Ius soli, scontro fra Carroccio e Pd, Salvini: «Non se ne parla, ma incontrerò Rami»

Lunedì 25 Marzo 2019 di Claudia Guasco
Ius soli, scontro Carroccio-Pd Salvini: «Incontrerò Rami»

Sperano di essersi guadagnati la cittadinanza italiana sul campo e ora per Rami e Adam, gli eroi del bus della scuola media dirottato da Ousseynou Sy, si apre uno spiraglio. «Il Partito democratico ha rilanciato una battaglia molto sentita dagli italiani, lo ius soli.

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Se c'è un ragazzino di tredici anni che fa un gesto importante, in via eccezionale si può dare un riconoscimento al merito. Ma con questa legge l'Italia è già il Paese che dà più cittadinanze di tutta Europa». Il ministro degli Interni Matteo Salvini è possibilista sul caso dei due giovanissimi egiziani che vorrebbero diventare italiani, tuttavia in tema di ius soli non fa concessioni: «Non se ne parla. Non serve una nuova legge. La cittadinanza è una cosa seria e arriva alla fine di un percorso di integrazione, non è un biglietto per il luna park», chiude la questione.

NELLA CAPITALE
E tra l'altro, rileva, come la si dà la si cancella: «Nel decreto sicurezza abbiamo inserito anche la possibilità di togliere la cittadinanza a chi non la merita». Il ministro spiega che «in singoli casi eccezionali si può concedere anche prima del tempo, ma la legge non cambierà». Quanto al caso di Rami, «stiamo proseguendo con tutte le verifiche, spero di incontrarlo presto e ringraziarlo per il suo coraggio». A Crema, nell'appartamento della famiglia Shehata, sono ore di attesa, la famiglia si augura che l'incontro non si concluda solo con una stretta di mano ma con un passaporto nuovo di zecca per il figlio. Oggi Rami «sarà a Roma per vedere l'ambasciatore egiziano. Abbiamo già il biglietto, partenza da Linate alle tre del pomeriggio», anticipa il padre Kahled. Per l'incontro con il ministro Salvini è questione di giorni anche se, ribadiscono da Viminale, una data certa non è ancora stata fissata. E intanto il caso infiamma lo scenario politico. Ad attaccare Salvini è il sindaco di Milano Giuseppe Sala, secondo il quale con la battuta «si faccia eleggere» rivolta a Rami, il ministro «sfugge al dibattito» sullo ius soli. «Io non voglio mettere il cappello su questi fatti, come fanno in tanti, perché i temi sono complessi. Certo la frase di Salvini non ha senso», commenta il primo cittadino.

«Adesso si riattiverà il dibattito sullo ius soli - aggiunge - che è una questione significativa. Giusto che ne discuta il Parlamento, quindi io voglio evitare di cavarmela con delle battute, ma certamente c'è un tema di tanti ragazzi che sono nati in Italia e vivono la nostra cultura». Sulla questione, il Pd si muove compatto. Prima Graziano Delrio, poi Walter Veltroni e Matteo Orfini che si rammarica: «Avremmo dovuto approvarlo con il governo Gentiloni». Quindi il neoeletto segretario Nicola Zingaretti. Dopo aver accantonato il provvedimento nella scorsa legislatura ritenendolo troppo divisivo, ora i dem ripartono con la legge per riformare la possibilità di ottenere la cittadinanza. «La vicenda di Rami dimostra quanto questi ragazzi si sentano parte della nostra comunità. Vivono, studiano e lavorano in Italia, non possono e non devono rimanere nell'oblio». Così la pensa l'italo-ivoriano Moise Kean, ieri in gol con la Nazionale di Mancini: «Io sono cittadino italiano dalla nascita. Dispiace, siamo tutti nello stesso paese e se viviamo qui dobbiamo essere tutti trattati da italiani». E il calciatore Paulo Dybala ha invitato Rami a vedere una partita della Juventus, quando tornerà dall'Argentina.

NIENTE PERIZIA PSICHIATRICA
Per Zingaretti la risposta di Salvini e del governo sullo ius soli è stata «scomposta e riduttiva: la cittadinanza è giusta ma non può essere un premio che un sovrano elargisce arbitrariamente. La legge sulla cittadinanza fu approvata nel 2015. È chiaro che questo capitolo va riaperto in una strategia nuova di rilancio di un progetto di rinascita italiana». Secondo la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, si commetterebbe un grosso errore. «Siamo il Paese più accogliente d'Europa: abbiamo fatto entrare 700 mila migranti clandestini in cinque anni», dice. «Accanto allo ius soli poi c'è tutto il tema del ricongiungimento familiare: se facciamo italiano il minore, finisce che non possiamo più cacciare nemmeno i criminali». A sintetizzare la chiusura totale della Lega è il senatore Roberto Calderoli: «Lo ius soli è morto e sepolto e lo abbiamo seppellito nella scorsa legislatura. La legge attuale sulla cittadinanza va bene così come è». Intanto Sy è a San Vittore e nell'immediato il suo avvocato non farà ricorso al riesame né richiederà la perizia psichiatrica che aveva annunciato. «Lo stato di detenzione - spiega il legale Davide Lacchini - contempla anche l'osservazione psicologica. Quindi non è un'esigenza pressante». D'altronde, nell'ordinanza, il gip Tommaso Perna ha definito una «posticcia e maldestra opera di rivisitazione della realtà» il racconto del senegalese, che si è finto pazzo,
 

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