Rai, Fuortes nicchia ancora sul Maggio Fiorentino: braccio di ferro con il governo (in attesa dei ribaltoni ai Tg)

Giovedì 2 Marzo 2023 di Mario Ajello
Rai, Fuortes nicchia ancora sul Maggio Fiorentino: braccio di ferro con il governo (in attesa dei ribaltoni ai Tg)

Non ha accettato o ancora non ha accettato Carlo Fuortes la direzione del Maggio Fiorentino.

L’ad della Rai, nonostante il governo voglia arrivare a una nuova dirigenza nella tivvù pubblica, non solo continua a non accettare la poltrona dell’ente musicale fiorentino ma - come assicurano a Viale Mazzini e dicono anche certe fonti governative - ieri non avrebbe affatto incontrato Giorgia Meloni per parlare della cosa è dire di sì alla proposta del ministro dei beni culturali e all’eventuale passaggio come commissario governativo al Maggio Fiorentino.

Il braccio di ferro con l'esecutivo

«Io sto bene dove sto e vado avanti nel mio lavoro in Rai», dice Fuortes agli amici. Ma il governo sta perdendo la pazienza: ha la necessità di fare il Raibaltone e il niet di Fuortes alle proposte di nuova collocazione sta indispettendo l’esecutivo dove comunque Meloni, che con lui ha un buon rapporto personale, vorrebbe evitare strappi troppo cruenti con l’ad ma allo stesso tempo si vuole guardare oltre. Come andrà a finire il braccio di ferro in guanto di velluto? Una cosa è certa: da qui ai prossimi mesi prima dell’estate una soluzione per Fuortes va trovata, dicono nel governo, e questo significa che in Rai la discontinuità non può più farsi aspettare troppo. Lo schema è sempre quello di nominare un nuovo ad di passaggio - Roberto Sergio - con il meloniano Gianpaolo Rossi direttore generale che poi diventerebbe numero uno del Settimo Piano. Quanto a Fuortes, il suo obiettivo resta la guida della Scala di Milano ma non ci sarebbero i margini, mentre in Rai c’è chi dice che potrebbe sperare nella direzione della Biennale.

Gli scenari

Intanto, domani ci sarà una riunione del Cda di Viale Mazzini. Si parlerà di Sanremo e soprattutto del piano produttivo per la primavera autunno e su questo i consiglieri di centrodestra, come hanno già fatto sul budget un mese fa, sono pronti a marcare l’opposizione rispetto all’ad e l’ennesimo avviso di sfratto. Ma l’ad ormai è in modalità Fuortes Apache e soltanto un intervento del Mes potrebbe accelerarne la caduta di concerto con l’Agcom dove l’8 marzo si deciderà di avviare il procedimento sulle pubblicità occulte a Sanremo. Altro tema Rai è quello della poltronissima del Tg1, che è sempre stata di pertinenza del governo. Ora Monica Maggioni fa un giornale tutt’altro che ostile al governo anzi molto in linea. Ma il Raibaltone, quando sarà, riguarderà anche questa testata.

Il valzer delle poltrone

Gianmarco Chiocci, vicinissimo a Giorgia, è sicuro sulla poltrona del Tg1? Sì e no. La Lega vuole Pionati al giornale radio. Forza Italia vuole Preziosi al Tg2 dove c’è Rao. Se FdI accetta queste soluzioni, gli altri due partiti della coalizione accettano Chiocci al Tg1. Ma lo scenario è ancora molto aperto. Al Tg1 potrebbe andare non Chiocci ma Rao, che verrebbe così promosso anche se il Tg2 è comunque un super posto. Oppure, nel caso di Chiocci sulla poltrona ammiraglia, per Rao si possono aprire due destinazioni alla testa di direzioni di genere assai pesanti: il Prime Time al posto di Coletta che significa Sanremo e tanto altro (ma anche in alternativa il Day Time) oppure la guida degli Approfondimenti informativi che vuole dire sovrintendere ai talk show e non è poco. Nel frattempo, però, l’accelerazione che ieri - a colpi di spin - si è voluta dare alla fuoriuscita di Fuortes si è rivelata infruttuosa. E la battaglia continua.

Ultimo aggiornamento: 15:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA