Covid, In chiesa ritorna il segno della pace. Ma i fedeli preferiscono la prudenza

Lunedì 5 Dicembre 2022 di Franca Giansoldati
Covid, In chiesa ritorna il segno della pace. Ma i fedeli preferiscono la prudenza

Da santa Rita a san Rocco: la fede popolare da sempre si rivolge a protettori speciali per prevenire e combattere le malattie.

Il timore però di essere contagiati dal Covid non ha di certo abbandonato, nemmeno in questo periodo, quei (pochi) cattolici praticanti che vanno a messa la domenica. E così nonostante la rassicurante lettera inviata due giorni fa dalla presidente della Cei a tutti i vescovi italiani, e da questi diffusa a tambur battente a ai parroci nelle diocesi, alla funzione domenicale di ieri mattina la prudenza collettiva sembrava avere la meglio. Del resto le ultime notizie sulla evoluzione pandemica non fanno dormire sonni tranquilli soprattutto gli anziani, le persone fragili o quelle immuno-depresse che si proteggono, mantengono le distanze sociali e preferiscono non rischiare. Bastava entrare nelle chiese romane per capire facilmente il trend di riferimento dei cattolici: almeno in questa fase è quello di restare fedeli all'osservanza delle precauzioni per scansare il virus.


I FEDELI


«Nonostante il quarto vaccino penso sia meglio privilegiare la propria sicurezza. Sono diabetica e di conseguenza cerco di mantenere le distanze sociali. Se posso vado a messa ma uso sempre il buon senso e rispetto le misure introdotte a suo tempo durante la pandemia», sintetizza Giovanna, pensionata, 71 anni mentre esce dalla parrocchia di San Giuseppe al Nomentano con il cane al guinzaglio. Lì il parroco nonostante la liberatoria - non ha ancora predisposto l'acqua benedetta nelle acquasantiere e, durante il rito, non ha nemmeno fatto cenno al segno della pace. Tra i banchi, alla messa delle 11 e mezza, nessuno ci ha fatto caso. Erano presenti un centinaio di persone distanziate e munite, per la stragrande maggioranza, di mascherine Ffp2, quelle che garantiscono la miglior barriera contro il virus. La stessa scena si ripeteva senza troppe varianti da altre parti, nella parrocchia del Bambin Gesù, in via dei Campi Flegrei, a ridosso del quartiere africano o in quella del Cristo Re, nella zona di piazza Mazzini.
In altre parrocchie, invece, altri sacerdoti hanno adottato subito le nuove indicazioni della Cei, ripristinando l'uso delle acquasantiere e invitando la gente a scambiarsi la pace, antichissimo gesto attestato già nel II secolo da Giustino che parlava del bacio di pace. Nella chiesa di San Giuda Taddeo il giovane parroco don Marco, accanto al gel disinfettante piazzato all'ingresso, ha fatto trovare ai parrocchiani le acquasantiere piene. Qualcuno le ha usate, altri no. La prudenza ha prevalso. E la stessa cosa è accaduta quando i presenti sono stati invitati a scambiarsi, se lo desideravano, un gesto fraterno di pace. Nel periodo del lockdown, per mantenere questo atto simbolico durante la messa erano stati individuati dei segnali sostitutivi, come il reciproco guardarsi negli occhi, la mano poggiata sul cuore o un cenno di capo.


LE PRECAUZIONI


La Cei ha precisato che il ritorno alla normalità pre covid, con lo scambio della pace e dell'acqua benedetta, non significa affatto abbassare la guardia visto che chi ha sintomi influenzali è bene che stia a casa e si isoli. Allo stesso modo la mascherina è raccomandata, così come l'igienizzazione dei luoghi di culto e il distanziamento. Quanto ai preti è possibile tornare alla normalità per le cresime, i battesimi e la somministrazione dell'olio degli infermi. Ovviamente resta obbligatorio igienizzarsi sempre le mani, anche prima di distribuire la comunione. Tenuto conto delle specifiche situazioni locali i singoli vescovi possono, comunque, adottare provvedimenti e indicazioni più particolari. Come dire che si tollera una certa autonomia subordinata però al senso di responsabilità e di buon senso.

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Ultimo aggiornamento: 15:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA