Migranti, Dimitris Avramopoulos: «A Malta solo un documento, un accordo per ora non c'è»

Lunedì 30 Settembre 2019 di Teodoro Andreadis Synghellakis e Fabio Veronica Forcella
Migranti, Dimitris Avramopoulos: «A Malta solo un documento, un accordo per ora non c'è»
«Nulla è stato firmato o adottato». È molto prudente il commissario europeo ai migranti Dimitris Avramopoulos sull'accodo di Malta che considera solo un «paper» su cui si dovrà trovare un'intesa al prossimo Consiglio europeo di Lussemburgo. Fiducioso e ottimista per i risultati raggiunti, il commissario ricorda anche che gli sbarchi irregolari in Italia «sono diminuiti in maniera significativa rispetto agli anni precedenti».
Commissario, lei ha speso tutto il suo mandato a trovare una soluzione condivisa per la redistribuzione automatica dei migranti. L'accordo di Malta la soddisfa?
«Sì, sono fiducioso e ottimista perché sono stati compiuti buoni progressi nel delineare i contorni di un insieme di accordi fissi e strutturali, basati sul lavoro svolto dalla Commissione. Detto questo, nulla è stato ancora firmato o adottato. L'obiettivo era quello di preparare un documento da presentare al prossimo Consiglio dei ministri degli interni».
L'ex Ministro dell'Interno Matteo Salvini parla di «euro-fregatura», mentre il premier Giuseppe Conte di «passaggio storico». Come stanno veramente le cose?
«Non spetta a me commentare singole reazioni politiche. In tutti questi anni mi sono sempre astenuto dall'intromettermi nella politica interna. L'incontro a Malta è stato un passo avanti positivo, che ora dovrà essere discusso».
Non teme anche lei il rischio pool factor, ossia che con questo accordo ripartano gli sbarchi?
«Questo lavoro non dovrebbe essere visto separatamente da tutti gli altri sforzi che stiamo facendo. La nostra priorità è ridurre gli arrivi irregolari, combattere i trafficanti, facilitare i rimpatri dei migranti irregolari, nonché salvare vite umane e aprire percorsi legali, sia per le persone bisognose di protezione internazionale, sia per i migranti regolari. Ma se i migranti si trovano in mare il che dovrebbe essere un'eccezione è nostro dovere salvarli».
Nel documento non si capisce se il meccanismo di redistribuzione messo a punto interesserà solo i richiedenti asilo o tutti i migranti, anche quelli economici.
«Il documento deve essere presentato e le discussioni devono ancora svolgersi, quindi aspettiamo. La Commissione ha contribuito a ciò che è stato discusso e siamo pronti a sostenere le disposizioni temporanee di solidarietà a seguito dello sbarco. Ma non spetta a noi decidere su tali dettagli».
Rimangono esclusi i migranti che arrivano con i cosiddetti sbarchi fantasma che in Italia rappresentano circa il 90% del totale...
«Le critiche ci sono sempre, ma per ora mancano proposte alternative. Invece, dovrebbe prevalere il pragmatismo».
È comprensibile, ma almeno le linee generali?
«Posso dire che in Italia gli arrivi irregolari sono diminuiti in modo significativo rispetto agli anni precedenti. Dobbiamo concentrarci sul sostenere questo progresso. Inoltre, il nostro obiettivo è riformare il Sistema europeo comune di asilo, compreso il Regolamento di Dublino».
Le sue deleghe insieme a quelle del Commissario Pierre Moscovici, sono state quelle in cui si sono concentrate le tensioni più alte. Di cosa va particolarmente fiero?
«L'Ue ha affrontato e superato diverse crisi: dalla crisi economica a quella migratoria. Ma anche numerosi attacchi terroristici e c'è stata un'importante revisione del nostro paradigma di sicurezza. Sono proprio questi risultati di cui sono orgoglioso. Mi riferisco alle norme sulla lotta al terrorismo, sul Passenger Name Record, sulla limitazione dell'acquisto di armi da fuoco e sull'aver reso interconnessi tutti i sistemi di intelligence».
Mentre sul tema dei migranti?
«Sono orgoglioso per l'enorme Sistema operativo che abbiamo istituito: dal potenziamento della Guardia di frontiera e costiera europea al massiccio sostegno infrastrutturale».
L'egoismo dei singoli paesi è ancora molto elevato o l'integrazione europea si va concretizzando?
«Le voci del populismo e del nazionalismo sono ancora lì. Tuttavia, se guardiamo alla storia, vediamo che questi sono fenomeni ciclici. Perciò, sono fiducioso che l'Europa stia andando nella direzione giusta».
Si riferisce alle ultime elezioni?
«Esattamente. Guardate il risultato delle elezioni europee: l'affluenza alle urne è stata alta e i cittadini hanno votato in modo schiacciante a favore dell'Europa, non contro».
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Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA