Migranti, stretta sulle Ong: multe e confisca delle navi. Rave, il sì alla fiducia

Multe, sequestro e confisca per le navi che violano le norme. Piantedosi: dopo la prima stretta a novembre sbarchi ridotti del 78%

Giovedì 29 Dicembre 2022
Migranti, stretta sulle Ong: multe e confisca delle navi. Rave, il sì alla fiducia

Il governo accelera sul fronte di migranti e sicurezza. In due mosse. Il Consiglio dei ministri ha battezzato il nuovo codice di condotta per le navi delle Ong. La Camera, dove va in scena un aspro scontro con l’opposizione, ha votato la fiducia al decreto con le norme anti-rave. E oggi dopo una maratona notturna, per scongiurare le decadenza del provvedimento, con ogni probabilità a Montecitorio verrà utilizzata la “ghigliottina”: il meccanismo che permette di porre in votazione un decreto nell’imminenza della scadenza (domani), anche se non è terminato l’esame dell’Aula.

A palazzo Chigi, prima dell’inizio della riunione di governo, si è discusso se inserire o meno nel provvedimento sulle Ong anche le norme contro i femminicidi e le baby gang. Ma alla fine, per evitare di varare un provvedimento che interveniva su materie diverse, Giorgia Meloni ha deciso di portare al voto del Consiglio solo il codice di condotta delle navi della organizzazioni umanitarie.
Il provvedimento, preparato dal ministro degli Interni Matteo Piantedosi in «piena sintonia con Meloni e Matteo Salvini», stabilisce prima di tutto le regole per le Ong che devono essere «in possesso dei requisiti di idoneità tecnico-nautica». E chiarisce che il «transito e la sosta delle navi sono garantiti ai soli fini di assicurare il soccorso e l’assistenza a terra delle persone prese a bordo a tutela della loro incolumità».
Il comandante deve «avviare tempestivamente iniziative volte a informare le persone prese a bordo della possibilità di richiedere la protezione internazionale sul territorio dell’Unione europea e, in caso di interesse, a raccogliere i dati rilevanti da mettere a disposizione delle autorità». Inoltre la nave Ong è obbligata a chiedere «immediatamente l’assegnazione del porto di sbarco», che va raggiunto «senza ritardo per il completamento dell’intervento di soccorso». E deve fornire alle autorità italiane Sar «le informazioni richieste ai fini dell’acquisizione di elementi relativi alla ricostruzione dettagliata dell’operazione di soccorso». Questo per scongiurare “abboccamenti” con gli scafisti.
Corposa la parte delle sanzioni che saranno decise dai prefetti. Al comandante della nave Ong che viola il codice di condotta «si applica una multa da 10 mila a 50 mila euro». «La responsabilità si estende all’armatore e al proprietario della nave» che sarà soggetta al «fermo amministrativo per due mesi». Ancora: «In caso di reiterazione della violazione, si applica la sanzione amministrativa accessoria della confisca della nave». In più, «quando il comandante della nave o l’armatore non fornisce le informazioni richieste» dalle autorità Sar, «o non si uniforma alle indicazioni», «si applica la sanzione amministrativa da 2 mila a 10 mila euro». E scatta il fermo amministrativo per venti giorni. «In caso di reiterazione della violazione, il fermo è di due mesi», che diventa confisca se la violazione si ripete.
Prima del via libera, Piantedosi ha illustrato gli ultimi dati: i migranti sbarcati nel 2022 sono stati 101.922 (67mila nel 2021) e di questi 11.892 sono stati trasportati dalle Ong.

Ma a novembre, dopo la stretta decisa dal governo, c’è stato un calo del 78% degli sbarchi dalle navi delle associazioni umanitarie la cui attività, secondo il rapporto del ministro degli Interni, «si concentra sulla rotta proveniente dalla Tripolitania». Più in generale, è il j’accuse di Piantedosi, «un’analisi relativa agli sbarchi complessivi evidenzia un numero maggiore di arrivi in concomitanza della presenza di Ong».

Il decreto rave

Nei minuti in cui il governo varava il decreto sui migranti, la Camera ha dato la fiducia al provvedimento contro i rave clandestini: 206 sì, 145 no e tre astenuti. Ma la via crucis del decreto - che contiene anche norme sull’ergastolo ostativo, il Covid e la riforma della giustizia - non è terminata lì. La seduta è proseguita con la discussione di 157 ordini del giorno e con una maratona notturna che dovrebbe concludersi questa sera con l’uso della “ghigliottina”: il via libera al provvedimento prima della fine delle dichiarazioni di voto. A spiegare questa prova di forza, che ha un solo predente (29 gennaio 2014, esame del decreto Imu-Bankitalia), è stato Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento: «Tutti i tentativi di trovare una mediazione sono falliti, l’opposizione intende andare avanti con lo scontro. Quindi dovremo ricorrere alla ghigliottina per convertire il decreto prima della scadenza del 30 dicembre». Veemente la reazione dell’opposizione: «È un’inaccettabile forzatura», secondo Federico Fornaro. E Debora Serracchiani: «È un atto di arroganza del governo. Non spetta al ministro Ciriani, ma al presidente della Camera decidere l’uso della ghigliottina». La replica di Lorenzo Fontana: «È vero, è di mia competenza. La ghigliottina non è stata ancora avallata. Per evitarla serve la buona volontà di tutti».

Ultimo aggiornamento: 12:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA