Lupi: «Reddito di cittadinanza costato 25 miliardi, si poteva creare più lavoro. Conte cerca tensioni sociali»

Il leader di "Noi moderati": «Abbiamo deciso di difendere famiglia e natalità»

Sabato 24 Dicembre 2022 di Barbara Acquaviti
Lupi: «Reddito di cittadinanza costato 25 miliardi, si poteva creare più lavoro. Conte cerca tensioni sociali»

Rivendica di essersi preoccupato di inserire in manovra misure per la famiglia e la natalità invece che per le pensioni (a differenza di Forza Italia). Ma, soprattutto, insiste sulla necessità di una riforma del reddito di cittadinanza che elimini il criterio del rifiuto dell'offerta congrua per innescare la decadenza dal diritto al sussidio. Nella legge di bilancio tutte le forze politiche provano a piantare le loro bandierine, e il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi, difende le sue. E soprattutto invita il leader del M5S a non raccontare «falsità» soffiando sul fuoco della protesta.
Anche lei, come la presidente del Consiglio, ritiene che la gente rifiuti le offerte solo perché aspetta il lavoro dei sogni?
«Il reddito di cittadinanza, bisogna ricordarselo, ci era stato presentato da un certo presidente del Consiglio avvocato del popolo come una politica attiva del lavoro. Invece in questi cinque anni non ha prodotto più lavoro ma più assistiti e ha anche creato un cortocircuito evidente tra domanda e offerta. Ma il dato più preoccupante che tutti nascondono è che il 34% dei percettori del reddito sono sotto i 29 anni e questo ci deve far pensare. E deve far pensare che finora è costato più di 25 miliardi di euro; quanti posti di lavoro avremmo potuto creare con quei soldi?».
Voi avete presentato un emendamento per eliminare il criterio di congruità dell'offerta di lavoro che deve essere avanzata ai percettori di reddito. Con la riformulazione più soft del governo si è deciso che varrà solo per chi accede alla seconda tranche di sussidi mentre voi chiedevate valesse sempre. Questa misura sarà riproposta in altri provvedimenti?
«La parola congrua è una parola equivoca.

Chi decide che una offerta è congrua? Se sei assistito dallo Stato non ci può essere una corrispondenza tra la tua aspettativa e il lavoro che ti viene offerto. Sia Meloni che la maggioranza condividono questa impostazione, quindi nelle riforme che dovranno essere fatte già da gennaio, anche per organizzare il 2023, è chiaro che questa parola sparirà».

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Cosa risponde a chi, come Conte, la accusa di voler costringere i cittadini ad accettare impieghi non all'altezza?
«Consiglio al presidente Conte di smetterla di soffiare sul fuoco: magari gli fa prendere voti, ma fa anche aumentare le tensioni sociali che non fanno bene né a chi sta in maggioranza né a chi sta all'opposizione. Dice che sono un folle perché voglio che un ingegnere debba andare a fare il cameriere a 800 chilometri di distanza, ma sa che sono falsità. Anche perché io non ho mai visto nessun ingegnere che prende il reddito di cittadinanza, altrimenti ha qualche problema».
Lei rivendica di aver scelto di difendere famiglia e natalità invece delle pensioni. Ritiene che Forza Italia abbia fatto una battaglia senza pensare ai giovani?
«Lo dico senza alcuna polemica, ma siamo una delle componenti della maggioranza e noi, a differenza di altri, abbiamo scelto di concentrarci su queste priorità. I dati Istat dicono che in un anno solo siamo invecchiati di tre anni, che si è passati da una età media di 43 anni a 46. Se non si inverte la tendenza è evidente che non riusciamo neanche a pagare le pensioni».

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E' davvero colpa di Forza Italia il caos sul cosiddetto scudo fiscale o c'era stata condivisione?
«Noi riteniamo che il principio sia sacrosanto ma si tratta di capire in quale provvedimento metterlo. Darsi delle priorità è sempre la cosa migliore».
In questa manovra si sono visti molti pasticci, rinvii, correzioni, l'ennesima compressione del dibattito parlamentare. Possibile sia solo colpa del fatto che c'è stato poco tempo o c'è stata anche imperizia?
«E' da quattro anni che si discute del fatto che la manovra finisce per essere decisa da un solo ramo del Parlamento, come se ci fosse il monocameralismo. Ma aggiungo una riflessione: non c'è stato solo poco tempo per scriverla, sono cambiate anche le strutture dei ministeri per lo spoil system. Insomma, c'è stato un rodaggio della macchina. Ma certo si dovrà fare meglio».
 

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