Green pass per supermercati, tribunali e traghetti: quando l'obbligo è a metà

Giudici, cancellieri e inservienti devono esibire il certificato. Esenti avvocati, testimoni e pubblico. Anche i trasporti regionali e i negozi restano zone ibride dove le persone convivono ma con regole diverse

Venerdì 15 Ottobre 2021 di Diodato Pirone
Green pass per supermercati, tribunali e traghetti: quando l'obbligo è a metà

Nelle giornate che segnano l’obbligatorietà del Green pass per chi si reca al lavoro può essere interessante ricordare che in Italia continuano a esistere varie “zone ibride”, aree o strutture lavorative dove possono convivere persone obbligate ad esibire il Green pass e persone che non hanno obblighi se non l’uso della mascherina al chiuso.

Forse il caso più clamoroso è quello dei Tribunali dove i giudici, i cancellieri e gli inservienti (compresi gli addetti alle pulizie) devono mostrare il Certificato verde mentre gli avvocati e il pubblico no. Un’altra area da “metà Green pass” sono i supermercati o i negozi i cui dipendenti sono obbligati al certificato mentre i clienti no anche se il via vai è continuo e le commesse incontrano spesso centinaia di persone ogni giorno.

Green pass a metà, i trasporti

Altro segmento ibrido è quello dei trasporti regionali e dei traghetti. Anche qui da ieri gli addetti devono avere il pass se vogliono lavorare e invece i passeggeri no. Stessa musica sui trasporti locali dove, però, va detto che i macchinisti delle metro e gli autisti degli autobus non hanno contatti ravvicinati con i passeggeri e anche che questi ultimi generalmente restano a bordo per un periodo di tempo limitato.
Le “zone ibride” suscitano perplessità di fronte ad un’operazione gigantesca come l’obbligo del Green pass nei posti di lavoro che coinvolge circa 23 milioni di italiani che hanno un impiego. E dunque sorge spontanea una domanda: come mai continuano a esistere nonostante l’estensione dell’obbligo del Certificato?

 

Le risposte

Le risposte sono varie. L’esclusione degli avvocati dall’obbligo di Green pass nei tribunali (ma non nei loro studi) si spiega - semplificando i termini della questione - con l’esigenza di non far saltare neanche un processo. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Enrico Giovannini, a suo tempo l’ha messa così: «Non c’è contraddizione fra l’aver esteso il Green pass ai lavoratori ma anche ai passeggeri dei trasporti a lunga percorrenza e la non obbligatorietà per i mezzi regionali - ha detto Giovannini - Lo ha stabilito il Cts, il Comitato tecnico scientifico. Va considerato che su bus e metropolitane il tempo di percorrenza è in genere breve, tra i 15 e i 30 minuti in media. Per gli aerei, i treni e le navi a lunga percorrenza è possibile poi effettuare il controllo del Green Pass già con l’autodichiarazione nel momento della prenotazione obbligatoria e nominativa del viaggio e il controllo successivo del biglietto».

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«La competenza a gestire il trasporto pubblico locale è delle Regioni e degli altri enti locali - ha proseguito il ministro - allo Stato spetta il finanziamento. E per il secondo semestre dell’anno abbiamo messo in campo 600 milioni per i servizi aggiuntivi e 800 milioni per compensare i minori ricavi a causa delle limitazioni della capienza dei mezzi e l’aumento dei costi dovuti, per esempio, alle sanificazioni. Nei mesi scorsi si può stimare un incremento dell’offerta nelle ore di punta di circa il 20%. Abbiamo poi assunto decisioni per distribuire il carico della domanda con incentivi alle imprese e alle amministrazioni che hanno fatto piani in questa direzione. Prima della riapertura delle scuole, infine, le singole Regioni, con cui lavoriamo sul tema da aprile, ci hanno mandato i loro piani destinati ad aumentare i mezzi del trasporto locale in modo da ridurre la quantità di passeggeri».

Ultimo aggiornamento: 17 Ottobre, 08:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA