Decreto Sicurezza, via libera del Cdm: ok a protezione umanitaria migranti e Daspo contro movida violenta

Lunedì 5 Ottobre 2020
Sicurezza, via libera del Cdm al nuovo decreto

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera stasera al decreto su sicurezza e immigrazione che riscrive i decreti Salvini. Le novità riguardano la cancellazione delle multe milionarie per le ong, il ritorno al meccanismo della protezione umanitaria con un allargamento delle maglie della protezione speciale, tempi più brevi per ottenere la cittadinanza italiana, il ripristino della possibilità di svolgere lavori di utilità sociale.

Decreto sicurezza, Daspo dai locali pubblici per i violenti: arriva la norma "Willy", pene più severe

Un marcato superamento dei due decreti sicurezza di Salvini che, in controtendenza con i provvedimenti attuali, prevede un ritorno al «sistema di accoglienza e integrazione». Con in più due norme per inasprire il Daspo dai locali e le pene per i violenti e gli spacciatori, che arriva dopo l'uccisione del giovane Willy Monteiro.

Per le ong che violino il divieto di navigazione spariscono le multe fino a un milione, si scende da 10mila a 50mila euro, e vengono fatte salve le operazioni di soccorso «tempestivamente comunicate» ma c'è il carcere fino a 2 anni per gli attivisti in mare che non si coordinano con le autorità marittime dei Paesi di bandiera e di quelli che operano i soccorsi. Il divieto con la limitazione di transito per le navi, che i decreti Salvini avevano riportato al ministero dell'Interno, torna in capo al ministero dei Trasporti. Quest'ultimo deciderà su proposta del ministro dell'Interno, sentito di concerto il ministro della Difesa.

Vengono recepite le osservazioni mosse dal Quirinale diversi mesi fa, con anche la reintroduzione del rispetto degli obblighi costituzionali e internazionali sulle scelte per l'assegnazione del permesso di soggiorno. I casi di "protezione speciale" che riguardano i perseguitati vengono inoltre ampliati. Si ritorna al passato: non si terrà conto solo di chi fugge dalla tortura, ma anche da trattamenti inumani e degradanti. I termini obbligatori per il riconoscimento della cittadinanza italiana passano da 48 a 36 mesi.

Tra le novità, anche il ripristino della possibilità - per i richiedenti di protezione internazionale - di iscriversi all'anagrafe comunale e di convertire il permesso di soggiorno in permesso di lavoro. Nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr) diventa prioritario il trasferimento dei condannati. L'intrattenimento nei Cpr passa da un massimo di 180 a 90 giorni, ma ancora proporogabili di altri 30 giorni se lo straniero è cittadino di un Paese con un accordo di riammissione. Sull'assistenza dei richiedenti asilo c'è uno schema che prevede due livelli: un primo che riguarda l'accoglienza nei nei Centri Accoglienza Straordinaria (Cas), prevedibilmente durante il tempo necessario della presentazione della domanda di asilo.

Poi l'assistenza diffusa sul territorio in piccoli gruppi, nei cosiddetti strutture del Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati (Siproimi). Arriva infine un inasprimento delle pene per il reato di rissa e il Daspo dai locali pubblici e di intrattenimento per chi sia stato denunciato o condannato per atti di violenza fuori da un locale. Una «norma Willy» che aumenta le pene per chi abbia partecipato a una rissa, facendo salire la multa da 309 a 2000 euro e la reclusione - se qualcuno resta ferito o ucciso nella rissa - da un minimo di sei mesi a un massimo di sei anni (ora va da tre mesi a cinque anni).

Per i protagonisti di disordini o di atti di violenza il questore può disporre il Daspo da specifici locali o esercizi pubblici: se violato c'è la reclusione fino a due anni e una multa fino a 20.000 euro.

Si inasprisce il Daspo nei confronti degli spacciatori e arriva una norma per contrastare il traffico di droghe via web: viene creata una lista dei siti usati per lo spaccio, ai quali deve essere inibito l'accesso dai fornitori di connettività a internet, con multe da 50mila a 250mila euro per chi violi la norma.

Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 12:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA