Governo Meloni, le consultazioni più rapide della storia. Le domande di Mattarella, le reazioni di Salvini e Berlusconi: cosa è successo

Sette minuti per ribadire il totale sostegno a Giorgia di tutta la coalizione, subito dopo è arrivata la convocazione per l'incarico

Venerdì 21 Ottobre 2022 di Fausto Caruso
Governo Meloni, le consultazioni più rapide della storia. Le domande di Mattarella, le reazioni di Salvini e Berlusconi: cosa è successo

Sette minuti. Il recupero di una partita di calcio. Tanto sono durate stamattina le consultazioni del centrodestra col Presidente Mattarella, le più rapide della storia della Repubblica. Considerato il traffico di Roma, Giorgia Meloni e gli alleati avranno trascorso più tempo in macchina che nello studio Alla Vetrata. Del resto si tratta di una delle maggioranze più nette tra quelle fuoriuscite dalle elezioni. L'unico dubbio che aleggiava sull'incontro dopo i malumori di Forza Italia e gli audio di Berlusconi usciti nei giorni scorsi era se gli azzurri avrebbero scelto o meno di presentarsi al Quirinale da soli, complicando la strada della formazione dell'esecutivo.

Quando sul calendario delle consultazioni diffuso mercoledì sera si è visto che la coalizione figurava unita, sono cessati anche gli ultimi timori.

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Colloquio rapido e conferenza flash

Un incontro lampo come lampo è stata la conferenza stampa successiva. Anche qui, come nello studio di Mattarella, la folta delegazione ha assistito in silenzio al discorso della leader. Matteo Salvini, che all'arrivo aveva commentato «la squadra di governo è pronta», si è limitato a sorridere alla sinistra dell'alleata. Dall'altro lato, sguardo serio per Silvio Berlusconi e volti rassicuranti per i suoi accompagnatori, la tanto criticata Licia Ronzulli, il capogruppo alla Camera Alessandro Cattaneo e Antonio Tajani, il numero due del partito appena tornato da Bruxelles dove, da ministro degli Esteri in pectore, aveva rassicurato le istituzioni Ue sul posizionamento europeista e atlantista del prossimo governo. Sullo sfondo i due luogotenenti di Meloni, Francesco Lollobrigida e Luca Ciriani, i leghisti e Maurizio Lupi di Noi Moderati.

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Le parole di Meloni davanti a Salvini e Berlusconi

La leader di Fratelli d'Italia è rimasta davanti ai microfoni giusto il tempo di riferire i contenuti del breve colloquio alla sala stampa gremita di giornalisti in trepidante attesa. «Abbiamo convenuto col Presidente della Repubblica la necessità di dare un nuovo governo nel più breve tempo possibile per affrontare le emergenze in corso», mantra ripetuto a oltranza fin dal 25 settembre. «La coalizione ha concordato nell'indicare la sottoscritta come incaricata per formare un nuovo esecutivo», sembra di ribadire l'ovvio, ma andava dichiarato a voce alta, con l'assicurazione al Capo dello Stato dell'unità di intenti sul punto. Se nel chiuso dello studio siano stati chiesti ulteriori chiarimenti sui commenti filoputiniani di Berlusconi, è un segreto che rimarrà nelle aule del Quirinale (ma è probabile che la presenza di Tajani servisse proprio a fugare eventuali dubbi del Capo dello Stato).

La convocazione

«Restiamo in attesa di ulteriori comunicazioni», ha concluso Giorgia, prima di dileguarsi senza lasciar spazio a commenti. Ulteriori comunicazioni che non hanno tardato ad arrivare. Non sono state addirittura immediate come l'apparire di Giovanni Grasso, l'incarico stampa del Quirinale, subito dopo l'uscita di Meloni aveva fatto pensare ai giornalisti in sala. Il portavoce del presidente voleva solo avvisare che da lì a un'ora la sala sarebbe stata chiusa per essere sanificata, per poi riaprire nel pomeriggio. Questa seconda parte della comunicazione conteneva già l'anticipazione confermata da un comunicato rilasciato poco dopo dal Quirinale: «Il Presidente della Repubblica ha convocato Giorgia Meloni per le 16:30». Anche qui zero suspance sui motivi della convocazione: brucia le tappe Mattarella per consegnare al paese la prima presidente del Consiglio donna della sua storia.

Ultimo aggiornamento: 18:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA