Messe, il premier ora ci ripensa e apre un varco

Martedì 28 Aprile 2020 di Mario Ajello e Franca Giansoldati
Messe, il premier ora ci ripensa e apre un varco
Miracolo. Il frastagliato arcipelago cattolico che fino all'altro giorno appariva diviso e con tante sfumature, persino segnato da ultrà bergogliani e anti-bergogliani, si è improvvisamente compattato facendo fronte unico. La decisione del premier Conte che ha mandato all'aria le trattative con la Cei, annunciando a sorpresa che nella fase 2 sarebbero state escluse le celebrazioni delle messe, ha sortito un effetto collaterale imprevisto. Un muro contro muro in questi termini nessuno se lo aspettava.

Ma se da una parte il muro è molto compatto, l'altro muro invece, quello della politica, si è subito riempito di crepe. Create anche o soprattutto da parte di chi ha sempre fatto pratica di laicismo ma i cosiddetti voti cattolici - che magari non esistono più almeno quelli orientati dalle gerarchie ecclesiastiche - continuano a fare gola a tutti. Dunque, Conte sotto un attacco concentrico che va dal Pd a Berlusconi («Vietare le messe è irragionevole»), dai ministri di Italia Viva a tutto il centrodestra pronto a votare qualsiasi retromarcia rispetto allo stop ai culti. Che potrebbe saltare già dal 18 maggio.

Resistere a questo pressing multipartisan - con il solo appoggio dei 5 stelle - per il premier sarà assai arduo. E infatti già annuncia: «Cercheremo un percorso d'intesa con la Cei, ho sentito il presidente della Cei Bassetti e non c'è un atteggiamento materialista da parte del governo». E tra gli scienziati che lo hanno convinto alla non riapertura delle chiese, si mastica amaro per l'indietro tutta del premier e per la «santa alleanza» della politica e delle gerarchie cattoliche: «Ma come si fa a non capire che il rito della comunione può diventare un luogo d'infezione?».

Il fatto è che adesso il Pd, di solito il più zelante esecutore dei dettami scientifici, solitamente succube del verbo dei tenici, s'è spaventato ed è pentito. Il deputato Stefano Ceccanti, con l'avallo del capogruppo Delrio e con quello del Nazareno, giovedì in aula alla Camera presenterà un emendamento, al decreto 19 riguardante l'economia, che avvia il percorso normativo per la celebrazione delle messe domenicali e dei riti delle altre religioni. Indietro tutta? Proprio così parrebbe. E se il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, nelle trattative dei giorni scorsi con le autorità cattoliche aveva dato loro speranze, alla fine ha prevalso la linea Conte sul divieto delle messe, mentre ora riemerge l'aperturismo e solo M5S non è convinto ma non farà barricate. Si avvieranno dei tavoli tecnici tra l'esecutivo e i rappresentanti delle varie confessioni, per arrivare a un protocollo d'intesa sulla riapertura dei riti religiosi.

Il muro cattolico è costituito da una miriade di parrocchie sperdute che si sono ribellate, e con loro le diocesi di riferimento, alla decisione del governo. Per non parlare poi della linea di fuoco aperta da una cinquantina di associazioni cattoliche (ma il numero è destinato a crescere) alle quali avvocati e giuristi di riferimento stanno facendo a gara per garantire supporto e studiare una sorta di class action bipartisan contro il governo. Roba mai vista.

IL CORO
Alla voce delle associazioni si sono uniti anche tanti vescovi in ordine sparso. Tutti a sottolineare che è illogico pensare che 15 persone (permesse per i funerali) siano ovunque nella stessa condizione igienico-sanitaria: nei pochi metri quadri del minuscolo santuario della Madonna dell'Archetto a Roma come negli 11.700 metri quadri del Duomo di Milano. Così l'episcopato toscano e quello siciliano per primi hanno diffuso comunicati di fuoco. Di incostituzionalità parlano anche il Movimento Cristiano dei Lavoratori, l'Ucid gli imprenditori e i manager cattolici e se la comunità ebraica (Ucei) con la presidente Noemi Di Segni dice «prima la vita», l'Imam Yaya Pallavicini è sulla linea della Cei sulla riapertura dei luoghi di culto.

Solo il Papa finora è rimasto in silenzio, anche alla messa a Santa Marta di ieri mattina. Si racconta che non sia rimasto tanto contento e forse nemmeno lui si aspettava un colpo basso del genere, visto che aveva ricevuto Conte due settimane fa.
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