Migranti, Piantedosi al G7 dei ministri degli Interni: obiettivo ricucire con la Francia (con la mediazione della Germania)

Si cerca l'asse con la Germania, ma il tema va risolto in Ue. Va evitato il rischio di una tenaglia migratoria innescata da Putin

Giovedì 17 Novembre 2022 di Fausto Caruso
Migranti, Piantedosi al G7 dei ministri degli Interni: obiettivo ricucire con la Francia (con la mediazione della Germania)

«La migrazione non è un tema all’ordine del giorno». È stata la risposta di Sonia Backes, sottosegretaria francese alla cittadinanza, a chi le chiedeva se il G7 dei ministri degli Interni che si apre oggi a Eltville, in Germania, sarebbe stata l’occasione giusta per ricucire finalmente lo strappo con l’Italia aperto dalla questione Ocean Viking. Difficile però che nelle pause e a margine dei lavori non scambi qualche parola sull’argomento con il ministro dell’Interno Italiano, Matteo Piantedosi. La gestione degli sbarchi è tra le priorità del Viminale e Piantedosi ha già in cantiere un decreto che preveda sanzioni pecuniarie e anche il sequestro delle navi per le Ong che non rispettano i divieti e le condizioni imposte dal nostro paese. Come però ricordato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nessuno Stato può affrontare questo tipo di emergenze da solo e la normalizzazione dei rapporti tra Roma e Parigi è obiettivo di tutta l’Unione Europea.

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Eltville, il programma del G7 dei ministri degli Interni

Il programma della riunione di Eltville ha al centro la guerra in Ucraina a le modalità con cui difendersi dalle minacce alla sicurezza interna poste dal conflitto. Minacce che possono tradursi in cyber attacchi alle infrastrutture occidentali e nelle campagne di disinformazione che diffondono false notizie sull’andamento del conflitto e la propaganda putiniana in Europa e negli Stati Uniti. Ma tra i mezzi che Mosca può utilizzare per piegare il sostegno occidentale a Kiev ci potrebbe anche essere una nuova ondata di profughi innescata dai frequenti bombardamenti sulle infrastrutture energetiche ucraine con l’obiettivo di lasciare al buio e al freddo la popolazione invasa.

Lo zar vuole dunque costringere gli ucraini a scegliere tra fuggire o morire di freddo. Dunque il tema dei migranti lasciato fuori dalla porta potrebbe rientrare prepotentemente dalla finestra. A quel punto sarebbe interesse di tutti affrontarlo in ogni suo aspetto.

 

Gli obiettivi

Al suo arrivo in Germania il ministro Piantedosi ha scambiato una calorosa stretta di mano con l’omologa tedesca Nancy Faeser. Gesto significativo non solo perché la Germania è presidente di turno del G7 e ospita pertanto il vertice, ma anche perché proprio Berlino ha cercato di offrire all’Italia una sponda nelle tensioni con la Francia. Il governo di Olaf Scholz continua a sostenere finanziariamente l’opera delle Ong, ma non ha accolto “l’invito” del presidente francese Emmanuel Macron a cancellare gli accordi con l’Italia che prevedevano la redistribuzione di almeno 7mila migranti sbarcati sulle nostre coste, confermando la disponibilità ad accoglierne 3mila. Pur non condividendo la linea dura di Roma, la Germania sta cercando di mediare in sede europea per tornare a normalizzare le relazioni tra Italia e Francia e in questo senso Piantedosi potrebbe cercare una collaborazione più stretta con la collega tedesca per rafforzare l’assistenza internazionale nel Mediterraneo.

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Piantedosi, il faccia a faccia con Johansson

Qualunque accordo in tal senso andrà però preso nell’ambito dell’Unione Europea. Molto atteso in proposito il faccia a faccia che Piantedosi avrà con al Commissaria Ue agli Affari Interni, Ylva Johansson, che aveva patrocinato gli accordi di Lussemburgo siglati a giugno. Quest'ultimo prevede un meccanismo di soldiarietà su base volontaria che però «non decolla», aveva dichiarato ieri il ministro nell'informativa alle Camere. Piantedosi vorrebbe che le Ong fossero più controllate dagli stati che forniscono loro le navi, ma l’obiettivo a lungo termine del governo italiano, e degli altri Stati più esposti alle rotte migratorie del Mediterraneo, non è quello di fermare le assoziazioni che soccorrono i naufraghi. Ciò che si punta a ottenere è un meccanismo automatico di redistribuzione dei migranti in grado di superare l’accordo di Dublino, che scarica l’onere di accogliere i migranti e valutare le richieste di asilo sul paese di primo approdo. Un risultato che faciliterebbe anche l'apertura di corridoi legali, ma non facile da raggiungere che però incontra l’opposizione di diversi paesi del Nord. Proprio perché una soluzione davvero efficace può essere solo una condivisa da tutta l’Unione diviene ancora più fondamentale che Francia, Italia e Germania tornino ad agire compatti sul tema. E se il G7, così come il G20, «non sono le sedi adatte per discuterne» (copyright Emmanuel Macron), ciò non vuol dire che non sia quella in cui gettare le basi della ricomposizione. Il G7 può essere però il luogo in cui affrontare il problema della pacificazione della Libia, dalle cui coste salpano i barconi soccorsi dalle Ong e dalle navi mercantili, il cui quadro politico è ancora fortemente instabile e dove arriva ancora l’influenza di Putin attraverso mercenari riconducibili al gruppo Wagner. L’Europa e l’Occidente devono agire insieme se non vogliono che la Russia cerchi di strangolarli in una tenaglia migratoria e aiutare i paesi di partenza è il primo necessario mattone da piantare a terra.

Ultimo aggiornamento: 19:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA