Identità digitale Spid, si va verso l'addio? Il piano del governo e le differenze con la carta di identità elettronica. Cattaneo: risolveremo le criticità

L'operazione: da una parte "spegnere" lo Spid, dall'altra potenziare la Carta di identità elettronica

Martedì 20 Dicembre 2022 di Francesco Bechis
Spid, addio all'identità digitale? Il piano del governo e le differenze con la carta di identità elettronica

Addio Spid? Sì, no, forse. È un destino incerto quello che attende l'identità digitale per accedere ai servizi della PA. Sono trentatrè milioni gli italiani che ricorrono allo Spid per utilizzare i servizi online delle pubbliche amministrazioni, dai pagamenti di sanzioni a iscrizioni, certificazioni, bonus.

Ora il governo Meloni potrebbe rivedere il servizio introdotto ai tempi del governo Conte-bis.

L'ANNUNCIO

È quanto ha fatto intendere il Sottosegretario a Palazzo Chigi con delega all'Innovazione di FdI Alessio Butti durante la festa per il decennale del partito a piazza del Popolo a Roma. «Cerchiamo di spegnere gradualmente Spid che raccoglie una serie di identità digitali e facilitare l'azione delle nostre imprese e dei cittadini con la Pubblica amministrazione. D'accordo tutti dobbiamo cominciare a spegnere lo Spid e avere la carta d'identità elettronica come unica identità digitale».

L'operazione in cantiere dunque sembra questa. Da una parte "spegnere" lo Spid, dall'altra potenziare la Carta di identità elettronica: il documento di identità utilizzato da 32 milioni di cittadini italiani dotato di due microchip, uno con le informazioni del titolare, l'altro con i dati necessari per l'autenticazione online. L'identità digitale Spid, in ogni caso, non sarà cancellata, garantisce il capogruppo di Forza Italia alla Camera Alessandro Cattaneo. «Lo Spid è uno strumento che semplifica la vita dei cittadini, permette di risparmiare tempo, evitando le file agli sportelli, e consente di agire in piena sicurezza. Non verrà cancellato, ma stiamo cercando il modo di risolvere alcune criticità piuttosto che girarci dall'altra parte. Non possiamo ignorare che ci sono alcune categorie, come gli anziani, che incontrano difficoltà nell'utilizzarlo».

LA RIFORMA

La riforma del sistema, ha specificato Butti in una lettera al Corriere, ha un solo obiettivo:  «Semplificare la vita in digitale dei cittadini». Come? Snellendo la procedura di rilascio della CIE da remoto, «a costo zero e in 24 ore, per garantirne la sua usabilità, attraverso soluzioni semplici almeno quanto lo Spid». Ma la fusione tra Spid e Cie, spiega il sottosegretario, è anche questione di sicurezza: «Più credenziali e strumenti di accesso significano più rischi».

Il piano però ha attirato diverse critiche. Non solo perché il sistema Spid ha dato prova di funzionare e di essere molto utilizzato nelle fasce più giovani, ma anche perché la sua cancellazione potrebbe complicare alcune procedure di accesso ai servizi della PA. Un esempio? Sia la Cie che lo Spid si possono usare per entrare dentro alle aree riservate di PA come l'Inps o l'Agenzia delle entrate. Se però per l'autenticazione Spid bastano pochi passi sia che si acceda tramite pc, sia che si usi un cellulare, diverso è il caso della Cie: chi accede da un computer deve infatti dotarsi di un lettore di smart card, un dispositivo in più

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LE DIFFERENZE TRA SPID E CIE

Ma le differenze tra i due sistemi non finiscono qui. Lo Spid garantisce infatti un livello di sicurezza di primo e di secondo livello mentre la Cie - che è emessa dal Viminale e prodotta dal Poligrafico e Zecca dello Stato (rilasciata in presenza al costo di 16,79 euro) - presenta una soglia in più. Non solo infatti la carta elettronica necessita di Pin e Puk, ma di un terzo livello di sicurezza necessario per raggiungere gli standard fissati dall'Ue per l'identità digitale europea in programma per il 2025. 

Resta un nodo poi: la migrazione da un sistema all'altro. Se infatti il piano di Butti è quello di far "confluire" 33 milioni di account Spid nella Cie, rimane da definire come avverrà il passaggio. Sia Spid che Cie sono infatti "identità digitali Eidas" (regolamento Ue per l'identificazione elettronica, ndr), dunque servirà un'interlocuzione con Bruxelles. «La migrazione andrà pertanto gestita a livello europeo, spiegandone il senso e, soprattutto, notificando tempestivamente eventuali variazioni tecnologiche necessarie a rendere la Cie più usabile. A beneficio dei nostri cittadini e delle nostre imprese», ha detto Butti. 

Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 09:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA