No vax, il volto normale tra ristoratori e pensionati pronti a diventare violenti

Le chat ma anche una radio pirata per la chiamata a raccolta

Lunedì 11 Ottobre 2021 di Cristiana Mangani
No vax, il volto normale tra ristoratori e pensionati pronti a diventare violenti

Hanno facce di gente comune, gli agitatori delle piazze nell'era del Covid. Sono il ristoratore, il dipendente pubblico, il pensionato, la mamma che lavora, l'ex compagno di scuola. Persone insospettabili, in cerca di leader. Ma ancora più pericolose e difficili da contenere perché pronte a stendersi davanti a un blindato per poter esprimere il proprio dissenso. Sabato scorso in piazza del Popolo ne sono arrivati diecimila di No vax, una cifra elevata e inaspettata, che ha trovato impreparate le forze dell'ordine e ha consentito a Forza nuova, a Giuliano Castellino, e a ex terroristi dei Nar, di cavalcare il malcontento, di appropriarsene.

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È un no movimento quello che sta crescendo a ridosso di grossi appuntamenti politici e dell'obbligo di esibizione del Green pass. Sono pezzi di società civile che lamenta di non essere rappresentata da questo governo. Gente comune e, dunque, difficile da prevedere e tracciare. L'intelligence continua a escludere che ci sia una regia unica, un disegno destabilizzante preordinato. È pur vero, però, che se sono otto milioni i non vaccinati in Italia, il rischio di vedere crescere questa massa agitata aumenta ogni giorno di più. Così come cresce la difficoltà di individuare i loro possibili obiettivi, proprio per l'estemporaneità dei gesti e delle reazioni. Un terreno fertile dove gli agitatori di professione non fanno fatica a trovare seguaci.
LE VIOLENZE
L'anima no vax, no Green pass, no tutto, non sembra proprio disposta al dialogo.

E così ti ritrovi quello che fino al giorno prima era un anonimo bidello di scuola, urlare a chi cerca di fargli domande: «Sei un giornalista? Allora ti taglio la gola». È successo ad agosto. E una scena simile si è verificata subito dopo a Roma. Sono aumentati i rischi per medici e infermieri, e qualcuno ancora da identificare si è preso la briga di seguire e minacciare l'infettivologo Matteo Bassetti. Assalti ai gazebo dei partiti stanno accadendo con sempre maggiore frequenza. E ora viene difficile per gli operatori della sicurezza liquidare tutto questo come l'azione di quattro gatti.

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Tra gli arrestati di ieri per i disordini nella Capitale c'è anche Biagio Passaro, ristoratore, diventato leader in un attimo grazie ai social e alla chat Telegram Io apro. Quasi filmasse una giornata in famiglia, il commerciante ha ripreso l'assalto alla sede della Cgil, accompagnandolo con lo slogan: «Si sfonda la Cgil». E il suo caso non è unico. In questi tempi complicati ha trovato spazio, sempre dietro la sigla Io apro Hermes Ferrari, lo sciamano di Scandiano, titolare di pizzerie a Rubiera e a Modena. A un cittadino che gli chiedeva di mettere bene la mascherina, il ristoratore travestito da Jack Angeli dell'assalto a Capitol Hill, gli ha rifilato una testata solo perché aveva osato criticarlo. Gli amici di Passaro, sostenitori di un movimento che ha raggiunto 100 mila seguaci, ne prendono le difese: «Spiace che Biagio sia finito in mezzo a questa cosa - dice Umberto Carriera, imprenditore pesarese -, io sono contro la violenza, ma i cittadini si stanno arrabbiando sempre di più, la misura è colma». Anche Carriera è finito al centro di polemiche: a luglio scorso ha inscenato una protesta sotto casa del sindaco dem di Pesaro, Matteo Ricci, che lo aveva accusato di «una intimidazione da squadristi».
In questo scenario così trasversale, che racchiude mondi diversi, l'estrema destra sta sguazzando. È un pezzo d'Italia, senz'altro minoritario ma non per questo meno pericoloso, tra i quali si ritrovano - come è avvenuto in piazza del Popolo - Luca Castellini, il Gran Caste che inneggia a Hitler e ha un cognome molto simile dell'altro ultrà Giuliano Castellino. Anche lui pluridaspato e capo della curva Sud di Verona. E persino l'avvocato Carlo Taormina che arringa le folle «contro la dittatura sanitaria».

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LE COMUNICAZIONI
Le manifestazioni e i presidi vengono comunicati via Telegram, su chat che cambiano di continuo e si rinnovano, dove la protesta assume contorni di grande violenza, tra chi incita alla battaglia e chi consiglia di scendere in strada con i mitra. Il popolo del contro tutto ha attivato anche una radio pirata che usa frequenze non in Fm. Capita la sera di sentire su frequenza 7210-7211,5 KhZ, in modulazione Usb, appelli alla disobbedienza civile, progetti di aggressione e reazione contro i provvedimenti decisi dal governo. E il segnale raggiunge anche la Francia e la Slovenia. Un modo questo rudimentale, ma anche molto astuto, perché chi segue il programma può restare anonimo ed è impossibile riuscire a sapere esattamente chi sta ricevendo le comunicazioni. Inoltre costa poco e si può smantellare rapidamente.

 

Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 20:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA