Manovra avanti con la fiducia: alla camera primo “sì” con 221 voti. Mollicone: «Gli errori colpa della Ragioneria»

Camera, ok dopo nuove variazioni. Giorgetti: l’importante è atterrare

Sabato 24 Dicembre 2022 di Alberto Gentili
Manovra, il primo sì: fiducia con 221 voti. E FdI attacca i tecnici, Mollicone: «Gli errori colpa della Ragioneria»

Dopo giorni e giorni di schermaglie e di correzioni, di lotta all’ultimo sangue su ogni singolo emendamento, ieri sera la prima manovra economica del governo di Giorgia Meloni ha ottenuto la fiducia della Camera con 221 sì, 152 no e 3 astenuti.

Manovra, ok della Camera alla fiducia: 221 sì e 152 no. Fdi attacca i tecnici per gli errori: «È colpa delle Ragioneria»

La maratona sulla legge di bilancio non è però finita lì.

Dopo il sì alla fiducia, a Montecitorio è stato celebrato un Consiglio dei ministri lampo per approvare la nota di variazione del bilancio. E per tutta la notte sono proseguite le votazioni sui singoli articoli e sugli ordini del giorno, in una maratona notturna che è andata avanti fino all’alba.

Non senza un po’ di suspense: all’ultimo minuto sono saltati fuori due errori in altrettante tabelle allegate alla manovra. Il governo, per rimediare, ha presentato in extremis due emendamenti con le nuove correzioni. E tabelle e modifiche sono state votate dopo la fiducia, prima degli ordini del giorno, assieme ad altri due emendamenti last minute: uno contro la peste suina, l’altro per l’acquisto di Villa Verdi progettata e abitata dal famoso musicista. «Una forzatura, le proposte erano state bocciate in Commissione», ha tuonato il Pd. Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e regista della manovra, ha sdrammatizzato: «Ho alle spalle anni di leggi di bilancio. E’ come gli aerei: quando c’è un po’ di turbolenza l’importante è atterrare».
E adesso la manovra atterrerà al Senato. Martedì palazzo Madama prenderà in carico la manovra per licenziarla entro il 31 dicembre. Il via libera non prevede alcuna correzione da parte dei senatori: se dovesse essere modificato anche un solo comma, il provvedimento dovrebbe tornare alla Camera. E diventerebbe serio e concreto il rischio dell’esercizio provvisorio. Che la situazione sia delicata e non siano previsti scherzi o trabocchetti, è dimostrato dalle parole del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: «La manovra va approvata, costi quello che costi entro la fine dell’anno. Abbiamo una settimana di tempo, non si scappa. Faremo Capodanno a votare, sono pronto».

Il primo giro di boa non fa evaporare le polemiche. Anzi, ne apre di nuove. Negli ultimi giorni il percorso della legge di bilancio è stato una via crucis, basti pensare che ancora giovedì (quando la legge era ormai giunta in Aula) la Ragioneria ha chiesto ben 44 correzioni al testo del provvedimento per mancanza di coperture, costringendo la commissione Bilancio a riprendere in mano la manovra per correggerla. Da qui lo slittamento all’alba di questa mattina del via libera definitivo. Per Federico Mollicone, esponente di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Cultura di Montecitorio, la colpa però non è né del governo, né della maggioranza, ma di quello che viene definito deep State: «C’è stato caos sulla manovra? Il retroscena lo svelo: non c’era nessuno dei funzionari del Mef e della Ragioneria generale». Insomma, secondo Mollicone, «c’è stato un caos amministrativo e non politico». Segue altro attacco: «Tutto ciò non è ammissibile. Non contestiamo i rilievi dei tecnici, ma il fatto che non ci fosse nessuno nella seconda notte di voto sulla manovra. Abbiamo dovuto mandare mail per avere risposte arrivate il giorno dopo, ossia ieri mattina». Ancora, allargando il tiro sui dirigenti della Camera: «Durante i lavori c’era tutto il personale di Montecitorio, tutto era aperto. Ma non c’erano i funzionari». La replica di Giorgetti: «I tecnici hanno lavorato tanto, sono tutti stanchi».

LE REAZIONI

Non mancano i commenti sulla prima legge di bilancio del governo Meloni. Per Salvini, «non fa miracoli, ma aiuta milioni di italiani a pagare le bollette e alzerà un po’ le pensioni minime e gli stipendi bassi. Abbiamo dato più soldi a chi ne ha bisogno». Secondo Debora Serracchiani, capogruppo del Pd, invece «la manovra è vigliacca e ingiusta: con i condoni avete dato un aiuto agli evasori e lanciato un attacco ai poveri»
Duro anche il giudizio di Giuseppe Conte: «Questa legge di bilancio, frutto di un’imbarazzante improvvisazione, è un caotico inventario di misure sbagliate e retromarce fatte sulla pelle di famiglie e aziende. Non siete pronti, ma proni ai falchi dell’austerità Ue. In più, smantellando il Rdc e ricorrendo i voucher, introducete lo schiavismo 2.0». E Carlo Calenda: «Questa legge di bilancio è insensata, contiene solo mance».

FdI, con Ylenia Lucaselli, ha invece alzato un muro a difesa del provvedimento: «Siamo orgogliosi di questa legge di bilancio che rappresenta noi e gli italiani e punta alla crescita avendo la forza di iniziare un percorso chiaro, corretto e convincente tra gli italiani e il fisco».

Ultimo aggiornamento: 06:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA