Recovery fund, il piano italiano: oltre 70 miliardi a progetti già finanziati

Domenica 3 Gennaio 2021 di Andrea Bassi
Recovery fund, il piano italiano: oltre 70 miliardi a progetti già finanziati

ROMA Le cassette della posta di Palazzo Chigi e Tesoro sono ormai piene. La buca delle lettere idealmente destinata al Recovery plan italiano è piena. L'ultima missiva l'hanno firmata 14 scienziati, che hanno chiesto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, di finanziare la ricerca con 15 miliardi di euro.

Solo così, hanno scritto, il Paese potrà avere una economia competitiva.

Il capitolo del Recovery italiano, intotalato «dalla ricerca all'impresa», in realtà, può contare su 8,48 miliardi. O meglio, su 7,68 miliardi «aggiuntivi». È questa la parola magica che nell'ambito del piano italiano distingue vincitori e vinti nella distribuzione dei fondi europei e che sta creando le fibrillazioni nel governo. Non tutti i 196 miliardi del Recovery saranno infatti usati dal governo per finanziare nuovi progetti. Conti alla mano, poco più di 70 miliardi tra quelli presi a prestito dalla Commissione europea, andranno semplicemente a sostituire finanziamenti nazionali con soldi comunitari. In altre parole, sarà l'Ue a pagare progetti che comunque, il governo aveva già messo in cantiere.

Ovvio, insomma, che la corsa tra i ministeri sia ad ottenere fondi per nuovi progetti e non semplicemente a far pagare ad altri opere già comunque finanziate. Prendiamo l'efficientamento energetico degli edifici, che fa parte del capitolo della «Rivoluzione verde», uno dei principali del Recovery plan. Il valore del piano indicato nelle tabelle predisposte a fine anno dal ministero dell'Economia e da quello delle Politiche comunitarie è di ben 40,1 miliardi. Una cifra enorme. Ma subito viene specificato che di questi soldi, solo 12,45 miliardi costituiscono uno stanziamento «aggiuntivo», andranno cioè a finanziare progetti nuovi. Tutto il resto era già in cantiere e si sarebbe fatto lo stesso. Recovery o meno.

È interessante anche perché, in questo stesso capitolo, sono previsti 6,31 miliardi di interventi di «risanamento strutturale degli edifici scolastici». Peccato però che, di questa mole di finanziamenti, solo 450 milioni siano nuovi. E lo stesso vale, anche se in misura minore, per gli ospedali. La voce di spesa inserita nel Recovery parla di «un nuovo ospedale sicuro, tecnologico, digitale e sostenibile». Un programma che merita uno stanziamento complessivo di 5,55 miliardi di euro. Ma, ancora una volta, solo 2,25 saranno addizionali. Lo stesso vale per le infrastrutture: 23,68 miliardi stanziati, ma la quota «aggiuntiva» di nuove opere vale solo 12,45 miliardi.

Le scelte


La stessa sanità, sulla quale ci sono state infinite polemiche sull'esiguità dello stanziamento, ha in realtà a disposizione solo 7 miliardi nuovi sui 9 totali inseriti nel Recovery plan. È pur vero che nelle ultime bozze predisposte dal governo le cose sono pure migliorate. Inizialmente era previsto che i fondi aggiuntivi sarebbero stati circa 105 miliardi, mentre nell'ultima versione hanno superato i 120 miliardi su 196 complessivi messi a disposizione dall'Europa.

La giustificazione di questa scelta l'ha data Gualtieri durante il duro confronto con Italia Viva nel vertice del 30 dicembre scorso. Non tutti i soldi che arrivano dall'Ue sono a fondo perduto. La quota maggiore sono prestiti che, dunque, vanno restituiti. pe questo finiscono per aumentare il deficit e il debito pubblico. Cosa che, secondo il Tesoro, l'Italia non può permettersi. Dietro questa scelta non ci sarebbero solo le preoccupazioni della Commissione, ma anche quella della Banca d'Italia preoccupata di una possibile ripresa degli spread.

Ultimo aggiornamento: 12:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA