Meloni resta sola sul voto: «Basta vertici da Berlusconi»

Nel documento dei leader di FI e Lega la linea è portare a termine la legislatura

Sabato 16 Luglio 2022 di Mauro Evangelisti
Meloni resta sola sul voto: «Basta vertici da Berlusconi»

Lega e Forza Italia sognano un governo Draghi senza i 5Stelle. Giorgia Meloni balla da sola, viene esclusa dal giro di telefonate del «centrodestra di governo», con Berlusconi che vorrebbe organizzare, però, un vertice a tre, magari a Villa Certosa, in Sardegna, dove si trova in questi giorni. Lei replica gelida: «I vertici si fanno nelle sedi istituzionali». Tradotto: se davvero si andrà a votare, bisogna costruire un centrodestra differente.

Il clima è questo, nonostante il fatto che tutti i sondaggi diano la coalizione vincente. Che si voti in autunno o nel 2023. Fabio Rampelli, Fdi, vicepresidente della Camera, prevede perfido: «Se Draghi accetta di continuare, Forza Italia e Lega si accodano. Non sono pronte ad affrontare il voto. Purtroppo in Italia c'è una cultura politica carente. In fondo senza M5S potrebbero incassare qualcosa di più. E anche il Pd deve prendere tempo. Non darei nulla per scontato».

TELEFONO

Torniamo a ieri mattina. Matteo Salvini e Silvio Berlusconi si parlano e decidono di scrivere, insieme, una nota in cui spiegano: dopo quello che è successo, «il centrodestra di governo vuole chiarezza e prende atto che non è possibile contare sul Movimento 5 Stelle in questa fase così drammatica». Come dire: se ci sarà un Draghi bis, dovrà essere senza M5S. Draghi però è stato perentorio, ha spiegato che senza una maggioranza che comprenda anche il partito di Conte - come lo chiama ormai Di Maio - non è disponibile ad andare avanti. Vero è che dal Nord, dai governatori come Zaia e Fontana, per passare ai vari amministratori locali, avvertono: è il momento peggiore per condannare il Paese a una crisi di governo, tra Pnrr, crisi del gas, emergenze bollette, imprese molto preoccupate. Ma le possibilità di evitare elezioni anticipate sembrano risicate. «Centrodestra di governo» si legge nella nota frutto del colloquio di Berlusconi-Salvini. Nel pomeriggio, intervistata da Corriere.it, parla il «centrodestra non di governo», cioè Giorgia Meloni, che dice: «Il racconto delle elezioni come le cavallette, come una delle sette piaghe d'Egitto, non lo condivido... Nelle democrazie parlamentari come la nostra c'è sempre un governo in carica fino al successivo».

Crisi governo, i tre scenari: elezioni anticipate, bis di Draghi, incarico a un traghettatore

MILANO MARITTIMA

Da Forza Italia Antonio Tajani, però, spiega: «Nemmeno noi abbiamo paura delle elezioni. Però siamo responsabili e verifichiamo se è possibile avere di nuovo Mario Draghi alla presidenza del Consiglio, magari con una maggioranza diversa, per affrontare i problemi degli italiani. Se non ci si riesce, allora si va al voto. Ma non sono possibili nemmeno ricatti, dire che il governo si può fare solo con M5S». La Lega, che tra due settimane si ritroverà per la festa nazionale a Milano Marittima di papetiana memoria e dove parleranno - rigorosamente in giorni differenti - Salvini, Zaia e Fedriga, ha un'ala forte che spera nell'overtime richiamato da Giorgetti, perché ci sono imprese e famiglie da rassicurare in vista dell'autunno freddo (senza gas). E ieri Salvini ne ha parlato con Fontana, Fedriga, Zaia, i vicesegretari, i capigruppo e Calderoli. Per una volta senza apparenti divisioni. «Faremo il bene dell'Italia». In fondo se Salvini voleva andare al voto subito, ha trovato nei 5Stelle degli inconsapevoli complici.

Ultimo aggiornamento: 16:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA