Non usa giri di parole. «Sono spiaciuto della schifezza mediatica che condanna le persone prima che sia un giudice, un tribunale a farlo»: così il segretario della Lega Matteo Salvini ha parlato dell'indagine sull'ex responsabile della sua comunicazione sui social Luca Morisi, del quale però oggi vengono alla luce festini a base di droga in una cascina di Belfiore (scrive Repubblica). «Non conosco la vicenda, sono vicende personali» ha aggiunto, ripetendo che «Luca è una gran brava persona, un amico».
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Più tardi il leader della Lega affronta la questione sotto il punto di vista politico: «Per me chi vende droga, vende morte. Su questo spero che nessuno abbia dubbi, chi consuma droga sbaglia e va aiutato e curato. Ma tirare in ballo il discorso politico, che non c'entra nulla con il partito, perché lui (Luca Morisi, ndr) risponderà a se stesso e alla sua coscienza.... È un attacco gratuito alla Lega a 5 giorni dal voto», dice ai microfoni di Un giorno da pecora.
«In un Paese civile prima di condannare qualcuno, prima di sputtanare qualcuno - ha proseguito il segretario del Carroccio - si aspetta che sia la giustizia a fare il suo corso. E faccio un esempio. Per mesi le prime pagine dei giornali hanno parlato dei fondi russi, Salvini ha preso i soldi dalla Russia, scandali, inchieste intercettazioni. E il risultato dopo anni di infamie: zero».
«Se tutti attaccano solo la Lega - ha aggiunto - siamo gli unici che danno veramente fastidio a un sistema che vorrebbe portare indietro l'Italia»: «Se Luca ha sbagliato nella sua vita privata sono il primo a dirgli 'ma che diamine hai fatto? ma perché? però è una vicenda privata. Io non mi sono mai permesso di commentare le vicende del figlio di Grillo o degli amici di Conte o di qualche altro politico di sinistra. Io mi fermo davanti all'uscio di casa» ha concluso.
La citofonata - Salvini non si è pentito della citofonata fatta ad un presunto spacciatore al quartiere Pilastro di Bologna nel 2020, quando chiese «Scusi lei spaccia?». A margine di un sopralluogo all'ex Macello di Milano, infatti, il leader del Carroccio, a chi gli chiedeva se, alla luce degli sviluppo della recente vicenda Morisi, si fosse pentito di quella citofonata, ha risposto: «No, perché hanno arrestato degli spacciatori. Lì c'erano degli spacciatori che sono stati arrestati. Non andiamo a caso. Diciamo che sono stato ministro dell'Interno e qualche contatto con le forze dell'ordine ce l'ho».
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Pandemia - «La nostra richiesta è di riaprire tutto per tutti», dice poi Salvini su Telelombardia del via libera del Cts alla capienza del 75% nei teatri e nei cinema. «Ma che ragionamento scientifico è il 75%? perché non il 78,8 allora? Apriamo tutto. All'estero - ha ricordato - sono aperti a piena capienza». «La violenza non è mai giustificabile però il diritto a manifestare la propria idea è di tutti; studenti, poliziotti, agricoltori, cacciatori - ha detto sul Green pass - Ci sono circa 10 milioni di italiani che per necessità o scelta non hanno il Green pass, non possiamo frustarli, lasciarli a casa senza stipendio. Ci sono circa 20mila poliziotti senza Green pass. Cosa facciamo? Li lasciamo a casa?», ha aggiunto tornando a chiedere i tamponi gratuiti.
Giorgetti
«Non ho molto tempo per leggere le interviste, poi ho visto che Giorgetti ha smentito. A Roma Michetti è una persona competente e per ripartire bisogna farlo dalle periferie e non dai salotti di Calenda. Roma è Tor Bella Monaca, Rebibbia, è Ostia. Roma è stupenda ma è stata trascurata in questi anni di Pd e 5 Stelle». Così il leader della Lega, Matteo Salvini replicando all'intervista del ministro leghista Giancarlo Giorgetti di ieri che ha 'bocciatò la scelta del candidato sindaco del centrodestra a Roma, 'promuovendò l'outsider Carlo Calenda. Salvini l'ha detto a 'Oggi è un altro giornò in onda su Rai 1.