Meloni va a Bruxelles: «Serve solidarietà su energia e migranti». Domani vertice tra leader Ue

Obiettivo superare i no tedeschi. Tra le richieste, rivedere il Pnrr e strategie comuni sugli sbarchi

Mercoledì 2 Novembre 2022 di Alberto Gentili
Meloni va a Bruxelles: «Serve solidarietà su energia e migranti». Domani vertice tra leader Ue

La missione di Giorgia Meloni domani a Bruxelles non avrà ricadute pratiche immediate. La premier non tornerà, dopo aver incontrato in un solo pomeriggio tutti e tre i presidenti delle istituzioni europee Roberta Metsola (Parlamento), Ursula von der Leyen (Commissione) e Charles Michel (Consiglio), con in tasca i fondi con cui affrontare l'emergenza-bollette: il vero cruccio e assillo della premier, allarmata dall'inflazione alle stelle e da famiglie e imprese strozzate dal caro energia. «Siamo nel periodo più difficile della storia d'Italia», ha detto lunedì.

Nel carosello di incontri cui Meloni si approccia con un atteggiamento «europeista, ma non subalterno».

E che segna, come dice una fonte di rango che cura il dossier, «l'ingresso di Giorgia nel salotto buono dell'Unione dopo che per mesi si era detto che ci avrebbero isolato e lasciati ai margini in quanto brutti, fascisti e cattivi», la premier porterà a Bruxelles un messaggio chiaro: «L'Europa sul fronte dell'emergenza energetica deve promuovere iniziative comuni. Serve solidarietà, come è avvenuto per la pandemia. Altrimenti l'Unione rischia di sgretolarsi sotto i colpi delle iniziative di singoli Stati». Chiaro il riferimento alla decisione della Germania di stanziare, facendo ricorso al suo enorme spazio di bilancio, 200 miliardi a favore di famiglie e imprese. Una mossa che vede Roma, Parigi, Madrid e la maggioranza degli Stati europei preoccupati per la concorrenza, la tenuta del mercato comune e, appunto, della compattezza europea.

 

Le richieste sull'energia

Nei tre colloqui, «che già di per sé sono un successo», Meloni - accompagnata dal ministro delle Politiche europee Raffaele Fitto - affronterà i nodi caldi della trattativa sull'energia. Il tetto al prezzo del gas osteggiato da Germania e Olanda, per il quale ha dato battaglia fino all'ultimo Mario Draghi. Il disaccoppiamento del costo del metano da quello della luce. Soprattutto, la premier italiana rilancerà - nonostante il fermo no tedesco - la proposta avanzata dai commissari Ue Paolo Gentiloni e dal francese Thierry Breton di creare un fondo europeo, finanziato con l'emissione di titoli di debito comuni, sul modello del Sure varato nel 2020 a seguito della pandemia e dotato di 100 miliardi con cui fu finanziata la cassa integrazione nei singoli Paesi Ue. Una soluzione sostenuta da quindici Stati (tra cui Francia, Italia, Spagna) e finita tra le conclusioni dell'ultimo Consiglio Ue, ma frenata da Berlino e dai Paesi del Nord convinti che siano sufficienti a fronteggiare l'emergenza le risorse non ancora spese del NextGenerationUe e il rafforzamento del RepowerUe. In più, Meloni chiederà di utilizzare i fondi di coesione (quelli destinati alle Regioni più povere) non spesi tra il 2014 e il 2020, per calmierare il costo delle bollette.

Confronto per titoli

«Ma dal triplo vertice di domani, Giorgia non potrà uscire con in mano le chiavi per la soluzione dei vari problemi», spiega un'alta fonte di governo, «sarà un confronto per titoli, cui seguirà un'istruttoria che avrà la sua sintesi al prossimo Consiglio europeo. E' lì che si prenderanno le decisioni». Insomma: la missione a Bruxelles servirà alla premier italiana per capire l'aria che tira nella Ue e quali sono le prospettive. In sintesi: «Si farà un nuovo decreto Aiuti per l'emergenza immediata delle bollette con i fondi che abbiamo e il resto si deciderà quanto conosceremo le eventuali iniziative strutturali comuni decise al Consiglio Ue di dicembre». E se tra queste iniziative non ci sarà il disaccoppiamento del prezzo della luce da quello del gas, «sarà fatto con una norma nazionale».
Il menù della prima missione all'estero di Meloni non si fermerà all'energia. Con von der Leyen, Michel e Metsola affronterà anche la questione del sostegno all'Ucraina (forniture di armi e ricostruzione incluse) garantendo il sostegno dell'Italia nonostante i distinguo di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Chiederà una rivisitazione del Pnrr alla luce dell'impennata dei costi per le infrastrutture programmate. Rilancerà la richiesta di una «strategia comune» per limitare gli sbarchi dei migranti, proponendo la riedizione della missione Sophia in modo da fermare le partenze dei barconi dalle coste africane. E, come ha già detto in Parlamento, la premier italiana solleciterà una revisione delle regole europee a cominciare dal Patto di stabilità. Revisione che, come da copione consolidato, già incontra il veto di Germania, Olanda e dei Paesi frugali del Nord.

 

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