Meloni, Salvini e Schlein in Friuli: il voto senza storia per la Regione e le difficili alleanze per le comunali di maggio

Se nel fine settimana il Carroccio e la lista civica del governatore Fedriga non resteranno sopra Fratelli d'Italia, l'azionista di maggioranza in Regione diventerà ufficialmente il partito di Meloni

Giovedì 30 Marzo 2023 di Mario Ajello
Meloni, Salvini e Schlein in Friuli: il voto senza storia per la Regione e le difficili alleanze per le comunali di maggio

«Ci tocca vincere un’altra volta». Questo il mood - guardando ai sondaggi -  nel centrodestra alla vigilia delle elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia. Dopo Massimiliano Fedriga sarà di nuovo presidente lui? Molto probabile. E comunque si vota domenica e lunedì per le elezioni regionali e, in contemporanea, si voterà anche per le comunali con l’appuntamento più atteso che è senza dubbio quello di Udine. Sono in arrivo prima Elly Schlein, poi Giorgia Meloni

La leader del Pd oggi è in Friuli per tutta la giornata con due appuntamenti clou: a Trieste alle 18 in piazza Borsa e  a Udine alle 20 al Palamostre. Meloni si concentrerà  solo sul capoluogo del Friuli. Domani dalle 17 e 30 sarà in piazza XX Settembre. E intanto da ministro delle Infrastrutture e da leader leghista Matteo Salvini oggi fa la spola tra Trieste e Udine. Lì la sfida più importante in realtà è quella interna al centrodestra. 
Se nel fine settimana il Carroccio e la lista civica del governatore Fedriga non resteranno sopra Fratelli d'Italia, l'azionista di maggioranza in Regione diventerà ufficialmente il partito di Meloni e non solo per Fedriga ma anche per Salvini lo smacco sarebbe plateale. 

Quanto alla sinistra, la situazione è strana nel senso che in questa doppia elezione regionale e comunale Pd e M5s sono alleati nella partita sul governatore del Friuli e avversari a Udine dove non si è riusciti a formare una coalizione giallorossa. Ma Conte non si dispera: «Si va insieme dove si può, l’alleanza non è un obbligo». 

Allargando lo sguardo anche alle elezioni amministrative di maggio, troviamo il caso Scajola che è gustoso. L’ex ministro dell’Interno e attuale sindaco di Imperia corre per il quarto mandato. Il suo avversario in quota centrosinistra è Ivan Bracco, ovvero il commissario di polizia che dal 2010 lo ha indagato in sei diverse inchieste, quasi tutte archiviate (per esempio sul caso Matacena).

I sondaggi danno Scajola in vantaggio: al 60 per cento. Però c’è un problema: Fratelli d’Italia non appoggia Scajola. 

Sempre sulle comunali: al momento i giallorossi hanno trovato un accordo solo a Catania - dove viene dato vincitore Enzo Bianco, di nuovo lui, alla testa di una larga coalizione civica e trasversale - mentre in città come Ancona, Vicenza, Brescia, Siena, Treviso e Pisa, le strade saranno divise tra Conte e Schlein mentre il centrodestra quasi ovunque va in formazione compatta. 

Un dialogo invece è in corso tra Pd e M5S per le elezioni regionali in Molise di fine giugno, dove i dem e i contiani insieme potrebbero avere delle chance di vittoria a differenza del Friuli-Venezia Giulia. 

Sulle Comunali la situazione è questa: su un campione politicamente rappresentativo di 19 casi, l'alleanza tra dem e 5 Stelle è stata siglata in cinque casi (Friuli, Teramo, Brindisi, Catania, Pisa), è in forse in tre città (Latina, Siracusa, Terni), mentre in nove capoluoghi i due partiti vanno al voto in coalizioni diverse: Imperia, Brescia, Massa, Sondrio, Ancona, Trapani, Ragusa, Siena, Treviso, Vicenza. Altro particolare interessante: a Brescia, Massa e Ragusa il Movimento 5 stelle è alleato con forze alla sinistra del Pd, come Unione popolare o Sinistra Italiana. Mentre a Sondrio i 5 Stelle sono talmente deboli che neanche si presentano alle comunali.

Insomma con FdI, Lega e Fi che praticamente ovunque confermano la coalizione, la frammentazione del centrosinistra difficilmente consentirà di ribaltare gli equilibri attuali. 
Nel voto del 14 e il 15 maggio, fa gola alla sinistra per esempio Pisa. Il sindaco uscente Michele Conti scende nuovamente in campo per il secondo mandato, mentre gli avversari hanno scelto come candidato l'ex presidente Acli, Paolo Martinelli. 

Ma ora c’è anzitutto il Friuli. Alle politiche di fine settembre la destra qui è arrivata al 43,79%: Meloni in cinque anni è però schizzata dal 5,47 al 26%, mentre Salvini è crollato dal 34,8 all'8,7% e Berlusconi è sceso dal 12,1 al 8,1%. Lo scontro, scontata la conferma personale di Fedriga dato tra il 57 e il 67%, riguarda dunque gli equilibri di potere nel centrodestra. Fedriga fa una corsa più sua che targata Lega considerando che il
Carroccio non tira più. Sul fronte opposto, in Friuli Venezia Giulia c’è il primo test del Pd dopo Il ciclone Schlein. L'alleanza si presenta senza la coppia Calenda-Renzi, ma allargata ai Cinque Stelle. E si spera di non perdere troppo.

Ultimo aggiornamento: 3 Aprile, 15:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA