Migranti, Ciriani: «Attaccano il governo invece che i trafficanti. La protezione umanitaria? Un tema delicato»

Il ministro: «Il decreto andrà al Senato e lì vedremo se migliorarlo oppure no»

Domenica 12 Marzo 2023 di Francesco Malfetano
Migranti, Ciriani: «Attaccano il governo invece che i trafficanti. La protezione umanitaria? Un tema delicato»

Ministro Ciriani, la missione del governo a Cutro sembra aver inasprito le polemiche sul tema migranti. E ieri i manifestanti sono tornati in piazza. Lei giovedì era presente da titolare dei rapporti con il Parlamento, cosa ne pensa?
«La presenza del governo nella sua totalità a Cutro era un segnale che andava dato, innanzitutto per rispetto delle vittime. Il secondo obiettivo di quel consiglio dei ministri era invece reagire politicamente alla tragedia. E lo abbiamo fatto, con un decreto ampio e duro che inaugura una lotta senza quartiere agli scafisti, aumenta la collaborazione con i Paesi di partenza e gestisce il fenomeno con flussi di arrivo regolari. Rispetto alle proteste invece mi lasci precisare che io c’ero giovedì non mi pareva che fossero così prevalenti. Ho visto molti cittadini apprezzare la nostra presenza in Calabria. È surreale invece la narrazione delle opposizioni che pare abbiano più interesse a combattere il governo che i trafficanti. Tra loro in molti sembrano sostenere che il governo abbia agito colposamente, o peggio, dolosamente per favorire la disgrazia, e questo è davvero inaccettabile».

 

Una stretta che ha spinto molti a dire che nell’ultimo decreto sia passata la “linea Salvini”. È d’accordo?
«A me non sembra esista una linea Salvini oppure una linea Meloni, esiste solamente una linea del governo. Infatti l’intera questione è stata discussa in maniera tranquilla e pacata, approvando il provvedimento con voto unanime. E in ogni caso su un tema così delicato non mi sembrerebbe giusto piantare bandierine. Comunque il testo ora andrà al Senato, e lì vedremo se è o meno necessario migliorarlo. In giro vedo troppe ricostruzioni su presunte crepe, se qualcuno ha idee e proposte migliori o più efficaci per stroncare il traffico di esseri umani noi siamo pronti ad ascoltarlo. Per ora però non è arrivato nulla, si limitano a sollecitare proteste di gente che non è neanche di Cutro». 

 

Le norme sugli arrivi regolari sembrano però depotenziate dalla legge Bossi-Fini. Si va verso una modifica del testo?
«Parliamo di una norma vecchia di almeno vent’anni, che è stata modificata mille volte. Nel frattempo le cose sono cambiate e quindi c’è bisogno di fare chiarezza normativa per adattarlo ai giorni nostri. Diciamo che servono degli aggiustamenti tecnici per renderlo contemporaneo, ma non è in discussione la nostra politica sul tema né la nostra preferenza per un’immigrazione controllata».

 

Sul decreto si registrano perplessità del Colle nella parte che riguarda la protezione speciale umanitaria.
«La protezione speciale umanitaria è un tema molto delicato su cui è in corso una valutazione e un approfondimento da parte del governo».

 

Ha fatto discutere il video che ritrae la premier e Salvini cantare al compleanno del leader leghista. Non è inopportuno?
«La presidente Meloni ha solo avuto un momento di relax. Montare una polemica anche su questo significa raggiungere un livello rasoterra per la politica italiana. Se l’opposizione ha bisogno di appigliarsi a questo vuol dire che è messa davvero male, che mancano i contenuti. Li invito ad evitare di parlare di cose poco intelligenti». 

 

Non c’è solo la Calabria però. Il 3 e il 4 aprile si vota in Friuli. Il centrodestra sembra destinato a una vittoria facile. Dopo la Lombardia FdI scalzerà la Lega da un altro suo feudo?
«L’ambizione è diventare il primo partito anche qui, e del resto lo siamo già stati alle Politiche. Comunque andrà siamo leali al presidente Massimiliano Fedriga, con lui abbiamo sempre lavorato bene. I rapporti di forza però credo che cambieranno e noi di FdI saremo pronti ad assumerci le responsabilità che i cittadini vorranno assegnarci».

 

In Aula intanto si proverà a ripartire spediti con la riforma della Giustizia. Il ministro Nordio si aspetta di modificare i reati di abuso d’ufficio e traffico di influenze mantenendo un totale garantismo anche a costo di opporsi ai suoi sottosegretari. Non è che ci sarà un altro “caso-La Russa” con l’appoggio del Terzo polo?
«Innanzitutto parliamo di provvedimenti, come quello sul reato di abuso d’ufficio, che sono già stati annunciati più volte. Per commentare preferisco aspettare il testo. Di sicuro c’è che abbiamo intenzione di risolvere la questione della paura della firma che è un problema che riguarda da vicino territori e sindaci. Lo ha detto anche Meloni, all’Anci. Gli amministratori non possono essere lasciati in balía di norme che sono soggette ad interpretazione. Detto ciò, noi conosciamo molto bene la storia garantista del ministro Nordio. E se è lì è anche in virtù di questa storia, che quindi avrà un peso, ma le indiscrezioni non sono sufficienti per commentare». 

 

Restando sulla giustizia fanno discutere le parole del Guardasigilli sui limiti alla carcerazione preventiva. Una visione in contrapposizione con le posizioni securitarie della Lega. FdI già al referendum dello scorso anno optò per il “no”…
«Anche qui non possiamo attribuire a Nordio delle volontà partendo da dichiarazioni rubate. Credo che il tema della riforma della giustizia non si possa affrontare a pezzi, ne discuteremo in maniera organica in maggioranza, ma non è il momento di fare polemiche. Serve serietà».

 

Capitolo balneari: Mattarella, Ue e Consiglio di Stato sono concordi sulla necessità di rimettere a bando le concessioni. La maggioranza però è spaccata. Vede i margini per una soluzione?
«Diciamo che il Parlamento con il Milleproroghe ha voluto legittimamente scegliere la strada che ha portato all’approvazione del testo finale. Tuttavia la lettera del Colle non può essere ignorata, così come non si possono ignorare le norme europee. Ora credo quindi che la strada giusta sia quella di un’intesa in sede Ue. Un accordo che concili da un lato la necessità che decine di migliaia di aziende familiari non siano private dell’attività, dall’altra le rimostranze arrivate. Il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto lavorerà per raggiungere un punto di equilibrio».

Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 09:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA