Omofobia, Simone Pillon: «In molti mi odiano? Io prego mezz'ora al giorno»

Mercoledì 10 Aprile 2019 di Simone Canettieri
Omofobia, Simone Pillon: «In molti mi odiano? Io prego mezz'ora al giorno»

Guardandolo bene, con il consueto papillon dalle fantasie sbarazzine, la domanda sorge spontanea: ma come fa Simone Pillon a essere sempre così tranquillo e sorridente nonostante sia odiatissimo? «Semplice - dice il senatore della Lega - tutte le mattine mi ritaglio trenta minuti di preghiera. Lo consiglio a tutti, la giornata parte meglio». Questa per esempio, di giornata e sono solo le 15, si prospetta così: in piazza davanti alla Camera c'è l'ennesima manifestazione di sinistra, mondo Lgbt, artisti engagé (avvistata anche Fiorella Mannoia) e femministe-combat di Non una di meno. Ce l'hanno con il ddl sull'affido condiviso che porta il nome di questo avvocato matrimonialista bresciano con studio e famiglia a Perugia. Da settimane, mesi gli urlano contro cori violentissimi. Agitano cartelloni che lo ritraggono in versione diavolo oppure scrivono +Pillole e - Pillon. E uno si ferma qui per non essere volgare. «Sono abituato agli attacchi», ride.

Il problema, nel merito della faccenda, è che il suo ddl non lo vuole nemmeno il M5S. «Ho sempre detto che il mio disegno di legge è un punto di partenza, fa parte del contratto ed è migliorabile. Lo ha detto anche Matteo Salvini a Como, dopo il congresso della famiglia a Verona, si parte dal testo del mio ddl». Questo significa che non ci sarà spazio per altri documenti dei grillini, figurarsi quelli del Pd. «Troveremo un accordo con gli amici grillini, ne sono sicuro. Si troverà un'intesa, ma non lo ritiro».
Insomma, tira dritto. È poi di questi giorni un'altra grana, per il «papillon d'acciaio del Carroccio», come lo chiamano i colleghi qui a Palazzo Madama. Domani, il tribunale di Perugia potrebbe condannarlo a due anni e mezzo per diffamazione aggravata con una multa di 200mila euro. «Tutti parlano della multa, ma non della condanna perché non esiste libertà di espressione?».

Omofobia, a processo Pillon, senatore della Lega. L'Arcigay: «Ha detto che adeschiamo minorenni nelle scuole»

IL PROCESSO
Il fatto è questo: si trova a giudizio per omofobia. Tempo fa ha detto in video che «quelli di Arcigay vanno nei licei e spiegano ai vostri figli che per fare l'amore bisogna essere o due maschi o due femmine e non si può fare diversamente evenite a provare da noi, nel nostro welcome group». Si riferiva a un'iniziativa in un teatro di Perugia e l'associazione che curava l'evento sulla lotta Al bullismo omofobico non la prese benissimo. «Ora rischio una condanna pesante - dice Pillon, sempre con un sorriso quasi sorprendente - ma spero davvero bene. Cos'altro posso fare?».
Intanto, sta per iniziare la commissione sul ddl più contestato di questo scorcio di terza o quarta repubblica (dipende dai gusti). «Dicono che io ce l'abbia con le donne: io voglio solo equilibrare il ruolo della mamma con quello del papà nel caso di dolorose separazioni. Spesso si tratta di automatismi, altre volte un po' meno: dunque è giusto intervenire». I grillini non mollano. Il sottosegretario con delega alle Pari opportunità, Vincenzo Spadafora, lo attacca appena può. Il senatore se ne infischia, anzi sembra esserne contento.
Dieci giorni fa, alla tre giorni di Verona sulla famiglia, «Simone» era ricercatissimo dal popolo ultra cattolico che domenica è sceso in marcia. Selfie e pacche sulle spalle. Pillon andava dalle signore che lo cercavano, le abbracciava e diceva loro: «Dove avete messo il mestolo? Avete chiesto il permesso ai mariti prima di uscire». Scherzava, eh.
 

Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 11:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA