Meloni, dal salario minimo all'emergenza sbarchi: il settembre caldo dopo la pausa di agosto

Sono tanti i temi aperti che attendono il governo al rientro dalle vacanze. In agenda anche Pnrr, legge di bilancio e riforma della giustizia.

Giovedì 17 Agosto 2023 di Riccardo Palmi
Dal salario minimo all'emergenza sbarchi: il settembre caldo di Giorgia Meloni con le sfide da affrontare dopo la pausa di agosto

Per ministri e premier Giorgia Meloni, il cerchio rosso sul calendario delle vacanze è fissato per il 28 agosto: per quel giorno infatti è fissato il consiglio dei ministri che, di fatto, segnerà il ritorno a pieno pieno regime dell'esecutivo dopo le vacanze estive. Per Camera e Senato bisognerà attendere invece la settimana successiva. Partiamo dai vertici internazionali: in un paio di mesi, Meloni incontrerà il premier greco Kyriakos Mitsotakis ad Atene, poi sarà a Granada per l'incontro con Comunità politica europea (l'organismo con 45 paesi dell'area europea). Per finire, il trittico formato da Consiglio europeo, assemblea generale delle Nazioni Unite a New York e G20 in India.  A Palazzo Chigi però sono parecchi i dossier aperti che sono pronti a riaccendere il dibattito politico: dalla legge di bilancio al salario minimo, passando per il Pnrr. 

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Emergenza sbarchi

«Contiamo di fare un provvedimento entro settembre di rafforzamento del sistema della sicurezza con maggiori assunzioni e maggiori risorse finanziarie» ha annunciato in un'intervista al Messaggero il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Quest'anno infatti l'Italia sta registrando un boom di sbarchi, con oltre 101mila arrivi da gennaio e un intervento del governo appare quanto mai necessario, anche a fronte di un'opposizione che sembra intenzionata a toccare spesso questo tasto. Il titolare del Viminale ha annunciato in particolare un potenziamento del «sistema delle espulsioni soprattutto di persone che si sono rivelate pericolose» e accelerazioni «per la realizzazione di CPR, i centri presso i quali vengono trattenuti gli irregolari da espellere».

L'obiettivo è arrivare a un nuovo decreto entro settembre.

Legge di Bilancio e Bruxelles

A settembre entra nel vivo la partita per la legge di bilancio: il primo passaggio dopo l'estate è la nota di aggiornamento del Def (Nadef) da approvare entro fine settembre. Essa aggiorna le previsioni del Def (inviate a Bruxelles ad aprile) tenendo anche conto delle osservazioni effettuate dall'Unione europea nel frattempo. Con la Commissione Ue poi è sempre aperta la discussione sulla quarta rata del Pnrr, dopo il via libera della Commissione al pagamento della terza rata da 18,5 miliardi, a seguito di una "trattativa" di sette mesi con il nodo dei 7.500 alloggi universitari, che il governo considerava realizzati, tenendo conto di quelli già esistenti (mentre Bruxelles conteggiava solo quelli di nuova costruzione). Con Bruxelles poi si riaccenderanno le partite Mes e il tema dei balneari.

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Salario minimo

Nell'incontro con le opposizioni (Italia viva esclusa) dell'11 agosto, la premier Meloni ha fissato un termine di sessanta giorni per predisporre una proposta su salari bassi e lavoro povero, coinvolgendo il Cnel. Dopo il vertice, le opposizioni hanno invece rilanciato, annunciando una raccolta firme (arrivata a oltre 200mila sottoscrizioni) per rilanciare la proposta di legge sulla retribuzione garantita. Un modo per tenere aperta la discussione dopo che il 3 agosto la Camera aveva votato la sospensiva sul tema per due mesi: di fatto quindi il tema tornerà in Aula non prima di fine settembre, anche se il capogruppo Pd in commissione Lavoro, Arturo Scotto, ha parlato di «un rinvio a gennaio», in quanto con l'apertura della sessione di bilancio non sarà «possibile votare leggi di spesa». Aula o no, c'è da pensare che il tema continuerà a essere riproposto dalle opposizioni, che su questo hanno trovato una convergenza finora inedita.

Riforma della giustizia

Pensare «che un ministro che per 40 anni è stato un pm diventi un "castigamatti" dei suoi colleghi è quantomeno bizzarro», ha dichiarato il ministro della Giustizia Carlo Nordio al Corriere della sera in una recente intervista. La riforma della giustizia che porta il suo nome a settembre arriverà in Senato e una parte delle opposizioni (con il terzo polo su posizioni invece decisamente più dialoganti) è pronta a opporsi strenuamente. La riforma prevede l'abrogazione dell'abuso d'ufficio, una stretta sul reato di traffico di influenze illecite e sulla pubblicazione delle intercettazioni, ma anche un filtro alla possibilità per i pm di appellare le sentenze di assoluzione. Il centrodestra è ovviamente intenzionato a difendere la riforma, anche se alcuni "ritocchi" specie su abuso di ufficio e traffico di influenze illecite non sembrano una chimera.  

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La riforma dell'autonomia 

A settembre riaprirà anche la partita sulla riforma dell'autonomia. Sempre a Palazzo Madama, alla ripresa dei lavori, saranno ascoltati i rappresentanti del comitato dei Lep (livelli essenziali di prestazione) dopo la decisione della commissione Affari costituzionali di non votare gli emendamenti alla proposta Calderoli. Lo stesso ministro per gli Affari regionali e le autonomie della Lega ha già depositato una prima parte di documentazione. La scelta di rinviare la discussione è arrivata per valutare ancor più a fondo le implicazioni di una riforma che avrebbe un grande impatto su tutto il Paese. 

 

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