Draghi: «L'appello a non vaccinarsi è un invito a morire»

Venerdì 23 Luglio 2021 di Marco Conti
Draghi: «L'appello a non vaccinarsi è un invito a morire»

«L'economia va bene, si sta riprendendo e l'Italia cresce a un ritmo anche superiore a quello di altri Paesi europei. La variante Delta è anche più minacciosa di altre varianti». Sprizza ottimismo-decisionista Mario Draghi quando, dopo il consiglio dei ministri, scende in sala stampa e racconta il decreto che introduce il Green Pass e cambia i criteri delle zone. «Stiamo andando bene» perché oltre la metà degli italiani ha completato il ciclo vaccinale e ora c'è l'ultimo sforzo da fare per convincere coloro che tentennano.

Come? Raccogliendo nel decreto, licenziato dal consiglio dei ministri, una lunghissima serie di attività che si potranno fare solo se si è vaccinati o si ha un tampone negativo valido o si è guariti.

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LA STRETTA
L'elenco è lunghissimo e, praticamente, dal 6 agosto senza certificato verde chi ha più di dodici anni potrà al massimo prendere un caffè al bancone del bar. Tutto il resto è sottoposto al requisito della vaccinazione. Si potrà esibire anche il pass delle prima dose, che avrà una validità limitata alla data della seconda, e Draghi fa anche capire che l'elenco dove serve il pass verrà a breve anche allungato quando il governo si occuperà di tre settori lasciati per ora fuori dal decreto: la scuola, il lavoro e i trasporti.

 

Leggendo il decreto si scopre che è forse ben più della tanto discussa via francese al pass che Draghi difende nella cabina di regia e in consiglio dei ministri anche dagli assalti dei leghisti che vorrebbero riaprire le discoteche. L'entrata in vigore slitta di qualche giorno, rispetto alle attese della vigilia, per dare tempo alle attività di organizzarsi nei controlli e per dare giorni in più agli indecisi. Anche sulle discoteche resta l'indicazione della vigilia malgrado il pressing dei ministri della Lega che alla fine spuntano però un consistente indennizzo (20 milioni di euro) per la stagione fallita. «Invito tutti gli italiani a vaccinarsi», ripete il presidente del Consiglio, che parla con ai lati i ministri Speranza e Cartabia, difendendo il pass che «non è arbitrio ma condizione per tenere aperte le attività». Ancora una volta Draghi non usa giri di parole nei confronti di alcune forze politiche, Lega in testa, che hanno combattuto l'introduzione del lasciapassare e escludono che occorra la vaccinazione per chi ha meno di 40 anni. Assurdità scientifiche veicolate soprattutto da Matteo Salvini anche se Draghi non lo cita quando dice che «l'appello a non vaccinarsi è appello a morire, sostanzialmente, non ti vaccini, ti ammali e muori, non ti vaccini e contagi». Il leader della Lega replica dicendo che ci sono «Comunità scientifiche e governi, come quelli di Germania e Gran Bretagna, che invitano alla prudenza sui vaccini per i minorenni». Parole dure, quelle di Draghi, usate poco prima per convincere i presidenti di regione e poi alcuni ministri che lo volevano solo per le regioni gialle. Ma al presidente del Consiglio sta a cuore non solo la salute degli italiani, ma anche la salute dell'economia che non reggerebbe altre drastiche chiusure.

Ma la discussione in consiglio dei ministri c'è stata anche sui nuovi parametri che fanno scattare le zone. Tutti d'accordo nel cambiare i criteri ma non sulle percentuali. Va in soffitta l'indice Rt e si prendono in considerazione da lunedì le ospedalizzazione. L'intesa è nel mezzo, rispetto alle richieste del Cts da un lato e delle Regioni dall'altro: 10% per le terapie intensive e 15% per i reparti ordinari. «Presto affronteremo scuola, trasporti e lavoro con norme ad hoc», sottolinea il presidente del Consiglio dando appuntamento al massimo alla prima settimana di agosto e annunciando incontri con i sindacati per definire i criteri di un quasi scontato obbligo vaccinale. Non manca anche un riferimento alla pubblica amministrazione che dovrebbe riportare i lavoratori in presenza: «Ci sta lavorando il ministro Brunetta», promette il presidente del Consiglio ribadendo in chiusura che «l'obiettivo è tutti a scuola in presenza a settembre» così come auspica il ministro dell'Istruzione Bianchi. Anche se in alcune regioni «la percentuale nazionale del 16% di insegnanti non vaccinati» raccontata dal ministro Speranza, sale al 48%.

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Ultimo aggiornamento: 17:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA