Durigon, sfiducia in vista? Draghi (per ora) non interviene, ecco cosa può accadere

Martedì 10 Agosto 2021 di Alberto Gentili
Durigon: dimissioni o sfiducia. Draghi per ora non interviene, ma a settembre il governo non rischia

Ora tutti nella maggioranza che sostiene Mario Draghi, tranne la Lega e una buona fetta di Forza Italia, chiedono le dimissioni del sottosegretario all’Economia Claudio Durigon.

L’esponente leghista nei giorni scorsi aveva proposto di cambiare nome al parco di Latina intitolato a Falcone e Borsellino e di dedicarlo ad Arnaldo Mussolini, il fratello del Duce. E non sembra aver cambiato idea, anche se gran parte degli alleati di governo minacciano di sfiduciarlo in Parlamento se non si dimetterà.

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Durigon, l'affondo di Conte

Il primo ad affondare il colpo è stato il leader dei 5Stelle, Giuseppe Conte: «Trovo grave e sconcertante il proponimento del sottosegretario Durigon di cancellare l’intitolazione del parco di Latina a Falcone e Borsellino, con l’aggravante di volerlo restituire alla memoria del fratello di Mussolini. È aberrante voler cancellare anni di lotta alla mafia e il sacrificio dei nostri uomini migliori, per giunta allo scopo di restaurare il ricordo del regime littorio». Ancora: «Il Movimento chiede che Durigon si batta pure per questo suo progetto, ma dismettendo immediatamente l’incarico di sottosegretario di Stato, che richiede ben altri proponimenti». Per Conte, le parole di Durigon «mettono a nudo l’ipocrisia di forze politiche che, come la Lega, non hanno alcuna reale intenzione di contrastare il malaffare delle organizzazioni criminali».

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Il Pd si schiera con il M5S

M5S, se Durigon non si dimetterà, già promette la mozione di sfiducia a settembre. «Non abbiamo sentito parole di scuse dal leghista. L’Italia democratica e antifascista pretende le sue dimissioni, altrimenti sarà inevitabile una mozione di sfiducia», avverte il presidente della commissione Giustizia della Camera il grillino Mario Perantoni. E sulla stessa linea si schiera il Pd. «Le affermazioni di Durigon sono incompatibili con la presenza al governo». Fonti del quartiere generale dem del Nazareno confermano il pensiero di Enrico Letta sul sottosegretario leghista all’Economia. La «condanna delle frasi di Durigon è forte, perché disconoscono i valori anti fascisti su cui si fonda la Repubblica e offendono la memoria di due eroi come Falcone e Borsellino», sottolineano le stesse fonti confermando che «l’orientamento» del Pd è quello di votare la mozione di sfiducia del M5s al sottosegretario leghista, una questione che comunque «si vedrà alla ripresa dei lavori parlamentari». 

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Elio Vito (Forza Italia) voterà mozione di sfiducia a Durigon

Per le dimissioni ed eventuale sfiducia anche il forzista Elio Vito: «Voterò la mozione di sfiducia presentata da M5S, spero di non essere il solo in Forza Italia». Per Leu si è fatto sentire il capogruppo alla Camera, Federico Fornaro: «Durigon si dimetta subito. Le radici della nostra democrazia repubblicana sono antifasciste. Un sottosegretario non può prendersi un impegno pubblico per cancellare l’intitolazione di un luogo pubblico alla memoria di Falcone e Borsellino e tornare a quella vecchia di Mussolini. Dichiarazioni non smentite che rendono incompatibile la sua presenza al governo con i valori fondanti della nostra Repubblica. Durigon si dimetta subito togliendo tutto il Governo dall’imbarazzo».

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Silenzio da palazzo Chigi

Da palazzo Chigi, con Mario Draghi in vacanza per qualche giorno, non filtra nulla. E’ probabile che il premier affronti il dossier a fine agosto. Come è probabile, se la questione dovesse andare avanti, che si voti la sfiducia. E’ già accaduto a febbraio per il ministro della Salute Roberto Speranza, spinto a processo dalla Lega e da FdI. Ma la mozione fu respinta, senza alcuna conseguenza per il governo. Questa volta però il fronte favorevole alla sfiducia, se Italia viva di Matteo Renzi dovesse schierarsi per il sì, avrebbe i numeri per mandare a casa l’esponente leghista. In questo caso è probabile che Durigon si dimetta prima di essere sfiduciato. In ogni caso il governo, impegnato a rendere operativo il Piano di ripresa e resilienza da oltre 200 miliardi, difficilmente subirà conseguenze.

Ultimo aggiornamento: 11 Agosto, 15:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA