Meloni, un'inchiesta sul Covid. Renzi: «Commissione a noi»

L'obiettivo è fare chiarezza sulla gestione Arcuri. L'annuncio: non verrà replicato il modello restrittivo basato su lockdown e Green pass

Mercoledì 26 Ottobre 2022 di Francesco Malfetano
Meloni, un'inchiesta sul Covid. Renzi: «Commissione a noi»

Bisogna «fare chiarezza» sulla gestione della pandemia. E cioè individuare colpe e responsabili, per non replicare gli stessi errori se dovesse ripresentarsi una nuova emergenza sanitaria. In uno dei passaggi del lungo discorso tenuto ieri alla Camera dei deputati Giorgia Meloni ha rilanciato con forza l'intenzione - già manifestata nella scorsa legislatura, in campagna elettorale e nel programma, ma chiarita anche da fonti di FdI a margine dell'intervento della premier - di istituire una commissione parlamentare di inchiesta sul Covid19. Ottenendo peraltro l'immediato plauso tanto della Lega che di Azione-Italia viva.
Il partito di Matteo Renzi del resto, aveva già provato ad istituire un percorso di questo tipo durante la scorsa legislatura, suscitando l'indignazione di Pd e M5s e ottenendo il voto favorevole della sola FdI.

IL MODELLO

L'iniziativa inoltre, stando alle parole della leader di Fratelli d'Italia, si muoverebbe di pari passo con l'intenzione di «non replicare il modello restrittivo che limita le libertà fondamentali». Tradotto: anche in caso di nuove impennate dei casi, il governo in carica non ricorrerà nuovi lockdown o a strumenti come il Green pass.
Una modalità di gestione su cui, almeno per il momento, non si esprime il neoministro della Salute Orazio Schillaci che peraltro non è mai stato un oppositore delle misure di contenimento utilizzate durante la pandemia, né tanto meno nei confronti del vaccino.

In ogni caso, precisano da FdI, la logica della commissione di inchiesta non è punitiva verso i sanitari che hanno tenuto in piedi il sistema in un momento drammatico ma mettere in mora chi in quella fase ha pensato ad arricchirsi. «Occorrerà fare chiarezza su quanto avvenuto durante la gestione della crisi pandemica.

Lo si deve a chi ha perso la vita e a chi non si è risparmiato nelle corsie degli ospedali, mentre altri facevano affari milionari con la compravendita di mascherine e respiratori».

Il fronte d'attacco quindi, salvo sorprese, non dovrebbe interessare affatto i sospetti su eventuali effetti collaterali del vaccino. Una linea di intervento che invece qualcun vedrebbe di buon occhio, soprattutto all'interno della Lega. Via Bellerio del resto, con il capogruppo Riccardo Molinari, ha già annunciato di aver presentato la richiesta di istituzione della Commissione, proprio per intestarsi la faccenda.
Al contrario nelle intenzioni di FdI il focus sarebbe sulla gestione economica, un aspetto particolarmente caro a Italia viva che, non a caso, ha rilanciato la sua offensiva, mostrandosi interessata ad assumere la guida della Commissione. «Spetterebbe all'opposizione - ha spiegato una fonte ai vertici del partito - e noi non ci tireremo assolutamente indietro». Tant'è che ieri, subito dopo il discorso meloniano, diversi esponenti del Terzo polo sono intervenuti a marcare il territorio. «Dai respiratori cinesi, alle mascherine farlocche ai militari russi a Bergamo, troppo c'è da chiarire: chi si è arricchito o ha svolto strane manovre durante un momento così drammatico deve essere messo davanti alle proprie responsabilità» ha spiegato il deputato di Iv-Azione Davide Faraone.

D'altro canto, a leggere la declinazione politica che avrebbe un'iniziativa di questo tipo, la Commissione andrebbe ad indagare soprattutto su quanto accaduto durante il governo Conte II e con la gestione di Domenico Arcuri di Invitalia. Ovvero uno dei cavalli di battaglia storici di Renzi stesso. Tant'è che l'ex premier ha già chiarito non tanto la sua disponibilità, ma anche il sospetto che «a pezzi del Pd non piaccia. Scommetto che non me la danno. Prima di quello mi danno il Copasir, mi danno ogni cosa».

 

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