Licenziamenti, il governo pone fine al blocco. Esclusi ​i settori più in crisi, dal tessile alla moda

Lunedì 28 Giugno 2021 di Andrea Bassi
Licenziamenti, il governo pone fine al blocco. Esclusi i settori più in crisi, dal tessile alla moda

La mediazione raggiunta nella maggioranza sui licenziamenti ha tenuto. Mario Draghi, del resto, si era speso personalmente, insieme al ministro del lavoro Andrea Orlando, per trovare un punto di caduta che rispondesse da un lato ai timori dei sindacati per la fine del blocco, e dall’altro a quelli di Confindustria su una ingessatura ormai insostenibile del mercato del lavoro alla vigilia della partenza del Recovery Plan.

Dunque ieri il vertice di maggioranza convocato da Draghi a Palazzo Chigi è servito a certificare l’accordo. Le pressioni delle ultime ore, arrivate dal Pd, da Leu e anche dai Cinque Stelle per una ulteriore proroga generalizzata erano già state stoppate da Palazzo Chigi. Dal primo luglio le imprese del settore manifatturiero e quelle delle costruzioni potranno tornare a licenziare. Per loro il blocco finisce. Con alcune eccezioni. Le imprese dei settori maggiormente in crisi, identificate con il «tessile allargato», che comprende anche moda, calzature e pelletteria, avranno a disposizione altre 17 settimane di Cassa gratuita Covid e, dunque, per loro rimarrà il divieto di licenziare i dipendenti. Con questa proroga arriveranno fino al 31 ottobre. 

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Poi c’è il capitolo delle imprese in crisi conclamata. In questa categoria ci sono quelle che hanno già un tavolo aperto al ministero dello Sviluppo economico (85 in tutto), e quelle che ancora non hanno richiesto l’apertura del tavolo ma hanno finito tutti gli ammortizzatori sociali utilizzabili. Per queste imprese viene stabilito che potranno accedere per altre 13 settimane alla Cassa integrazione straordinaria. Chi chiederà di poter utilizzare i nuovi ammortizzatori non potrà però licenziare. Si tratta insomma, di un meccanismo «volontario», come quello che permette alle imprese di utilizzare la Cassa integrazione ordinaria dal primo luglio prossimo senza dover versare nessun contributo come avviene invece oggi. Chi però chiede di accedere alla Cig gratuita, si deve impegnare a non licenziare nessun dipendenti fino alla fine dell’anno. 

LA MOSSA
Draghi ha deciso anche di convocare i sindacati (l’incontro si terrà già oggi), per spiegare la mediazione raggiunta sullo sblocco dei licenziamenti. La richiesta che fosse direttamente il premier ad illustrare alle parti sociali il compromesso raggiunto, è arrivata da Pd, Leu e Movimento Cinque Stelle. Ma Draghi si presenterà all’incontro con i sindacati forte anche del sostegno pubblico dato all’accordo sia dal ministro Orlando che dal segretario del Pd Enrico Letta. Commentando l’accordo raggiunto, Orlando ha spiegato che «la discussione è andata nella direzione giusta: aumentare gli strumenti di protezione e rendere meno traumatico il superamento del blocco dei licenziamenti». Letta, invece, ha parlato di un «buon compromesso». 
Durante la cabina di regia non si è parlato però, solo dei licenziamenti. Il discorso è stato allargato a tutti i contenuti del decreto legge che sarà approvato domani e che sarà finanziato con i 4 miliardi di risparmi ottenuti sugli ultimi indennizzi. 

 

I partiti della maggioranza, con l’assenso di Draghi, hanno concordato una nuova proroga del congelamento delle cartelle esattoriali. La consegna degli atti da parte dell’Agenzia delle Entrate non riprenderà il primo luglio ma il primo settembre. Nella relazione tecnica sarà spiegato che le cartelle non saranno consegnate tutte insieme (ce ne sono giacenti 60 milioni), ma ci sarà uno scaglionamento anche che nel 2022. Non solo. Draghi ha annunciato che nel provvedimento sarà inserita una norma che congelerà il cashback per sei mesi in attesa di una riforma dello strumento. Dunque a luglio ci sarà il pagamento dei “rimborsi” maturati durante i primi sei mesi dell’anno (compreso il super cashback da 1.500 euro), ma il conteggio delle operazioni che sarebbe dovuto ripartire da zero sarà fermato. Si risparmieranno 2-3 miliardi sul 2022 che serviranno per finanziare la prossima Legge di Stabilità.

Ultimo aggiornamento: 30 Giugno, 09:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA