M5S, l'incubo per il voto amministrativo: «Rischiamo di sparire»

Venerdì 20 Agosto 2021 di Mario Ajello
M5S, l'incubo per il voto amministrativo: «Rischiamo di sparire»

Bentornato bipolarismo classico. L'appuntamento per incontrare di nuovo l'Italia binaria - destra e sinistra e i grillini che dicevano di non voler essere né da una parte né dall'altra finiscono fuori gioco - è il 4 settembre sera, quando ci saranno i risultati delle elezioni comunali. Tutto lascia pensare, e i sondaggi lo suggeriscono, che ai ballottaggi nelle varie città andranno i due schieramenti classici. Naturalmente a Roma, dove comunque tutto è aperto, la sorpresa Raggi (così come quella Calenda ma i dati al momento dicono duello finale Michetti-Gualtieri) è possibile.

Ma nel resto d'Italia - come ammette lo stesso neo-leader Conte che non sembra aver attivato un Effetto Conte in favore del proprio partito - «c'è da riorganizzare tutto, anche territorialmente», perché M5S è in pessima salute. «C'è il rischio di sparire», è la franca ammissione ai piani alti del movimento in profonda crisi di consenso nei vari comuni.

Ieri l'ex premier è andato a Salerno a lanciare la corsa di Elisabetta Barone (schierata contro il favoritissimo sindaco dem sostenuto da De Luca e qui è lotta tra rossogialli mentre a Napoli è accordone su Manfredi) ma in certe città - esempio: Benevento e Caserta e parliamo di Campania dove nelle politiche 2018 i grillini superarono il 50 per cento dei voti - neppure si è riusciti a fare le liste, per mancanza di candidati, lotte fratricide, paura della figuraccia.

E che cosa dire di Torino? Tra l'imprenditore Damilano e l'ex capogruppo dem Lo Russo, con il primo in leggero vantaggio per ora, sarà il ballottaggio.

Mentre la candidata contiana, Valentina Sganga, è destinata a detta di tutti a non toccare palla. Proprio nella città che è stata simbolo del trionfo strellato nel 2016 (con la Appendino) e se allora M5S fu primo partito con il 30,01 per cento adesso i sondaggi lo danno all'8.

A Milano la situazione è così. Sala ha respinto le avances di Conte (comprensiva della lettera surreale sulla Madonnina locomotiva d'Italia) e lo ha escluso dall'alleanza probabilmente vincente. Non è ancora ufficializzato il candidato stellato: gli attivisti hanno votato per Elena Sironi ma i contiani vorrebbero schierare Layla Pavone. E comunque le previsioni, si vedano quelle della società Opinio, sono disastrose per M5S: tra il 3 e il 5 per cento. Molto al di sotto dei numeri nazionali che si sono dimezzati rispetto al 2018: allora era il 33 per cento e adesso - fonte Supermedia Youtrend, ultimo report - è il 16. Ci si potrebbe consolare con Napoli, però. Ma neanche qui c'è da sorridere.

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LA PARABOLA

Euromedia Research (ovvero la Ghisleri) quota M5S al 19,1 per cento ma con perdita di oltre la metà degli elettori rispetto a 3 anni fa, e dilaniato anche nella formazione delle liste. In ogni caso, le due uniche vittorie possibili per M5S nelle grandi città sono a Napoli e a Bologna, ma con candidati dem e non stellati. E pensare che le comunali del 2016 furono il trampolino di lancio - successoni a Roma e a Torino - per l'onda gialla delle successive elezioni politiche. Stavolta, sembrano annunciarsi invece per gli stellati come l'inizio di un'eclissi. Soltanto un sorprendente exploit della Raggi potrebbe, in parte, salvare la baracca.

Per il resto, una valle di lacrime e un prossimo ripristino del bipolarismo classico. Altro esempio: è destra contro sinistra nelle regionali in Calabria con il forzista Occhiuto lanciato per ora oltre il 50 per cento secondo Swg.
«Dovrà cambiare tutto nel nostro movimento dopo il voto di ottobre», insiste infatti Conte. Ma esordire da leader con una disfatta renderà per lui tutto più difficile e tutto più facile per i colleghi di partito già pronti a fargliela pagare.

 

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