Meloni a Vox, cosa ha detto la leader di FdI? Dall'Europa alla guerra in Ucraina, il significato del suo discorso

Il discorso proiettato in Spagna ha tutti i crismi di un messaggio istituzionale, in cui però i passaggi divisivi non mancano

Domenica 9 Ottobre 2022 di Fausto Caruso
Meloni a Vox, cosa ha detto la leader di FdI? Dall'Europa alla guerra in Ucraina, il significato del suo discorso

«Viva l'Europa dei patrioti!» Uno strano ossimoro con cui Giorgia Meloni ha concluso il video messaggio inviato alla kermesse di Vox, il partito di estrema destra spagnolo.

Dimenticate i toni incendiari della Meloni di opposizione e di campagna elettorale, il discorso proiettato in Spagna ha tutti i crismi di un messaggio istituzionale, in cui però i passaggi divisivi non mancano.

Tra atlantismo ed europeismo

Rassicurante potrebbe essere l'aggettivo che meglio riassume il tono e il contenuto del saluto rivolto da Meloni agli alleati spagnoli. Da premier in pectore si scusa per non essere presente di persona, ma le «responsabilità» venute con la vittoria alle urne non le consentono di lasciare la capitale. «Se come pensiamo avremo l'incarico di formare un nuovo governo non ci sarà un minuto da perdere», afferma la leader di Fratelli d'Italia. Le principali emergenze del momento sono individuate nella crisi Ucraina, aggravata dopo «l'inaccettabile tentativo di Putin di annettere nuove regioni alla Russia», e nel caro energia. La prima serve a fugare i dubbi degli alleati, soprattutto gli americani, sul solido ancoraggio atlantico dell'Italia, il secondo è la manifestazione tangibile della guerra Ucarina sulla vita quotidiana dei cittadini italiani ed europei.

Meloni alla kermesse di Vox: «Non siamo mostri. Viva l'Europa dei patrioti». E attacca Putin sulle annessioni

Su gas ed energia Meloni invita ad agire subito, ma auspica che si possa trovare una soluzione al livello europeo, sganciandosi dalle tendenze sovraniste. Anzi, sul tema arriva anche una doppia stoccata: «speriamo che alla fine l'Europa dimostri di essere capace della solidarietà tanto annunciata negli ultimi anni invece di soccombere a quelli che pensano che possono farlo da soli, sacrificando il destino di tutti gli altri». Una frase che si può leggere come un attacco sia alla Germania che ha varato un piano autonomo da 200 miliardi, ma anche come un monito alle continue richieste di scostamento di bilancio che arrivano dall'alleato Matteo Salvini.

Governo, perché Lega vuole il ministero della Famiglia? Dal no all'ideologia gender alla riforma fiscale per le famiglie numerose

 

Euroscettico a chi?

Anche il rapporto con l'Europa è al centro del messaggio di Meloni, con toni ben lontani dai proclami euroscettici. La leader di FdI si richiama al principio di sussidiarietà quando afferma che alcuni problemi vanno affrontati al livello nazionale per non dover sottostare alle lentezze della burocrazia europea. «Abbiamo bisogno di un'Europa più coraggiosa di fronte alle gradi sfide e più umile quando si tratta di affrontare i nostri temi più locali riguardo ai quali le politiche nazionali funzionano meglio», la sua sintesi. Un obiettivo che si può raggiungere, a sua detta, solo con la vittoria della destra alleata di FdI nei rispettivi paesi, cosa che, lungi dallo sgretolare l'Europa, la trasformerebbe da «gigante burocratico» in «gigante politico».

Meloni-Salvini-Berlusconi: subito la lista dei ministri. Nessun tecnico della Lega, Forza Italia spinge per Ronzulli

Una Meloni quasi europeista, non più quella de «la pacchia è finita», che però avrà spaventato non poco Bruxelles nel momento in cui ha detto: «Nei prossimi giorni saremo chiamati a trasformare queste idee in concrete politiche di governo, come già stanno facendo i nostri amici della Repubblica Ceca e della Polonia, come spero presto faranno i nostri amici svedesi». I due governi dell'Europa Centrale sono attualmente sotto procedura d'infrazione dell'Ue, ma il loro ruolo di prima linea nella crisi Ucraina li hanno riabilitati agli occhi del consesso europeo e Meloni si fa forza su questo. Mai nominata invece l'Ungheria dell'amico Orban, un'assenza altrettanto se non più significativa delle presenze. Pur avendolo difeso dagli attacchi da chi lo definiva antidemocratico, la presidente di FdI ha preso le distanze dal premier ungherese riguardo alle sue posizioni ancora troppo filorusse. Va inoltre ricordato che Giorgia Meloni è presidente del partito dei Conservatori Europei, una formazione pienamente inserita nelle dinamiche di Strasburgo e meno critica nei confronti dell'Ue rispetto a Identità e Democrazia, il gruppo della Lega. Il partito di Orban Fidesz è invece attualmente apolide: dopo aver lasciato il Partito Popolare Europeo a marzo dello scorso anno non è infatti stato accolto dal gruppo di Meloni e vox.

Il saluto finale ai patrioti europei va dunque letto come un invito all'Europa a evitare ingerenze ritenute eccessive e lasciare spazio fin dove possibile all'operato dei governi nazionali, ma ad agire in modo deciso tanto al suo interno quanto verso l'esterno sui temi vitali su cui solo unita può avere un peso effettivo. Primo fra tutti l'approvvigionamento energetico, senza legarsi «mani e piedi» a una Russia di ieri che potrebbe diventare una Cina di domani.

Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 15:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA