«Panzeri era abile. Difesa dei diritti? Faceva solo finta»: le rivelazioni dell'ex eurodeputata Ana Gomes

"Il socialista Pargneux si presentava come consigliere di Rabat, l'italiano era più intelligente"

Domenica 18 Dicembre 2022 di Elena Marisol Brandolini
«Panzeri era abile. Difesa dei diritti? Faceva solo finta»: le rivelazioni dell'ex eurodeputata Ana Gomes

Ana Gomes è una diplomatica e una politica portoghese. Eurodeputata nel Gruppo socialista dal 2004 al 2019, si è occupata del diritto all’ autodeterminazione in riferimento al Sahara Occidentale. Nell’europarlamento ha conosciuto Antonio Panzeri e, in riferimento al Qatargate, si dice certa che lui si comportasse anche come un agente del Marocco. 

Lei ha dichiarato di non essere sorpresa del Qatargate.
«Né del Qatargate, né del Maroccogate.

Ho sostenuto infatti che non si trattava solo di Qatargate ma anche di Maroccogate, perché Panzeri era molto legato al Marocco per ciò che riguarda i diritti umani e il Sahara».

In che senso?
«Panzeri era presidente della delegazione per il Maghreb, fu anche copresidente della delegazione parlamentare per l’Unione per il Mediterraneo e io ero componente di entrambe. Da quando arrivai al parlamento europeo, ho sempre difeso il diritto internazionale e all’autodeterminazione, perché sono una diplomatica, ho lavorato molto in questo senso sul Timor orientale e trovo che vi sia un parallelismo col Sahara Occidentale. Quando entrai nel parlamento nel 2004, lo stesso anno in cui vi entrò Panzeri, m’interessai subito alla questione del Sahara e rimasi molto sorpresa che ci fosse una totale negligenza nel rispetto del diritto internazionale, perché si faceva tutto col Marocco, ignorando il Sahara. In quegli anni discussi con quelli che erano i principali emissari del Marocco, c’è ad esempio un altro ex parlamentare, Gilles Pargneaux, socialista francese, che si attribuiva il titolo di consigliere del re del Marocco. Panzeri era più intelligente e faceva vedere che difendeva i diritti umani quando invece serviva gli interessi del Marocco. Avemmo uno scontro forte quando si approvò l’ultimo accordo col Marocco già dopo la sentenza della Corte di Giustizia di Lussemburgo. Denunciavo questo comportamento nelle riunioni del Gruppo e mi dicevano di smetterla di sollevare sospetti... Non avevo prove, ma per me era evidente come non si trattasse di posizioni politiche, perché era un comportamento che violava i nostri principi di rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani».

La sua è qualcosa più di un’impressione?
«Panzeri e io siamo stati parlamentari per tre mandati e ci ritrovavamo spesso nelle discussioni per l’Unione per il Mediterraneo. L’ho sempre visto difendere gli interessi del Marocco per diminuire la critica nei suoi confronti e impedire riferimenti che potessero risultargli scomodi. Con gli emendamenti e le risoluzioni che proponeva e la sua maniera di opporsi ai rilievi di alcuni di noi sulla difesa dei diritti umani in Marocco e nel Sahara. A volte lui e Pargneaux inviavano al Gruppo dei deputati inviti per conto delle autorità marocchine per visitare il paese, al di fuori di missioni ufficiali del parlamento. E il Gruppo faceva finta di nulla, perché ci sono due paesi che sono determinanti in questo comportamento nei confronti del Marocco: la Francia e la Spagna. Conoscevo bene Francesco Giorgi, l’assistente di Panzeri e quando Giorgi ammette che la testa pensante del gruppo era Panzeri ci credo, perché lo stesso Giorgi era uno strumento nelle sue mani».

Prima lei parlava di negligenza delle istituzioni europee...
«La Ue non avrebbe dovuto fare accordi con il Marocco coprendo tutto il territorio incluso il Sahara, come infatti più tardi sostenne la Corte di Giustizia europea. Ed è una vergogna che la Commissione abbia fatto ricorso contro quella sentenza, com’è possibile? Questo vuole dire che ci sono ingerenze anche sulla Commissione».

Non le fa impressione che gli implicati nello scandalo siano tutti del Gruppo socialista?
«Sì, molto. Perciò protestai quando stavo nel Gruppo e continuo a protestare ancora adesso». 
 

Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 00:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA