Mattarella: «Sviluppare autonomia Regioni garantendo i diritti sociali. Al Pnrr è legato il futuro dell'Italia»

Il presidente della Repubblica è intervenuto al festival «L'Italia delle Regioni»

Martedì 6 Dicembre 2022 di Mario Ajello
Mattarella: «Sviluppare autonomia garantendo i diritti sociali»

Un discorso sul buon uso del regionalismo, senza strappi e nella piena collaborazione fra tutti con «solidarietà e interdipendenza», e sull’importanza del Pnrr che va attuato nell’interesse di tutti e «non nascondiamoci dietro le difficoltà di esecuzione». Di questo parla il presidente Sergio Mattarella al Festival delle Regioni in corso alla villa reale di Monza e a cui il Capo dello Stato sta partecipando in queste ore. «Il Pnrr - avverte Mattarella - è un momento straordinario di potenziale sviluppo del nostro Paese e dinanzi a sfide di questa portata è richiesto l’impegno convergente delle istituzioni e di tutte le forze politiche e sociali.

Un impegno che abbiamo assunto in sede europea e che va, ovviamente, onorato». E ancora: «Si registra un’ampia condivisione in ordine alla necessità di completare il programma di riforme e, per quanto riguarda gli investimenti, di considerare un’assoluta priorità gli obiettivi individuati dal Piano per far crescere l’economia all’insegna della sostenibilità e dell’uguaglianza». Del resto, secondo il presidente, «al Pnrr è legato il futuro del Paese ben oltre il termine di attuazione del Piano, fissato come sappiamo al 2026». 

L’impegno comune dello Stato centrale e delle Regioni nel buon uso di questa grande opportunità di crescita è per Mattarella la condizione perché il Pnrr riesca nei suoi intenti e porti i suoi vantaggi all’intera comunità nazionale. «Le diseguaglianze tra le persone e i territori costituiscono le più gravi fonti di inefficienza economica - incalza il Capo dello Stato - e il Pnrr consente di affrontarle in modo nuovo, integrando politiche per la crescita e politiche di coesione. Nell’attuazione del Piano le Regioni sono chiamate a fornire un importante contributo. Il prossimo anno il Piano e destinato a entrare nel vivo degli investimenti infrastrutturali che ne costituiscono una componente fondamentale. Non dobbiamo nasconderci le difficoltà sottese a questo impegno che coinvolge tutti i livelli di governo. La spesa per investimenti nell’ultimo decennio, a motivo delle note ristrettezze di bilancio, e stata ridimensionata in misura considerevole cosi come sono state fortemente ridotte le assunzioni da parte delle pubbliche amministrazioni. Queste circostanze hanno concorso a ridurre la capacita di spesa delle amministrazioni nel settore degli investimenti. Questi temi sono oggetto di attenzione da parte del Pnrr». Onorare in tutti i modi gli impegni presi con la Ue, è la linea del Colle. E Mattarella la illustra così: «I massicci finanziamenti erogati dalla Commissione europea con il Pnrr sono destinati ad accelerare l’infrastrutturazione del Paese colmando i divari, a partire da quello tra il Nord e il Meridione. Si registra un’ampia condivisione in ordine alla necessità di completare il programma di riforme e, per quanto riguarda gli investimenti, di considerare un’assoluta priorità gli obiettivi individuati dal Piano per far crescere l’economia all’insegna della sostenibilità e dell’uguaglianza». Di fronte a «sfide di questa portata è richiesto l’impegno convergente delle istituzioni e di tutte le forze politiche e sociali. Un impegno che abbiamo assunto in sede europea e che va, ovviamente, onorato».

Quanto all’autonomia, che è uno dei temi principali di questo festival, Mattarella non ne parla esplicitamente, non cita mai la parola. Ma nel sotto-testo del suo discorso c’è eccome, e la sua è una visione di estrema solidarietà e di nessuna spaccatura Nord-Sud su questa materia. Il Capo dello Stato ha detto tra l’altro di essere d’accordo con il presidente friulano Fedriga sulla sua richiesta, che è anche di altre Regioni, «di procedere alla costituzionalizzazione del sistema delle Conferenze Stato-Regioni. Una richiesta di cui non mi sfugge il valore politico e istituzionale e sulla quale Governo e Parlamento saranno chiamati a esprimersi». 
Mattarella traccia un sentito elogio del regionalismo - del resto uno dei suoi punti di riferimento ideali è don Sturzo, che fu molto regionalista - e lo fa così: «Si è compiuto un importante passo in avanti sulla strada della collaborazione tra enti locali e centrali, con l’esito di conferire maggior peso al sistema regionale, agevolando l’espressione di posizioni condivise». Insomma, regionalismo non deve significare divisione e tantomeno deve dunque esserlo l’autonomia (sempre non citata, ma c’è nel sottotesto mattarelliano). 
Il presidente ha sottolineato come, «per la prima volta, venga stipulata un’intesa con il consenso unanime delle Regioni ai sensi dell’ottavo comma dell’articolo 117 della Costituzione. Una disposizione quest’ultima che riconosce alle Regioni la facoltà di stipulare intese, da ratificare con legge regionale, “per il migliore esercizio delle proprie funzioni”, anche con l’individuazione di organi comuni». Mattarella ha anche ricordato che «l’iniziativa odierna appare anche il prodotto delle sfide che il Paese, e segnatamente le Regioni, si sono trovate ad affrontare negli ultimi anni e che hanno portato a maturazione intenti e progetti da tempo coltivati». 
Insomma un discorso sul buon uso del regionalismo, senza strappi e nella piena collaborazione fra tutti. Regionalismo solidale e intredipendente più utilizzazione virtuosa e rapida del Pnrr: ecco come l’Italia, vista dal Colle ma anche da gran parte del mondo politico e di quello delle istituzioni locali, può vincere al sfida della ripresa e del rilancio ed essere competitiva nel nuovo quadro internazionale dopo la pandemia e mentre la guerra in Ucraina ancora impazza purtroppo.

 

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