Green pass lavoro, dpcm Draghi: no contributi (e ferie) per assenze ingiustificate. App per le verifiche

Le misure saranno in vigore dal 15 ottobre: controlli grazie a un'app, le aziende non potranno conservare il Qr code

Martedì 12 Ottobre 2021
Green pass lavoro, dpcm Draghi: no contributi (e ferie) per assenze ingiustificate. App per le verifiche

Controlli con la App, quotidiani e a rotazione in modo da coinvolgere tutto il personale, niente contribuiti e ferie oltre allo stipendio per chi non ha il certificato verde e risulta assente, divieto per le aziende di conservare il Qr code dei dipendenti, verifiche anticipate non oltre le 48 ore in caso si debbano organizzare turni di lavoro, possibilità per chi si è immunizzato all'estero con i vaccini autorizzati di avere la certificazione. Con l'entrata in vigore dell'obbligo del green pass in tutti i luoghi di lavoro alle porte, arrivano i Dpcm che integrano il decreto che ha introdotto l'obbligatorietà e definiscono le regole con le quali milioni di italiani - dipendenti pubblici, privati e autonomi - conviveranno da venerdì. 

Green pass obbligatorio al lavoro dal 15 ottobre: le aziende non possono conservare il Qr Code

Green pass, due provvedimenti

Due sono i provvedimenti adottati da palazzo Chigi: il primo, già firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi su proposta dei ministri della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta e della Salute Roberto Speranza, riguarda le linee guida relative all'obbligo della certificazione nella pubblica amministrazione; il secondo, ancora in bozza, introduce invece una serie di modifiche al decreto legge relative alle regole per i controlli, sia nel pubblico che nel privato.

Misure alle quali se ne aggiunge una terza, una circolare - anzi due - del Viminale sulla possibilità per le aziende portuali di offrire gratis i tamponi ai propri dipendenti.

Nella prima, il capo di gabinetto del ministero, per evitare che si blocchino i porti in caso di un alto numero di dipendenti senza il green pass, «raccomanda» ai prefetti di «sollecitare» le aziende affinché valutino la possibilità di mettere a disposizione gratis i tamponi. Una formula ambigua, soprattutto su chi -nel caso- dovesse pagare i test, che ha richiesto una seconda circolare. Le aziende «potranno valutare, nella piena autonomia, ogni possibile modalità organizzativa ai fini dell'acquisizione del green pass da parte dei dipendenti sprovvisti». In caso decidessero di farlo, il costo sarebbe dunque a carico loro e non dello Stato. 

Il tema dei trasporti

I sindacati approfittano della circolare per chiedere l'estensione della richiesta a tutto il settore dei trasporti. Quanto alle linee guida della Pa - sulle quali c'è il via libera del Garante della Privacy - il Dpcm ribadisce che l'obbligo del pass (vale anche quello cartaceo) riguarda tutti i dipendenti pubblici ma anche quelli delle imprese dei servizi di pulizia, ristorazione, manutenzione e rifornimento dei distributori automatici, i consulenti, i collaboratori, i frequentatori di corsi di formazione, i corrieri, i visitatori. Esclusi invece gli utenti. Chi non ha il pass deve essere allontanato subito e ogni giorno di mancato servizio è considerato assenza ingiustificata (con le giornate festive e non lavorative che rientrano nel conto). 

Escluso il licenziamento

Lo stipendio viene sospeso fin dal primo giorno di assenza ma «in nessun caso» si può essere licenziati. Nel periodo d'assenza, inoltre, non maturano né contributi né ferie. E se la mancanza del dipendente dovesse comportare «un'interruzione di un servizio essenziale»? L'amministrazione, dice il Dpcm, può stabilire una convenzione con altri enti oppure utilizzare la mobilità interna tra uffici o aree diverse. Ma come funzionano i controlli? Devono essere fatti ogni giorno, all'accesso in ufficio o anche successivamente, a tappeto o a campione in una misura non inferiore al 20% del personale in servizio e assicurando una rotazione costante. Per evitare ritardi e code all'ingresso, i datori di lavoro potranno stabilire una maggiore flessibilità negli orari di ingresso e d'uscita. Per le verifiche potrà essere utilizzata la App 'VerificaC19' oppure la piattaforma prevista nell'altro Dpcm, sul modello di quanto già avviene per la scuola (dove i contagi, lo dimostra il caso del Piemonte, sono in netto calo rispetto all'anno scorso, con le classi in quarantena passate da 141 a 30). 

La piattaforma

Si tratta di una piattaforma che consente una «verifica quotidiana e automatizzata», rivelando solo il «possesso» del pass e che interagisce con un software del ministero della Salute che può essere integrato ai tornelli di accesso. La piattaforma 'dialogà inoltre in modalità asincrona con la piattaforma NoiPa, il portale Inps e i sistemi informativi di gestione del personale delle amministrazioni con almeno mille dipendenti. 

Green pass, circolare del Viminale: «Aziende valutino anche tamponi gratis ai portuali»

Il tema Qr code 

Ma il Dpcm che modifica il decreto sull'obbligo del pass chiarisce anche altri due aspetti non secondari: per il datore di lavoro, pubblico e privato, c'è «l'esplicito divieto» di conservare i Qr code delle certificazioni né è possibile «in alcun caso» raccogliere i dati dei dipendenti «salvo quelli strettamente necessari» all'applicazione delle sanzioni. Inoltre, sarà possibile richiedere il pass in anticipo al dipendente in caso si devono programmare turni aziendali, ma questo anticipo dovrà essere «strettamente necessario e comunque non superiore alle 48 ore».

Ultimo aggiornamento: 13 Ottobre, 00:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA