Spostamenti a Natale, Regioni blindate: via libera ai residenti. A rischio la deroga per raggiungere genitori, coniugi o fidanzati

Domenica 29 Novembre 2020 di Alberto Gentili
Natale, Regioni blindate: via libera ai residenti. A rischio la deroga per raggiungere genitori, coniugi o fidanzati

Il Natale con papà e mamma, figli e fratelli, insomma con i parenti di primo grado, non è affatto scontato. Il governo teme la terza ondata dell’epidemia. E non solo per i danni sanitari, economici e sociali che aggraverebbe. Ma perché, come ha spiegato Dario Franceschini nel vertice di venerdì, «se a gennaio il virus tornerà a imperversare, se la curva dell’epidemia si impennerà di nuovo, non avremo attenuanti dopo ciò che è successo ad agosto.

E, assieme alla terza ondata, potremmo avere la crisi di governo».

Covid, cortisone sì (dopo 72 ore) e niente eparina e integratori: il protocollo Cts per la cura a casa

Raccontano che Giuseppe Conte, fino a quel punto favorevole a concedere la deroga al divieto di superare i confini regionali per permettere il ricongiungimento familiare dei parenti di primo grado, abbia schiacciato il pedale del freno: «Prendiamoci qualche altro giorno per decidere, vediamo come saranno i dati nei prossimi giorni e poi valuteremo». Una linea prudente condivisa da Roberto Speranza (Salute), Francesco Boccia (Regioni), Roberto Gualtieri (Economia) e dallo stesso Franceschini (Cultura). Proprio il capodelegazione del Pd, dopo la frenata del premier, ha aggiunto: «Durante la guerra i parenti non si incontravano a Natale, non andavano a trovare papà e mamma. E questa è come una guerra. Ripeto: se sbagliamo il Natale, se i contagi riprenderanno dopo le Feste, non avremo attenuanti...».

DOMANI IL VERTICE CON LE REGIONI

A sostenere la linea della «massima prudenza» - che verrà discussa domani con le Regioni, contrarie tra l’altro alla chiusura dei ristoranti il 25 e il 26 dicembre - sono anche i tecnici del Comitato tecnico scientifico (Cts) Silvio Brusaferro, Franco Locatelli e Agostino Miozzo. Durante l’ultima riunione hanno fatto presente a Conte & C. che «è indispensabile un approccio molto rigoroso, perché è vero che la curva dell’epidemia si sta appiattendo e la pressione sugli ospedali sta calando, ma i positivi sono ancora troppi e la diffusione del virus è tutt’ora imponente». Perciò «gli spostamenti tra Regioni sarebbero un forte fattore di rischio, potrebbe avvenire un travaso di contagi tra varie zone del Paese come è accaduto ad agosto». A questi timori, a questi ragionamenti, è appeso il Natale degli italiani. Per evitare le «migrazioni natalizie» da Nord al Centro-Sud, dall’estero all’Italia, e per scongiurare i «cenoni allargati», il governo ha deciso di adottare con il Dpcm di venerdì prossimo due misure.

Seconde case, ecco chi potrà andare: le regole per spostarsi nelle Regioni, lo strappo della Toscana

La prima: il divieto dal 19 dicembre (fino al 10 gennaio) di superare i confini regionali, anche quando l’intero Paese sarà in zona gialla. La seconda: confermare il coprifuoco dalle 22 anche la notte di Natale e di Capodanno. Ma, visto «il malessere sociale e psicologico» che attraversa l’Italia, Conte - sostenuto da grillini e renziani - sta valutando appunto due deroghe: consentire di tornare nella propria Regione di residenza e permettere i ricongiungimenti tra «parenti di primo grado», essenzialmente per scongiurare un Natale in solitudine per gli anziani. Ebbene, se per la prima c’è già un sostanziale via libera: «Non possiamo impedire di tornare alla propria residenza, c’è un accordo di massima in questa direzione», spiega un ministro. Per i ricongiungimenti familiari è ancora battaglia nel governo, perciò questa deroga sarà in bilico fino alla stesura definitiva del Dpcm. «Il rischio è alto», dice un altro ministro, «se si consentisse di superare i confini regionali per far visita ai parenti di primo grado, si creerebbe un buco nel quale si infilerebbero tutti. E le forze dell’ordine, chiamate a fare i controlli, si troverebbero in una situazione ingestibile».

Maglie larghe

In ogni caso, anche la linea aperturista, non punta alle maglie larghe: sarebbe consentito a un solo figlio (con il proprio nucleo familiare) raggiungere i genitori e sarebbero inoltre autorizzati esclusivamente i ricongiungimenti tra coniugi e partner conviventi. Nient’altro. E con «forti raccomandazioni»: mascherina e distanziamento fino a quando non ci si mette seduti, tavolo separato per gli anziani se ci sono bambini. In più, siccome il coprifuoco alle 22 non copre la “falla” dei pranzi di Natale e di Santo Stefano e neppure i pomeriggi di tombolate che tradizionalmente scandiscono le Feste, sarà confermata una raccomandazione già in vigore: «Non invitate a casa persone non conviventi». Spiegazione di un tecnico del Cts: «Chi non vive con voi è, rispetto al rischio-contagio, un perfetto estraneo». 

Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 11:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA