Militari, droni e nuovi presìdi medici: ecco il piano d'azione contro i roghi

Lunedì 19 Novembre 2018 di Diodato Pirone
Militari, droni e nuovi presìdi medici: ecco il piano d'azione contro i roghi
Rafforzare la presenza dell'Esercito per i presidi e dei Carabinieri per i controlli; ricorrere ai medici di base per individuare le aree e i motivi per cui ci si ammala di più; affidare il coordinamento delle azioni ai prefetti. Sono questi alcuni dei punti del Piano d'azione che sette ministri e il presidente del Consiglio si apprestano a firmare - oggi, a Caserta - per contrastare il fenomeno dei roghi tossici di rifiuti in Campania.

Il senso del Piano viene illustrato dal vicepremier Luigi Di Maio in una intervista al Mattino. «Quello che è importante è il coordinamento delle iniziative», sottolinea Di Maio. Per il vicepremier i ministeri coinvolti, Ambiente, Difesa e Interni, devono individuare subito gli impianti da presidiare per evitare che si ripetano incendi e contemporaneamente gli enti locali, le Asl e gli oraganismi che controllano la qualità dell'aria e dell'acqua devono operare assieme a tutela della salute della cittadinanza.

Secondo Di Maio con questo modello di intervento coordinato non solo si combatte il malaffare che prospera intorno ai rifiuti ma si prospetta un modello di risoluzione del problema che non può essere quello di costruire nuovi inceneritori per i quali non ci sono le condizioni.

Anche il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, da tempo non usa più mezzi termini: «lo Stato deve intervenire in maniera muscolare, è arrivato il momento di dire mo basta, per dirla in napoletano», ha spiegato pochi giorni fa. E quindi ecco un piano che serva subito a «capire chi-fa-cosa», per un'azione immediata in attesa di un disegno di legge più ampio, quel Terra Mia che dovrebbe arrivare a gennaio e riguardare l'intero Paese, il cui perno sarà l'azione preventiva.
Il piano prevede che l'Esercito vada immediatamente a presidiare quei siti di lavorazione dei rifiuti che, secondo le prefetture di Napoli e Caserta, sono a rischio di incendi dolosi.

Cento Carabinieri esperti in indagini ambientali saranno poi distaccati sul territorio, per rafforzare l'attività di intelligence e repressione. In Campania, complessivamente, dovrebbero arrivare altri 200 militari e il piano prevede anche l'utilizzo di droni e un sistema centralizzato di video sorveglianza.

I CENTRI
Saranno presidiati i siti di stoccaggio a maggior rischio, ha spiegato il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta. A luglio il Viminale ha chiesto di predisporre elenchi dei siti ritenuti sensibili e la Campania ne aveva indicati 262: è tra questi che verranno individuati quelli più esposti e sui quali vigilerà l'Esercito. Sarà necessario fare luce, come ha spiegato il procuratore Antimafia Federico Cafiero De Raho, se i roghi sono provocati dalla criminalità organizzata per creare uno stato di emergenza o se vengano appiccati dai gestori dei siti per evitarne il collasso.

Ma l'azione del governo non passa solo per controllo e repressione: i medici di base, ha spiegato sempre Costa in un'intervista a La Stampa, «si sono offerti di effettuare in modo volontario il monitoraggio sanitario che ci permetterà di sapere perché e dove ci si ammala».

Il piano prevede una definizione chiara delle competenze dei vari organi dello Stato (forze dell'ordine, vigili del fuoco, Asl) e di come devono rapportarsi fra di loro, per evitare incomprensioni e contrasti. «Noi vogliamo che la Campania sia il primo laboratorio di tutela ambientale del Paese. Sappiamo che il Paese ha un problema grosso, ma sappiamo che la Campania ha dato troppo in questi anni. È qua che vogliamo andare a sperimentare in termini concreti», ha scritto sui social il ministro Costa.
Ultimo aggiornamento: 11:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA