Mascherine, stop all'aperto da venerdì. Dal 1° aprile via l'obbligo anche al chiuso. Stadi, capienza al 75%

Da venerdì cade l'obbligo di indossarle all'aperto in tutta Italia, ma sarà necessario portarle con sé per indossarle in caso di assembramento

Martedì 8 Febbraio 2022 di Mauro Evangelisti
Mascherine all'aperto, obbligatorio portarle con sé. L'ordinanza: «Vanno indossate in caso di folla»

Più spettatori allo stadio e nei palasport già dal primo marzo. E normalizzazione sempre più vicina. Esempio: l’obbligo di mascherine, nei luoghi al chiuso, scade il 31 marzo. Solo qualche settimana fa uno scenario di questo tipo sarebbe apparso fantascientifico, ma è scritto nero su bianco nell’ordinanza firmata ieri dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che elimina la necessità di indossarle all’aperto già da venerdì, ma pone come limite al chiuso proprio l’ultimo giorno del prossimo mese. Certo, una proroga è possibile se la situazione epidemiologica di Sars-CoV-2 dovesse richiederlo, ma ad oggi l’ordinanza questo dice: dal primo aprile scade l’imposizione dei dispositivi di protezione all’interno di un bar, di un cinema o della metropolitana.

Con lo stato di emergenza che finisce il 31 marzo l’ordinanza non può andare oltre e si rinvia dunque la decisione con una nuova valutazione tra un mese e mezzo. Ma ci sono tre scenari: proroga generale di obbligo di mascherina per tutte le attività al chiuso, obbligo di mascherina solo per alcuni luoghi a rischio (ad esempio bus e metro), stop definitivo.

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CONTRARIO
Intanto, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, contesta la fine dell’obbligo all’aperto che scatta da venerdì: «Non andate di fretta. Terremo, in Campania, l’obbligo delle mascherine. Non è un grande sacrificio. In Campania noi saremo più prudenti che nel resto d’Italia. A volte ho la sensazione che a Roma pensano di cancellare il Covid rompendo il termometro, ma non è così». A favore dello stop c’è invece anche Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli-Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni: «Giusto il percorso che apre a una normalizzazione nel combattere la pandemia. Il virus è diverso, la copertura vaccinale è ampia: bisogna affrontare la situazione in un modo nuovo rispetto a qualche mese fa. Col mutare delle condizioni occorre cambiare anche l’approccio».
 

 

Non solo: il ministro Speranza, d’intesa con la sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali, sta aumentando anche le capienze autorizzate negli impianti sportivi. Dal primo marzo negli stadi salirà al 75 per cento, nei palasport al 60. «Si proseguirà - spiegano dal Ministero della Salute - con le riaperture complete qualora la situazione epidemiologica continuasse la sua tendenza di calo». Significa che entro la fine di marzo non ci saranno limiti per una partita di calcio, di basket o di volley, per fare esempi di eventi sia all’aperto sia al chiuso. Venerdì riapriranno le discoteche ma ci sarà anche il via libera ai concerti. Si tratta di una accelerazione, nel percorso verso la normalità di cui aveva parlato anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi, che segue il calo costante dei nuovi casi (anche ieri il 30 per cento in meno rispetto al martedì della settimana precedente) e dei posti letto occupati in ospedale. Non bisogna comunque dimenticare che si viaggia ancora a quota 100mila positivi al giorno (ieri 101.864) e che i decessi sono troppi (ieri 415).
 

 

TESTO
Ma cosa dice l’ordinanza del ministro Speranza sulla fine dell’obbligo delle mascherine all’aperto? L’articolo 1 fissa, come detto, una scadenza anche per l’utilizzo al coperto: «Fino al 31 marzo 2022 è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private». Dunque, dal primo aprile l’obbligo sparisce. All’articolo 2 si ricorda che all’aperto bisognerà avere sempre con sé la mascherina e indossarla «laddove si configurino assembramenti o affollamenti». Non saranno obbligati a usarla, tra gli altri, i bambini con meno di sei anni e «i soggetti che stanno svolgendo attività sportiva». Anche all’aperto restano le misure che dipendono da altri strumenti normativi. Per capirci: il contatto stretto di un positivo, se ha completato il percorso vaccinale, non deve restare in quarantena, ma per dieci giorni deve indossare sempre la mascherina Ffp2. Bene, questo vale anche all’aperto. Altro esempio: un non vaccinato, contatto di un positivo, con le regole introdotte di recente, deve restare cinque giorni in quarantena, eseguire un tampone e se negativo può uscire, ma per cinque giorni deve indossare anch’egli la Ffp2. Ovviamente anche in questo caso deve farlo anche all’aperto.
 

Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 13:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA