Navi Migranti, Meloni: «Rispettate regole internazionali. Bizzarra la decisione dei medici di farli sbarcare»

Il premier: «Bizzarro che tutti siano sbarcati perché fragili». La Ue si limita ad un appello: «Redistribuzione tra i 27 Paesi»

Giovedì 10 Novembre 2022 di Francesco Malfetano
Navi migranti, Meloni: regole rispettate, sono profughi. Scontro con i medici

 «Il governo italiano sta rispettando tutte le convenzioni internazionali e il divieto imposto a queste navi Ong di sostare in acque italiane, oltre il termine necessario ad assicurare le operazioni di soccorso e assistenza dei soggetti fragili, è giustificato e legittimo». Sui migranti e le navi delle organizzazioni non governative presenti nel Mediterraneo, Giorgia Meloni non sembra avere alcuna intenzione di arretrare. L’esecutivo anzi, proseguirà esattamente come fatto finora, nella consapevolezza che quella dello stop alle Ong è solo il primo passo di un piano più ampio. 
A spiegarlo è proprio la premier che, approfittando della platea di parte composta dalla plenaria dei parlamentari di Fratelli d’Italia tenuta ieri mattina, ha fatto il punto sulle prime settimane alla guida dell’Italia, indugiando inevitabilmente sulle numerose polemiche degli ultimi giorni.

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E così, se sulla Francia che prima ha dato la disponibilità ad accogliere una delle imbarcazioni e poi ha bacchettato la strategia del Belpaese si è limitata a garantire la legittimità dell’operato italiano e attaccare l’opposizione («Quello che continua a stupirmi è che una intera parte d’Italia remi contro l’interesse nazionale italiano»), la premier ha chiarito il suo punto di vista su ciò che sta accadendo: «A bordo di queste navi non ci sono naufraghi ma migranti le persone sono salite a bordo in acque internazionali trasbordando da altre unità navali di collegamento e la nave che li ha presi in carico è attrezzata ed equipaggiata per ospitarli e provvedere a tutte le loro esigenze di accoglienza». 
Una condotta difesa anche dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Noi abbiamo difeso un principio. Lunedì porrò la questione al Consiglio Affari europei perché il problema dell’immigrazione è un problema europeo, come ha detto anche papa Francesco. Non solo italiano, greco o maltese. L’importante è che ci sia una collaborazione e un intervento dell’Unione europea» ha detto parlando con i giornalisti ad Amsterdam dove accompagna il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una posizione sostenuta ieri (in parte) anche da Bruxelles in una nota, limitandosi però ad un appello ben lontano dalla concretezza chiesta dal governo italiano. «La Commissione Ue ricorda il principio della cooperazione» si legge. «È importante fornire sostegno Paesi che ricevono regolarmente arrivi via mare: sulla base del Meccanismo di solidarietà concordato». Un’apertura a metà, considerando che la nota di Bruxelles riporta anche l’invito a far sbarcare la Ocean Viking nel «luogo sicuro più vicino» che ieri, in corso di navigazione, era l’Italia.


LO SCONTRO


Tornando al confronto di Meloni con i suoi, in particolare la presidente del Consiglio si è soffermata sulla polemica relativa al cosiddetto “sbarco selettivo” dei migranti. «Non è dipesa dal governo la decisione dell’autorità sanitaria di far sbarcare tutti i migranti presenti sulle navi Ong, dichiarandoli fragili sulla base di possibili rischi di problemi psicologici. Scelta, quella dell’autorità sanitaria, che abbiamo trovato bizzarra». Un attacco abbastanza frontale ai medici intervenuti nelle operazioni di sbarco delle quattro navi arrivate in Italia - Humanity 1, Ocean Viking, Geo Barents e Rise above - che ha finito con il far infuriare i sanitari. «La medicina è cosa diversa dalla politica. Bisogna rispettare l’operato dei medici, che hanno agito in scienza e coscienza» è infatti la dura replica presidente degli ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli.
D’altro canto anche nel ragionamento di ieri, la premier ha ribadito come quella relativa alle Ong (e all’accoglienza) è solo una parte del piano più ampio dell’esecutivo. «Siamo solo all’inizio del lavoro - ha rimarcato - e c’è ancora molto da fare, anche per contrastare decenni di propaganda immigrazionista che si è sedimentata ad ogni livello e che sovrappone il piano della protezione ai profughi con il controllo dei flussi migratori.

Piani diversi che non vanno mescolati». Il riferimento è sì a una collaborazione più marcata da parte dell’Europa, ma anche alla già prospettata terza fase della missione Sophia di Frontex, in cui si prevede lo smantellamento delle reti dei trafficanti. Un obiettivo tutt’altro che semplice da realizzare, specie se dovesse traballare il sostegno europeo o di alleati geograficamente strategici come la Francia. 

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Ultimo aggiornamento: 20:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA