Meloni da Papa Francesco «Spinta e garanzie per il Giubileo» Faro su Ucraina e migranti

Mercoledì 11 Gennaio 2023 di Franca Giansoldati
Meloni da Papa Francesco «Spinta e garanzie per il Giubileo» Faro su Ucraina e migranti

La devastante guerra in Ucraina che lambisce l'Europa, il bisogno di ripristinare un clima di collaborazione internazionale, il multilateralismo ormai azzoppato e il rischio di ricadere nelle logiche del mondo a blocchi. È stato un dialogo di 35 minuti a cuore aperto, positivo e sincero. Ha subito preso quota sulle grandi questioni globali per poi planare sulle cose di casa e sul prossimo e grande appuntamento comune, il Giubileo del 2025 sul quale il governo ha promesso di procedere velocemente per convocare in tempi stretti il primo tavolo bilaterale, probabilmente già a cavallo con l'anniversario dei Patti Lateranensi di febbraio.
Papa Francesco che in dieci anni di pontificato ha visto passare dalla biblioteca del Palazzo Apostolico altri cinque presidenti del Consiglio ascoltava incuriosito e attento Giorgia Meloni, la prima donna premier della Repubblica italiana. Giovane, determinata, schietta.
Sono state individuate aree di interesse comune sulle quali esiste una convergenza, per esempio il timore del progressivo scompenso demografico, il bisogno di aiutare le giovani coppie, le fasce più fragili, gli anziani.
Era la prima volta che la Meloni varcava la soglia del Portone di Bronzo. «È stato un onore e una forte emozione avere l'opportunità di dialogare con il Santo Padre sulle grandi questioni del nostro tempo» ha sintetizzato in un tweet, corredato da una foto in cui traspare tutta la forza empatica di quell'incontro.
Papa Bergoglio è - notoriamente - un acuto osservatore delle vicende politiche italiane che segue informandosi personalmente.

Qualche tempo dopo la vittoria elettorale del centrodestra, non esitò a fare gli auguri al nuovo governo con parole che spiazzarono l'opposizione: «Un governo è per tutti e io spero che possa portare l'Italia avanti» disse, aggiungendo di seguito che la sana logica democratica prevede la collaborazione di tutte le forze politiche. «Per favore su questo io chiedo una responsabilità. Ma vi pare giusto che l'Italia dall'inizio del secolo fino ad adesso abbia avuto almeno 20 governi? Ma finiamola con questi scherzi».

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Il colloquio privato e senza altre presenze nello studio papale è durato a lungo. Gli argomenti non sono mancati e il tempo è volato. La grande battaglia per fermare l'inverno demografico, l'identità religiosa che rischia di dissolversi per effetto della secolarizzazione galoppante e la povertà che minaccia i ceti meno abbienti, erodendo persino le sicurezze della classe sociale media.


È stato ovviamente affrontato anche l'argomento spinoso dei migranti, uno scoglio che potrebbe costituire un freno per la comprensione reciproca vista la visione differente, anche se la predicazione evangelica del Pontefice ultimamente riconosce che l'Italia (così come gli altri paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo) non può essere lasciata sola dall'Europa a gestire in solitudine un fenomeno epocale di tale portata.

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I DONI


Con i tempi contingentati della mattinata, sono poi stati fatti entrare in biblioteca il compagno della Meloni, Andrea Giambruno, e la loro figlia, la piccola Ginevra che ha catturato l'attenzione dei presenti. Assieme hanno assistito allo scambio dei doni e alle presentazioni che hanno incluso l'ambasciatore in Vaticano, Francesco Di Nitto e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Il Papa ha regalato alla Meloni un libro sulla guerra in Ucraina contenente tutti i suoi interventi, due documenti del pontificato e un'opera in bronzo dal titolo Amore sociale. La premier ha ricambiato con due libri, i Fioretti di San Francesco e una copia della Santa Messa spiegata ai bambini di Maria Montessori. L'incontro si è concluso con la consueta photo opportunity.


Dalla durata temporale di un'udienza papale si misura sempre l'attenzione che il Papa riserva all'ospite di turno. In questo caso si è trattato di un tempo rappresentativo che suggerisce l'impostazione di un cammino di conoscenza reciproca e l'occasione per andare oltre la percezione mediata dai protocolli e filtrata dai mass media.


BATTUTE


Subito dopo la Meloni è stata accompagnata al piano di sotto per l'incontro più tecnico con il cardinale Parolin e il ministro degli Esteri, monsignor Gallagher. Stessi temi in agenda, eccetto che per la questione Giubileo visto che il titolare del dossier non è la Segreteria di Stato ma l'arcivescovo Rino Fisichella. Parolin ha sciolto subito il clima con una battuta: «Avete già festeggiato i 100 giorni di governo?» «No, non ancora», ha risposto ridendo la Meloni.

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