Bonaiuti, il Portavoce che citava Dante e conosceva il mondo

Mercoledì 16 Ottobre 2019 di Marco Conti
Bonaiuti, il Portavoce che citava Dante e conosceva il mondo

Se ne è andato con il garbo e la gentilezza di sempre.  A 79 anni “Paolino” Bonaiuti ci ha lasciato, ma a noi giornalisti ci aveva salutato qualche anno fa lasciandoci il tempo di rimpiangerlo da vivo. Elegante, raffinato ma soprattutto colto. Qualità - soprattutto l’ultima - non sempre rintracciabile nei giornalisti e, soprattutto, tra i politici. Ma Bonaiuti fu un politico anomalo perché rimase sempre giornalista, giornalista di carta stampata, giornalista del Messaggero dove fu prima inviato e poi vicedirettore.

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Arrivò alla corte di Silvio Berlusconi nel 1995, tramite il suo compagno di liceo ed allora capogruppo di Forza Italia Vittorio Dotti. Berlusconi, che del lavoro giornalistico ha sempre apprezzato la mancanza di orari e di festività, trovò subito modo di apprezzare quel fiorentino che citava spesso Dante e che era sempre informato su ciò che accadeva nel mondo.

Con il Cavaliere è rimasto per quasi vent’anni, sino al 2014 quando si consumò con Berlusconi una frattura “ambientale” perché ad Arcore era cambiato tutto anche il contenuto del frigorifero che Paolino andava ogni tanto ad aprire durante le interminabili riunioni.

Bonaiuti era il Portavoce come Forza Italia non ne ha avuti più e come si fatica anche oggi a trovarne mentre la comunicazione si fa sempre più falsa, “coperta” dai social e dalle indiscrezioni veicolate da “fonti”.

Sobrio, rispettoso delle opinioni altrui, grande amico di Umberto Bossi come di Gianfranco Fini, ma in fondo sempre socialista ed europeista convinto. Tanti gli aneddoti da raccontare in vent’anni di lavoro su fronti opposti. Tante le discussioni dove però lasciava sempre prevalere la ragione al l’appartenenza. Doti che oggi non è facile rintracciare,  ma Paolino era il Portavoce, non un portavoce.

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