Pazza idea.
«Io - dice Renzi - non credo che con questo appello si fermerà il Pd, ma ci spero fino all'ultimo». Del resto, avverte il senatore, «in Lombardia si potrebbe persino vincere, ma l'allergia alla vittoria che ha caratterizzato l'azione del Pd alle politiche si è trasmessa per contagio anche al Pd lombardo». Certamente, ammette Renzi, «è evidente che Letizia Moratti non viene dalla cultura politica di sinistra, ci eravamo arrivati anche noi a questo». Ma dopo il reintegro dei medici no-vax «ha scelto di dare un segnale. E questo lo sanno anche gli amici del Pd lombardo». In ogni caso, «lo dico anche al sindaco di Milano Giuseppe Sala, di cui apprezzo la capacità amministrativa, un po' meno la visione politica, se vogliamo vincere in Lombardia, la possibilità di fare un ticket Moratti-Majorino ci farebbe andare in vantaggio. Se poi vi fa schifo vincere e vi fa piacere perdere, allora tenete Majorino e l'importante sarà partecipare».
Un'offerta che però, al momento, non pare riscuotere entusiasmi, in casa dem. Dove, anzi, al leader di Italia viva rispondono a tono: «Se Matteo Renzi vuole giocarsi la partita da vincente e non da spettatore noi ci siamo: ritiri il sostegno a Letizia Moratti e liberi dai tatticismi romani i rappresentati lombardi di Azione e Italia viva. Altrimenti - attacca Vinicio Peluffo, segretario milanese Pd - il dubbio è che l'appello di Renzi abbia un unico significato: mettere le mani avanti per la sconfitta». I dem lombardi ne sono convinti: «I sondaggi dicono chiaramente che Moratti arriverà terza senza neanche entrare in Consiglio regionale», aggiunge Peluffo. Il riferimento è a una rilevazione condotta da BiDiMedia, secondo cui l''attuale governatore, il ricandidato leghista Attilio Fontana, staccherebbe entrambi gli avversari con circa il 47%. Più giù i due contendenti, con Majorino attestato al 29% e Moratti che si fermerebbe al 15. Numeri che sembrano confermare la teoria di Renzi: correndo uniti, centrosinistra e Terzo polo potrebbero ambire, almeno secondo l'aritmetica, a insidiare la riconferma di Fontana.
Ma il Pd lombardo al momento sembra guardare in direzione Cinquestelle: proprio oggi si è tenuto un incontro tra dem e pentastellati per discutere di un eventuale accordo sulla candidatura di Majorino. Incontro al quale non ha partecipato +Europa: «Fin dalle prime interlocuzioni avute con la coalizione abbiamo posto la questione dell'incompatibilità tra +Europa e M5S - spiega Valerio Federico, della segreteria nazionale di +Europa - Incompatibilità che confermiamo anche in considerazione del valore nazionale delle elezioni regionali di Lombardia e Lazio». Il quadro delle alleanze, insomma, sembra ancora lontano dall'essere definito.