le basi del miracolo economico grazie a investimenti e lavoro. Ma soprattutto grazie alla convinzione che il futuro delle generazioni successive sarebbe stato migliore per tutti. A quella Ricostruzione collaborarono forze politiche ideologicamente lontane. Sono certo che anche a questa Nuova Ricostruzione nessuno farà mancare il proprio apporto».
Ed è legata indissolubilmente all’«appartenenza del nostro Paese come socio fondatore, all’Unione europea, e come protagonista dell’Alleanza Atlantica, nel solco delle grandi democrazie occidentali, a difesa dei loro irrinunciabili principi e valori». Tant’è che non è mancata una bordata ali euroscettici: «Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro - dice Draghi -significa condividere la prospettiva di un’Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione. Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa».

LE CITAZIONI
Sono due nel corso del discorso. La prima è del papa: «Come ha detto Francesco: “Le tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento. E io penso che se chiedessi al Signore che cosa pensa, non credo mi direbbe che è una cosa buona: siamo stati noi a rovinare l’opera del Signore”». La seconda invece di Cavour: «Il governo farà le riforme ma affronterà anche l’emergenza. Non esiste un prima e un dopo. Siamo consci dell’insegnamento di Cavour: “...le riforme compiute a tempo, invece di indebolire l’autorità, la rafforzano”. Ma nel frattempo dobbiamo occuparci di chi soffre adesso, di chi oggi perde il lavoro o è costretto a chiudere la propria attività».

IL RILANCIO: SANITÀ, QUOTE ROSA E RIFORME
Altro concetto centrale è il rilancio della sanità, da ridisegnare in ottica territoriale «realizzando una forte rete di servizi di base (case della comunità, ospedali di comunità, consultori, centri di salute mentale, centri di prossimità contro la povertà sanitaria). È questa la strada per rendere realmente esigibili i “Livelli essenziali di assistenza” e affidare agli ospedali le esigenze sanitarie acute, post acute e riabilitative. La “casa come principale luogo di cura” è oggi possibile con la telemedicina, con l’assistenza domiciliare integrata».
Marcato l’intervento sul gap di genere: «L’Italia presenta oggi uno dei peggiori gap salariali tra generi in Europa, oltre una cronica scarsità di donne in posizioni manageriali di rilievo», ha sottolineato Draghi, attaccando: «Una vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge: richiede che siano garantite parità di condizioni competitive tra generi. Intendiamo lavorare in questo senso, puntando a un riequilibrio del gap salariale e un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla loro carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia o lavoro».

Ultimo aggiornamento: 23:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA