Contro Conte, ci sono addirittura una decina di parlamentari che sono disposti a parlare con il centro nascente, quello dei berlusconiani critici alla Brunetta.
Tutti (o quasi) contro Conte
Contro Conte, ci sono quasi tutti i deputati e una parte dei senatori, perché vedono il movimento imboccare una strada confusa e non intellegibile: «Non siamo né carne né pesce». E ancora: contro Conte, isolato all’interno ma anche all’esterno del movimento mentre Grillo tace polemicamente ed è sparito e Di Maio dialoga con Casini, con Letta e con tutti in vista delle votazioni per il Quirinale, si sta addensando una scissione che potrebbe arrivare a includere, in direzione Gruppo Misto, una cinquantina di parlamentari magari non tutti insieme contemporaneamente ma scaglionati. «Stiamo perdendo centralità», dicono tutti loro. E Di Maio che è leale con Conte a Conte lo avverte di continuo: «Serve maggiore iniziativa e dovresti parlare di più con Draghi». Ma il rapporto Conte-Draghi non decolla. Così come non decolla il rapporto tra Conte e il proprio movimento. L’ex premier si è blindato in una segreteria fatta di fedelissimi, e chi sta fuori si sente escluso. Ragione per cui si sta facendo impossibile la sostituzione del capogruppo alla Camera, Crippa, grillino doc stimato dal Fondatore, perché i deputati non vogliono l’imposizione da parte di Conte del suo fedelissimo Bonafede, l’ex ministro.
L'esodo
I partenti per altri lidi, compreso quello di Alternativa c’é che comprende altri fuoriusciti stellati, sarebbero una trentina alla Camera e una ventina al Senato. Anche chi non ha la valigia in mano si sente spaesato a stare fermo dove sta e vive una sorta di scissione interiore, ancora silenziosa ma assai diffusa tra i peones. Ci si sente già fuori dal movimento nel senso che Conte - a cui vengono attribuite voglie di voto subito - farà liste tutte sue, con deroghe dalla regola del no al terzo mandato che deciderà in solitudine o con il suo cerchio magico e il partito che nascerà tutto lo vedono come un partito personale. Probabilmente piccolo. «M5S diventerà una sorta di nuova Udeur», disse il Dibba tempo fa e la sua battuta adesso la condividono più o meno tutti, anche quelli che detestano il Che di Roma Nord. Il quale è la spina nel fianco del movimento di Conte. Sta per cominciare il suo giro d’Italia, forse farà un partito o forse no ma intanto agisce come coscienza critica del grillismo che fu e la sua è una sirena molto forte per tanti specialmente sui territori e fuori dal Palazzo. Stessa funzione la svolge Virginia Raggi. Adesso è in stand by, ma presto andrà all’assalto di Giuseppi.