Giulio Centemero: «Non starei tranquillo fossi un 5Stelle perché pure loro se si sveglia una toga...»

Sabato 13 Luglio 2019
Giulio Centemero: «Non starei tranquillo fossi un 5Stelle perché pure loro se si sveglia una toga...»

«Altro che rubli, le nostre casse, come si sa, piangono. Altrimenti non avremmo licenziato 64 persone. Mi sembra, poi, che ancora stiano cercando, senza fortuna, i soldi in Lussemburgo. Dunque possono cercare anche questi. Tanto non c'è nulla e siamo davvero tranquilli». Insomma, fa capire Giulio Centemero, 40 anni, deputato e soprattutto tesoriere della Lega dal 2014, da quando comanda Matteo Salvini, il caso Russia non esiste. «Si tratta di una fake news: basta scaricare i nostri bilanci dal sito», ripete dopo averlo scritto anche in un tweet in risposta a Matteo Renzi.

LA STOCCATA
Poi però appena gli viene ricordato che il M5S ha colto la palla al balzo per chiedere «spiegazioni», per far trapelare dubbi e la solita diversità morale finanche antropologica, dalla sua bocca escono parole non proprio inzuppate di miele: «Hanno poco da parlare, se si sveglia un magistrato...». Dunque: nessun predicozzo dagli alleati grillini, fa capire il tesoriere. Sempre misurato e sorridente. Ma ermetico, sia un personaggio centrale nel nuovo corso della Lega, in versione partito nazionale, con il Nord e gli scandali (forse) alle spalle.
D'altronde è proprio questo silenzioso commercialista e revisore dei conti - nato ad Arcore da mamma ginnasta romena e padre informatico dell'Ibm - a dover gestire la lunga transazione con la Procura di Genova. E' stato lui a chiudere la trattativa per i famosi 49 milioni di euro scomparsi e che saranno restituiti comodamente in 80 rate, da 600mila euro all'anno. «Lo posso ripetere all'infinito: noi, come Lega, non abbiamo nulla a che vedere con questa vicenda: non abbiamo mai percepito erogazioni dall'estero, magari ci fossero stati dei finanziamenti: non avremmo fatto scelte dolorose di ristrutturazione del personale».
Inoltre, tiene a specificare Centemero, «anche prima dello Spazza-corrotti chiedevamo l'autorizzazione a pubblicare i nomi delle donazioni liberali, comprese quelle delle società». Poi però c'è il ruolo di Gianluca Savoini che svetta in questa vicenda. La sua presenza costante nei viaggi in Russia di Salvini, ma anche nella visita di Putin in Italia. Le foto. Gli accostamenti difficili da rinnegare o, più banalmente, da smentire e da ridurre a fake news. Come il fatto che la sede dell'associazione Lombardia-Russia di Savoini si trova in via Colombi 18, una traversa della sede del Carroccio nel quartiere di Affori, da dove una volta si entrava per partecipare ai consigli federali. Dunque è complicato il gioco del Savoini, chi?.
Su di lui il successore di Francesco Belsito dà una spiegazione vaga: «Certo che lo conosco, era stato messo da Bobo Maroni al Corecom in Regione Lombardia, anche se non ho mai avuto un grande rapporto con lui». Ma ha ascoltato la registrazione del Metropol? «Sì, ma non si evince nulla, in quanto non si parla di Lega e non si parla di soldi che devono arrivare al partito e comunque non sono mai arrivati».
D'accordo, ma quale idea ha Centemero di Savoini: nel migliore dei casi è un tipo spregiudicato o un millantatore? «Forse entrambe le cose», si lascia sfuggire il deputato in un angolo di un Transatlantico, davanti alla porta che dà nel cortile interno di Montecitorio. È una delle tante giornate abbastanza stanche, eccitate solo da questa inchiesta.
LA SICUREZZA
Sarà per la calma à la Giorgetti (di cui è un fedelissimo) sarà perché più di lui parlano le casse delle Lega, ma il tesoriere ostenta serenità. Convinto che passerà anche questa, che tutta l'inchiesta si concluderà in un buco nell'acqua. «Moshe Dayan diceva che i giornali escono tutti i giorni - continua - quindi bisogna riempirli. Noi non solo seguiamo tutte le norme, ma operiamo nella massima trasparenza. Viviamo d'altronde in una casa di vetro, anzi di cristallo. Con mille riflettori addosso. E Matteo lo sa benissimo».
Simone Canettieri
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