M5s, Di Maio e le armi a Kiev: «Con la Nato o sono guai». Il movimento: non ci rappresenta più

Una bozza di risoluzione sulla guerra spacca i grillini: «Stop alle forniture»

Domenica 19 Giugno 2022 di Andrea Bulleri
M5s, Di Maio e le armi a Kiev: «Con la Nato o sono guai». Il movimento: non ci rappresenta più

«Non procedere a ulteriori invii di armamenti».

Il nuovo terremoto nel Movimento 5 stelle scoppia poco prima dell'ora di pranzo. Quando sulle chat dei parlamentari rimbalza la bozza di risoluzione a cui gli uomini vicini a Giuseppe Conte starebbero lavorando da giorni, per costringere Mario Draghi a un cambio di passo sulla guerra in Ucraina. I volti dei senatori si fanno paonazzi. Perché la bozza è tutto tranne quel «compromesso» di maggioranza che ci si aspettava. Al contrario: il testo mette nero su bianco la volontà di «non procedere, stante l'attuale quadro bellico, ad ulteriori invii di armamenti che metterebbero a rischio si legge una de-escalation del conflitto, pregiudicandone una soluzione diplomatica». Un'inversione a U rispetto alla linea condivisa dall'Occidente e dall'esecutivo di Mario Draghi, atteso martedì in Senato proprio per il voto sulla risoluzione. Per qualcuno è un tentativo di indebolire il premier alla vigilia del Consiglio Europeo.

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Anche per questo il documento ha l'effetto di un detonatore: quella bozza «disallinea l'Italia dalla Nato e dall'Ue», avverte il titolare degli Esteri Luigi Di Maio: «Così mettiamo a repentaglio la sicurezza del Paese». «Il testo porta l'Italia fuori dalla sua collocazione storica affonda la viceministra dell'Economia Laura Castelli Noi non lo votiamo». Ma il vero scossone arriva quando ad applaudire alle parole attribuite al Movimento è l'ambasciatore russo Sergej Razov. «La logica dell'invio delle armi esulta il diplomatico del Cremlino è lungi dall'essere condivisa da tutti, anche in Italia». È la goccia che fa traboccare un vaso già pieno: «L'endorsement di Razov ci riempie di vergogna», constata il senatore vicino a Di Maio Primo Di Nicola. «È gravissimo che un ministro degli Esteri alimenti un clima di allarme intorno alla sicurezza del proprio Paese durante una guerra», ribatte invece il vicepresidente M5S Michele Gubitosa, che bolla le parole del titolare della Farnesina come «fango inaccettabile». Poi lancia l'affondo: «Mi domando quanto Di Maio rappresenti ancora il M5s al governo, oppure se stia rappresentando solo sé stesso».
È un altro tsunami, una polemica che i parlamentari stellati coinvolti nel dossier Ucraina cercando di placare sul nascere. «Non è questo il testo a cui lavoriamo», chiarisce la capogruppo in Senato Mariolina Castellone: «Il documento che voteremo martedì sarà condiviso con la maggioranza. Forse aggiunge si tratta di una delle tante bozze dei giorni scorsi, un punto di partenza».
I SOSPETTI
Eppure la bozza viaggia dentro e fuori le chat grilline, accreditato come il testo benedetto da Conte. Proprio mentre il presidente M5s da giorni tentenna, in bilico tra la tentazione della prova di forza e il sostegno al governo sull'Ucraina. Ecco allora che nel Movimento, dilaniato dalle lotte intestine tra il fronte dei contiani e quello dei fedelissimi all'ex capo politico, si avanzano sospetti. «Vuoi vedere azzardano i primi che sono stati loro a far uscire una bozza già superata per danneggiarci?». Ipotesi che i secondi respingono al mittente: «Dicono che il testo non è quello? Forse cercano di rimediare alla sciocchezza che hanno combinato».

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Anche perché, aggiungono i seguaci di Di Maio, i toni del documento sono quelli agitati più volte dall'ex premier. Il testo parla di stop alle armi e «immediato cessate il fuoco», da raggiungere attraverso «il consolidamento di un'azione diplomatica europea» che fornisca «nuovo impulso alle trattative di pace». «La nostra linea è chiara ribadisce Castellone per noi è importante che nel testo che voteremo si parli di de-escalation militare e centralità del parlamento nelle scelte sul conflitto. Chi in queste ore divulga documenti diversi attacca lo fa per creare fibrillazioni, delegittimare chi prova a fare sintesi e vanificare il nostro lavoro». Il bersaglio, ancora una volta, sono Di Maio e i suoi.
 

Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 13:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA