M5s, Grillo licenzia Conte: «Non ha capacità». Poteri a un direttorio

Mercoledì 30 Giugno 2021 di Diodato Pirone
M5s, Grillo licenzia Conte: «Non ha capacità». Poteri a un direttorio

L’aria che tira si capisce subito non dalle parole di Grillo ma dai numeri che le precedono: 17,29. Il “padre padrone” dei 5Stelle (come lo ha definito Giuseppe Conte) diffonde il suo micidiale comunicato esattamente alle 17,29.

E scrive l’orario all’inizio del comunicato per sottolineare che risponde a 24 ore di distanza da quelle parole durissime pronunciate da Giuseppe Conte.

E’ l’unica concessione che Grillo fa all’estro del suo essere un grande artista. Per il resto il Comunicato è una sintetica e iperbolica asfaltatura dell’Avvocato del Popolo trattato a pesci in faccia. Un “vaffa” articolato. Cui Conte non risponde anche se il suo staff ne fa trapelare l’amarezza per il comportamento da “padre padrone” (e due) di Grillo.

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Sono poche le frasi della liquidazione di Conte (e del suo patrimonio di consenso personale visto che è gradito al 50% degli italiani). Eccole: «Non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione». «Non possiamo lasciare che un movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco».

DISISTIMA RECIPROCA
Raramente nella politica italiana una rottura è stata più esplicita, scandita da una disistima reciproca personale di sottofondo che sembra avere radici profonde, evidentemente ben dissimulate durante gli anni di collaborazione al governo del Paese. Due mondi lontanissimi, quelli di Grillo e di Conte, uniti dalla volontà di comando ma che non si capiscono da molto e che sembrano giocare partite personali oltre che politiche in contrapposizione l’una all’altra e senza badare troppo al destino dell’Italia.

Fatto sta che Grillo non intende mollare la sua creatura neanche di un millimetro e, altra notizia della giornata, sembra riaprire con la Casaleggio e Associati perché rilancia un’idea già vista: la formazione di un direttorio composto da cinque persone, votate dalla mitica base sulla piattaforma Rousseau, resuscitata dopo la recente rottura.

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Questioni personali a parte, il comunicato di Grillo contiene una spiegazione tutt’altro che banale del licenziamento di Conte. «Mi sento così - spiega Beppe - come se fossi circondato da tossicodipendenti che mi chiedono di poter avere la pasticca che farà credere a tutti che i problemi sono spariti e che dia l’illusione (almeno per qualche mese, forse non di più) che si è più potenti di quello che in realtà si è davvero, pensando che Conte sia la persona giusta per questo».

Dopo aver spiegato che Conte non è l’uomo giusto al posto giusto. Grillo continua così: «Conte può creare l’illusione collettiva (e momentanea) di aver risolto il problema elettorale, ma non è il consenso elettorale il nostro vero problema. Il consenso è solo l’effetto delle vere cause, l’immagine che si proietta sullo specchio». Per l’ex comico è necessario affrontare «le cause per risolvere l’effetto ossia i problemi politici (idee, progetti, visione) e i problemi organizzativi (merito, competenza, valori e rimanere movimento decentralizzato, ma efficiente)».

Dopo aver screditato Conte e senza l’ombra di una parola di analisi per il proprio ruolo e per quello della classe dirigente di un partito che da tre anni esprime circa 300 parlamentari e ha partecipato a tre governi diversi, Grillo si dilunga in una disamina di questioni di filosofia organizzativa.

«Le organizzazioni orizzontali come la nostra per risolvere i problemi non possono farlo delegando a una persona la soluzione - ribadisce - perché non sarebbero in grado di interiorizzarla quella soluzione e di applicarla, ma deve essere avviato un processo opposto: fare in modo che la soluzione decisa, in modo condiviso, venga interiorizzata con una forte assunzione di responsabilità da parte di tutti e non di una sola persona. La trasformazione vera di una organizzazione come la nostra avviene solo così».

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LA DELEGA A UN SINGOLO
In parole povere secondo Grillo l’ex premier semplicemente non ha neanche capito cosa sia il M5S e dunque la sua ricetta non va presa neanche in considerazione. «La deresponsabilizzazione delle persone con la delega ad un singolo nelle organizzazioni orizzontali è il principale motivo del loro fallimento», insiste Grillo. Che poi dice: «Assumersi la responsabilità significa smettere di drogarsi, smettere di voler creare l’illusione di una realtà diversa da quella attuale ed affrontarla».

Motivo per cui ha deciso di indire «la consultazione in rete degli iscritti al M5S per l’elezione del Comitato direttivo, che si terrà per motivi legali sulla piattaforma Rousseau». Compito del Comitato Direttivo sarà quello di formulare «un programma concreto per le elezioni del 2023 con una visione al 2050». Ma la domanda è: quanti Movimenti 5Stelle ci saranno alle prossime elezioni?
 

Ultimo aggiornamento: 12:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA