Partiti, ecco i feudi: M5S in Campania, Lega in qualche zona del Nord, Pd in Emilia. Solo FdI è omogenea in tutto il Paese

Il Terzo polo nei centri storici

Lunedì 10 Ottobre 2022 di Francesco Bechis
Partiti, ecco i feudi: M5S in Campania, Lega in qualche zona del Nord, Pd in Emilia. Solo FdI è omogenea in tutto il Paese

Alcuni resistono, altri vengono giù come neve al sole. Altri ancora rimangono in piedi ma pericolanti, in attesa del prossimo assalto. È il destino dei fortini, la sempreverde categoria con cui si legge la politica italiana al voto, prima, seconda e terza Repubblica non fa differenza.
LE (EX) ROCCAFORTI
Lettura che non sempre trova riscontro alle urne. È il caso delle politiche del 25 settembre, di cui Youtrend offre un'analisi a freddo grazie alle nuove mappe interattive sulla distribuzione del voto. Che ribaltano tanti facili cliché. Prendi Roma: ha fatto rumore Lavinia Mennuni, candidata di FdI che al centrosinistra a trazione Bonino ha strappato un collegio storico del Senato, l'uninominale Roma Centro, da sempre dato per blindato dai progressisti.

Ma è solo uno dei tanti ribaltoni.

Ancora centro, ma questa volta il cuore della Roma istituzionale, da Largo Chigi a Via di Campo Marzio, dove la politica si muove e pulsa, sezione 2107. I risultati? FdI 36,8%, Pd 14,9%: altro che Ztl rossa.

Totoministri, Salvini alle strette sul Viminale. Frenata sui vicepremier, Tajani verso gli Esteri, per Crosetto ipotesi Difesa


Fratelli d'Italia è l'unico partito che ha consensi abbastanza uniformi in tutta Italia. Gli altri hanno zone di quasi totale assenza e feudi che ancora resistono, anche se molto meno di un tempo. Il crollo degli ex castelli della sinistra è trasversale ma non omogeneo. Se in Toscana la mappa è da riscrivere - con la frana a Pisa (Camera), città natìa del segretario dem Enrico Letta, ma anche a Livorno (Senato) - altrove, come in Emilia Romagna, i bastioni hanno retto. In Lombardia il bilancio è di chiari e scuri. Fuori città il centrodestra (al timone FdI, non più Lega) ha fatto man bassa di voti sfilando ai dem centri simbolici come Sesto San Giovanni. A Milano invece il trend è invertito. Con il centrosinistra che regge a Milano Nord e strappa due collegi alla Camera. Ma nel capoluogo lombardo è il Terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi che ha posto le basi di un fortino robusto.
I numeri parlano chiaro. Milano-Buenos Aires, collegio alla Camera: 23%. In città, al Senato, il rassemblement centrista sfiora il 16,3%. A Piazza Castello (sezione 46) è un plebiscito: 37,4%. Il boom tocca gli altri capoluoghi della regione, con Brescia, Bergamo, Monza e Como che doppiano il risultato nazionale. E nei grandi centri il successo è garantito, da Nord (14% a Pordenone) a Sud con la riconferma di Roma come feudo di Calenda. Anche nel centrodestra, il risiko delle roccaforti è da rivedere. In Veneto, Friuli e parte della Lombardia è una valanga blu, con FdI che lascia il segno nei grandi centri (intorno al 30% a Verona, Venezia e Trieste). La Lega difende il primo posto in alcuni comuni in Trentino, Lombardia e Friuli ma quasi ovunque cede le trincee storiche a FdI, da Varese a Gemonio (da dove viene il Senatùr Umberto Bossi) fino a Ponte di Legno.

Meloni, gelo con Parigi. Mattarella la difende: «L’Italia sa badare a se stessa»


Al Sud la muraglia si chiama Cinque Stelle. Il Movimento di Giuseppe Conte si blinda in Campania. A Napoli poggia su un 40% che consacra il capoluogo come quartier generale dei pentastellati al Sud. Insieme alla provincia: a Torre del Greco, Acerra, Somma Vesuviana, Casoria il M5S è ben oltre il 30%. Solo FdI regge l'onda d'urto di Conte. Ma ci sono eccezioni: FI è riuscita a difendere alcune sue storiche roccaforti che restano azzurre. Ben oltre la doppia cifra a Reggio Calabria, 17,3% a Vibo Valentia è primo partito. Nel Meridione il verbo di Silvio Berlusconi fa ancora proseliti.
 

Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 09:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA