Meloni, gelo con Parigi. Mattarella la difende: «L’Italia sa badare a se stessa»

La leader FdI replica agli attacchi: «La politica estera non cambierà»

Sabato 8 Ottobre 2022 di Emilio Pucci
Meloni, gelo con Parigi. Mattarella la difende: «L’Italia sa badare a sé»

La vigilanza della Francia sul nuovo governo che sarà guidato da Giorgia Meloni? No, grazie. Nel giorno in cui la ministra per gli Affari Europei del governo transalpino, Laurence Boone, rilancia l’obiettivo di accendere un faro sul «rispetto dei diritti e delle libertà» nel nostro Paese (con successiva correzione di tiro: «Non vogliamo dare lezioni a nessuno, la Francia rispetta la scelta democratica degli italiani»), a Roma si alza un muro. La voce più forte è quella del Capo dello Stato Sergio Mattarella: «L’Italia sa badare a se stessa nel rispetto della sua Costituzione e dei valori dell’Unione europea».

Un alt netto nei confronti di chiunque tenti di metterci sotto sorveglianza. 

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LA CORREZIONE DELL’ELISEO

Il caso rischiava di creare un incidente diplomatico, tanto più che le stesse affermazioni erano già state fatte all’indomani delle elezioni italiane dalla prima ministra francese Elisabeth Borne. Ma l’intervento del presidente Emmanuel Macron è servito a gettare acqua sul fuoco: «La Francia lavorerà con buona volontà e in modo esigente per fare avanzare l’Europa», ha detto l’inquilino dell’Eliseo, rimarcando allo stesso tempo di non voler cambiare i suoi valori e i suoi principi. Ovviamente la prima ad insorgere contro Parigi è stata proprio la presidente del Consiglio in pectore. «Confido che il governo francese smentisca immediatamente queste parole, che somigliano troppo a una inaccettabile minaccia di ingerenza contro uno Stato sovrano, membro dell’Unione Europea», l’irritazione di Giorgia Meloni. Con una premessa: «Voglio sperare che, come spesso accade, la stampa di sinistra abbia travisato le reali dichiarazioni fatte da esponenti di governo stranieri». E un affondo: «L’era dei governi a guida Pd che chiedono tutela all’estero è finita. Credo sia chiaro a tutti, in Italia e in Europa». 

 

A difendere l’autonomia dell’Italia è sceso in campo anche il presidente del Consiglio Mario Draghi che a margine del vertice informale di Praga ha negato ogni tipo di preoccupazione da parte degli altri leader europei nei confronti del presidente di Fdi. Verso l’Italia «c’è curiosità», come sempre «quando cambia un governo», non altro. E ha rimarcato come per quanto riguarda la politica estera «la linea dell’Italia dovrebbe essere invariata». Nel partito si sottolinea come al primo punto del programma del centrodestra ci sia proprio la postura del Paese sul piano internazionale: nessun dietrofront sul sostegno a Kiev, il nostro Paese - Meloni lo ha detto anche durante l’esecutivo nazionale del suo partito - resterà nel perimetro dell’Alleanza atlantica e nella cornice europea, facendo prevalere gli interessi nazionali. «La politica estera non cambierà, siamo stati chiari già all’opposizione». Le parole di Mattarella e Draghi? «Penso che qualunque italiano possa sentirsi rappresentato» dal pensiero espresso dal Capo dello Stato e dall’attuale premier, il commento del leader di Fdi, «in nessun trattato c’è scritto che compete a una Nazione straniera vigilare sul rispetto dei diritti in un’altra». 
Meloni, lasciando gli uffici della Camera, ha sottolineato di non aver avuto alcuna conversazione telefonica con Macron. Ed ha rilanciato: «La posizione di FdI è stata estremamente chiara quando era all’opposizione. Quella è la nostra posizione, non c’è ragione che cambi». «Sono finiti i tempi - rimarca il vicepresidente del Senato, Ignazio La Russa - «in cui l’Italia prendeva schiaffi senza che la sinistra reagisse», la reazione delle istituzioni «ha dimostrato che le ingerenze non sono ammesse da parte di Paesi che vogliono considerarsi e che noi consideriamo amici». 

IL PRECEDENTE DEL 2011

«In Italia i diritti sono saldi. Siamo in sintonia con l’Europa», osserva il leader di “Noi moderati” Maurizio Lupi. Certo, nel centrodestra hanno messo in conto che dopo che arriverà l’incarico a Giorgia Meloni gli attacchi aumenteranno. «Ma non ci sarà alcun cedimento», la promessa. «Nel 2011 ci furono pesanti ingerenze di altri governi europei nei confronti dell’Italia che portarono alla caduta del governo Berlusconi, l’ultimo espressione di una volontà popolare. Anche con il compiacente silenzio della sinistra. Faremo in modo che non accada mai più», mette le mani avanti il coordinatore di FI, Antonio Tajani. Ed anche il leader della Lega Matteo Salvini plaude al coro di critiche verso chi oltralpe esprime giudizi sul futuro governo. Il deputato del Terzo polo Osvaldo Napoli va oltre: «Il Pd – l’invito - batta un colpo e si sbarazzi da ogni forma di sudditanza, allontanando il sospetto di una perenne triangolazione con gli avversari europei dei loro avversari italiani».

Ultimo aggiornamento: 10:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA