Migranti, il Viminale aumenta i rimborsi da 19 a 23 euro

Giovedì 6 Febbraio 2020 di Cristiana Mangani
Migranti, il Viminale aumenta i rimborsi da 19 a 23 euro

Cambiano i rimborsi per la gestione dei migranti, e passano dai 19 euro a persona fissati dai decreti salviniani ai 22-23 autorizzati in una circolare del ministero dell'Interno. La decisione è arrivata dopo che i prefetti hanno lanciato l'allarme sul sistema dell'accoglienza al collasso. Ma non per un eccesso di profughi sbarcati in Italia, bensì perché i bandi di gara sono andati tutti deserti, anche nei luoghi dove l'integrazione era un fiore all'occhiello. Le strutture sono state chiuse e gli ospiti sono stati spostati di città in città. Troppo esiguo lo stanziamento del ministero, sceso nell'estate del 2018 da 35 a 19-26 euro al giorno a migrante.

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La notizia dell'aumento accordato ha fatto partire Salvini all'attacco: «Dopo aver riaperto i porti, il governo riapre i portafogli degli italiani - ha dichiarato -, aumentando i soldi per chi accoglie richiedenti asilo e fa ripartire il business legato agli sbarchi».

I RISCHI
In realtà, il provvedimento del Viminale è stato necessario, proprio per evitare il collasso, in vista della bella stagione e del rischio invasione. «La mancata presentazione di offerte a un bando di gara - è scritto nella circolare - è una situazione talmente limite che legittima il ricorso alla procedura negoziata senza bando, istituto cui è possibile ricorrere solo nei casi tassativi previsti dalla norma». In questo modo le prefetture «possono individuare alcuni operatori economici da consultare, selezionando l'offerta migliore». E se si verifica che un prezzo d'asta è sottostimato, «si potrebbe procedere a variare» le singole voci che compongono il costo medio. Prevista inoltre la possibilità per il migrante di accedere a un servizio di assistenza sanitaria complementare da porre a carico dell'appaltatore che può essere rimborsato a parte rispetto al prezzo pro capite al giorno posto a base di gara. E i costi possono crescere anche per la necessità di aumentare il personale di vigilanza nei centri a seguito di danneggiamenti.

Per poter modificare il decreto entrato in vigore nel 2018, Lamorgese ha costituito una cabina di regia per studiare possibili correttivi con la consulenza dell'Anac. L'autorità anticorruzione ha emesso un parere certificando come i criteri delle linee guida possano essere modificati, tenendo conto della collocazione geografica della struttura e del tipo di assistenza fornita. I centri o le case situate a Milano hanno certamente costi diversi rispetto a un paese della Calabria o della Puglia. E quindi la conclusione è stata che si può rimodulare i bandi perché il codice degli appalti lo consente, nei casi in cui le gare vadano deserte. Un modo per rendere più appetibile l'assegnazione dei servizi.
Il capo del Dipartimento libertà civili ed immigrazione, Michele Di Bari, ha fatto partire all'indirizzo delle prefetture una circolare con il nuovo schema di capitolato d'appalto per i centri di accoglienza. Non si torna ai 35 euro a migrante, ma il rimborso potrà crescere rispetto all'importo fissato da Salvini, almeno di 2 o 3 euro a migrante. E questo potrebbe garantire un margine di guadagno per chi è interessato a partecipare.
 



I POSTI DI LAVORO
In attesa di vedere se la situazione andrà a migliorare, le prefetture stanno rischiando il caos, non potendo fare altro che ripetere i bandi, sperando che qualcuno risponda.
Le conseguenze nel tempo sono state la perdita di decine di posti di lavoro, anche se l'ex ministro aveva parlato di risparmi fino a un miliardo e mezzo di euro per effetto dei tagli definiti in base alla grandezza dei centri: 150 posti, 300, 600, 900, 1000 e accoglienza «individuale». Quest'ultimo dato riguarda, in particolare, chi è ospitato negli appartamenti. Un dato che rappresenta l'80% dei soggetti inseriti nel sistema.

Ultimo aggiornamento: 12:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA