L’obiettivo principale si chiama Nicola Porro. Il colpo grosso della nuova dirigenza Rai, non ancora insediata ma già al lavoro, è lui. Va strappato a Mediaset, e infatti nell’azienda berlusconiana sono in allarme. Anche perché, se fallisse l’ingaggio di Porro come volto top player di una trasmissione informativa capace di portare verso destra la narrazione italiana o almeno fuori dai canoni di sinistra non graditi ai partiti di governo, si potrebbe sempre puntare su Paolo Del Debbio a sua volta della squadra di Cologno Monzese.
Nomine Rai, il Cdm apre il Risiko: sì al tandem Sergio-Rossi. Fuortes verso il San Carlo di Napoli
Mentre tra i confermatissimi - Bruno Vespa uber alles, Lucia Annunziata molto probabilmente e per Bianca Berlinguer si vedrà - Mara Venier è in una posizione blindata, anche perché, oltre ai meriti professionali, può vantare un ottimo rapporto con l’ad in pectore, Roberto Sergio, il quale in qualità di direttore del Premio Laurentum - presidente Gianni Letta - l’ha insignita nel 2022 di questo trofeo. Ma anzitutto deve entrare la nuova governance a Viale Mazzini. L’ad Fuortes potrebbe lasciare all’inizio della prossima settimana, dopo che Mattarella firmerà il decreto varato dal Cdm giovedì sul pensionamento di Lissner (a proposito: il governatore De Luca e il sindaco Manfredi che hanno voce in capitolo sul teatro San Carlo si stanno mettendo di traverso come vuole il Pd contro la staffetta tra il soprintendente che c’è e Fuortes che dovrebbe sostituirlo). Il Mef indicherà intorno all’11 maggio il nuovo ad della tivvù pubblica, e subito sarà lui - centrista e numero uno di Radio Rai - a scegliere come dg Giampaolo Rossi, a sua volta profondo conoscitore dell’azienda. Entrambi hanno un profilo che è l’opposto di quello degli epuratori, anche se gli avversari non vedono l’ora di descriverli come tali.
In uscita dalla propria poltrona o dalla Rai o dallo spazio nei palinsesti (ancora da fare e saranno presentati a luglio), vengono considerati secondo il tam tam tra Viale Mazzini, Saxa Rubra e, soprattutto, le stanze di FdI e Lega, Monica Maggioni (Gian Marco Chiocci è già praticamente al suo posto e in tanti da altre testate vorrebbero andare in quella che sarà sempre più “l’ammiraglia”) la quale avrà una trasmissione di punta; Marco Damilano che dovrebbe essere ridimensionato anche se non infastidisce più di tanto; Fabio Fazio che ha il contratto scaduto e agli stessi soldi non glielo rinnoveranno di certo; Flavio Insinna che lascerà L’Eredità al melonianerrimo Pino Insegno.
IN ASCESA
E ancora: uno che esce dalla nuova Rai, senza esservi neanche tornato, è Massimo Giletti che Salvini ha difficoltà a ricollocare nelle tivvù pubblica a causa della complicata vicenda che lo riguarda a La7. Insomma il via vai di volti, star e conduttori: largo spazio a Monica Setta (e anche Nunzia De Girolamo); ad Agorà quelli di FdI vogliono mettere (al posto di Monica Giandotti) Manuela Moreno, ora conduttrice di Tg2Post e sempre loro puntano su Marco Lollobrigida (non parente) per la Domenica Sportiva; a UnoMattina l’amico Salvini mira a rimettere il suo biografo Roberto Poletti magari in coppia con Serena Autieri che già conduce l’edizione estiva. E Monica Setta? La Lega vorrebbe affidarle i pomeriggi feriali e festivi di Rai1. E di certo verrà valorizzata Laura Tecce (al momento ha la trasmissione estiva Underdog). Ma il problema è che non sempre gli appetiti e le preferenze televisive dei partiti del centrodestra coincidono