Meloni, sul Pnrr asse con Gentiloni. «Modifiche, ma con cautela»

L’incontro a pranzo con il commissario europeo. Dalla Ue si registra un’apertura

Venerdì 4 Novembre 2022 di Francesco Malfetano, inviato a Bruxelles
Meloni, sul Pnrr asse con Gentiloni. «Modifiche, ma con cautela»

«Concretezza». È questa la prima richiesta avanzata da Giorgia Meloni all’Europa. Su tutti i fronti caldi - che si tratti del caro energia, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, del debito comune o dei migranti - i Ventisette non possono permettersi di stare a guardare, lasciando passare mesi e mesi prima di mettere a terra una qualche soluzione. Un invito chiaro che però, per ora, non si è tradotto in un vero e proprio pressing. Prima di poter agire in questo senso, concordano diversi tra i più vicini alla leader di Fratelli d’Italia, bisogna normalizzare un rapporto con la Ue che in passato è stato spesso burrascoso. 

E allora ecco che la visita a Bruxelles di ieri diventa il primo tassello di una strategia più ampia, volta a rendere Meloni un interlocutore sistematico e affidabile con cui le istituzioni comunitarie siano a loro agio nel parametrare le azioni europee. E del resto proprio in questo senso va letta la «cautela» che il commissario per gli Affari economici della Ue Paolo Gentiloni ha raccomandato durante il pranzo di ieri con Meloni. «Siempre adelante ma con juicio» sintetizzano tra i rispettivi seguiti. 

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L’ATTEGGIAMENTO

Ciò che serve è quindi un atteggiamento critico ma non di rottura. Soprattutto per quanto riguarda uno degli aspetti più concreti dell’interlocuzione in corso: arrivare ad una modifica del Pnrr, tenendo conto degli aumenti dei prezzi delle materie prime innescati «dal domino» del conflitto ucraino. Se l’intervento per adeguare il Piano non deve più considerarsi un tabù (a patto di non cambiare le priorità), è anche vero che per avanzare questo tipo di richiesta bisogna essere inattaccabili. E quindi, innanzitutto, niente ritardi sulla tabella di marcia. 
Ma anche cambiamenti limitati e ben orientati. Meglio se capaci di avere ricadute dirette su imprese e famiglie, alleviando il peso del caro bollette. Non solo. A testimonianza che l’indicazione è stata ben recepita dalla premier, la cautela appare anche semantica. La formula scelta da Meloni nella sua dichiarazione finale all’uscita dall’incontro con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel è più soft del «modifiche» utilizzato a più riprese fino ad ora. Abbiamo discusso, spiega, «di come riuscire a lavorare insieme per implementare il Pnrr in maniera tale che queste risorse possano effettivamente arrivare a terra, anche ragionando di quelle che sono le grandi priorità, per esempio la questione energetica».
Punti di vista e rassicurazioni che del resto Meloni ha portato con sé in tutti i colloqui di ieri, specie nel confronto con Ursula von der Leyen, probabilmente il vertice meno facile da convincere tra i tre che guidano l’Europa.

In ogni caso - a testimonianza del fatto che univocamente tutti i presenti parlano di «incontri andati benissimo» e di una «rinnovata sintonia» - proprio sul Pnrr, garantisce una fonte di primissimo piano, sono state gettate le basi per «interessanti prospettive di collaborazione». In altri termini, l’asse tra Roma e Bruxelles partirà proprio da qui. 

SURE E PRICE CAP

Idem per quanto riguarda l’ipotesi di finanziare nuove misure anticrisi con il debito comune europeo, il price cap o il disaccoppiamento dei prezzi. Tutte ricette assolutamente funzionali, è questa la convinzione italiana (e anche francese in realtà), ma per renderle reali serve un fronte comune che convinca Germania e Olanda. Uno schieramento che non si costruisce ponendo ogni questione in maniera divisiva ma, specie a Bruxelles, lasciando che siano le diplomazie a muoversi. E quindi, appunto, cautela e concretezza. Da qui deriva il riferimento alle conclusioni dell’ultimo Consiglio europeo in cui si lasciava agli Stati (soprattutto se uniti) la possibilità di continuare a perorare queste cause, invitando la Commissione a fare in modo di schierare «tutti gli strumenti pertinenti a livello nazionale e dell’Ue per rafforzare la resilienza delle nostre economie, preservando nel contempo la competitività globale». Un passaggio che von der Leyen dovrà assolvere presentando a breve - magari prima del prossimo consiglio europeo - una qualche proposta utile ad affrontare l’emergenza. Proposta che, a questo punto, risponda anche all’invito di Meloni a dare seguito ai «passi avanti importanti, ai quali oggi vanno date nel più breve tempo possibile soluzioni».

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